La parrocchia di San Lorenzo in VerolanuovaAngelino

Un Segno, una Gioia

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Padre Felice Bonini
Diacono
per l'imposizione delle mani
S.E. Mons. Bruno Foresti

Sabato 27 Maggio 2000 - ore 18.00
Basilica di San Lorenzo in Verolanuova

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Era un giorno come tanti altri...
di Felice Bonini

Felice: un dono del Signore
di Padre Umberto Scotuzzi

Un profilo della vita del Beato Piamarta

Padre Piamarta e don Tadini


ERA UN GIORNO COME TANTI ALTRI...
di Felice Bonini

 

"Era un giorno come tanti altri e quel giorno Lui passò... Era un uomo come tutti gli altri, ma la voce... quella no...
Era un giorno come tanti altri, ma quel giorno mi chiamò..."

E’ Dio che chiama. Oggi, come ieri e come nei secoli futuri, è Lui che con un atto libero e gratuito inizia ogni storia vocazionale. E’ il suo Essere Amore Infinito che fa esistere tutte le creature, chiamate all’amore: Egli dona non solo l’esistenza, la vita, ma anche il senso di questa vita. Dio, chiamando, crea per amore; tutto ciò che esiste vive per amore; "il senso della vita è l’amore" dice ogni creatura, molte volte anche in modo inconsapevole.

La mia "avventura" è iniziata un giorno come tanti altri, in oratorio, mentre partecipavo a un incontro di preghiera tenuto da p. Paolo Mazzoldi, il quale mi ha posto una domanda che mi ha fatto pensare: che cosa vuoi fare della tua vita? Perché non vieni in seminario dove sono io?

Terminati gli incontri, durante l’estate, ho partecipato ad un camposcuola insieme ad altri ragazzi delle medie e a settembre del 1983 sono entrato nel seminario dei padri piamartini, a Maderno sul Garda, per frequentare la terza media e per continuare la mia ricerca vocazionale.

Il cammino è stato lungo, difficile, con qualche momento di preoccupazione e di dubbi, ma non ho mai perso la fiducia e la speranza in Dio e nelle persone che mi erano accanto. Ho imparato a conoscere sempre di più il Signore e a sentirlo vicino a me. Ho scoperto quanto sia importante ascoltarlo e pregarlo, più andavo avanti e più cresceva in me il desiderio di seguirlo, di rimanere con Lui e di donare tutta la mia vita e il mio tempo per gli altri.

Da settembre dello scorso anno sono un religioso piamartino, certo chi mi conosce da tanto tempo, potrebbe dire: ma come lo eri già.

E’ vero, ma prima di settembre ogni anno rinnovavo i tre voti di castità, povertà, obbedienza, è questo l’iter della formazione religiosa. A settembre, invece, la professione è stata perpetua, cioè definitiva e quindi ho consacrato per sempre tutta la mia vita al Signore che mi ha chiamato a seguirlo più da vicino.

L’ordinazione diaconale, che riceverò il 27 maggio, sarà un momento bellissimo, non tanto per i sentimenti e le emozioni che proverò, ma perché quel giorno Dio opererà con forza nella mia vita, mi renderà capace di percepire il grande dono che mi farà e potrò esperimentare la sua vicinanza in modo particolare.

Apparentemente non cambierò molto, ma rispetto a prima la mia persona sarà diversa, perché con il diaconato si riceve un sacramento: quello dell’Ordine, che è composto dal diaconato, presbiterato, episcopato. In questo modo, grazie all’imposizione delle mani e alla preghiera di consacrazione del Vescovo, diventerò ministro della Chiesa e sarò abilitato per la forza dello Spirito Santo al servizio della liturgia, della Parola e della carità.

E’ questa la caratteristica del diacono: il servizio. L’ordinazione diaconale mi permetterà un salto di "qualità" nel modo di servire; questa è una grande responsabilità, ma è anche un’avventura meravigliosa che apre a grandi orizzonti: servire Dio e con Lui le persone che incontrerò, in modo particolare i giovani.

Seguendo Cristo si ha la certezza che nulla di ciò che si fa, anche se banale e insignificante, andrà perduto. Il significato o meno del mio servizio non sarà determinato né dai miei criteri, né da quelli degli altri. Sarà Dio che giudicherà e il mio criterio sarà Gesù Cristo. Di fronte a tanta umanità e povertà, non rimane altro che tentare una risposta, anche se inadeguata. D’altra parte se è Dio a dare fiducia e a chiedere aiuto, il senso di ciò che si fa è garantito e, diciamolo sottovoce, anche assicurato.

Chiamato ad annunciare la tua Parola, aiutami Signore, a vivere di Te, e ad essere strumento della tua pace.

Assistimi con la tua luce, perché coloro che mi incontreranno trovino in me un testimone credibile del tuo Vangelo.

Toccami il cuore e rendimi trasparente la vita, salvami dalla presunzione di sapere tutto e se l’azione inaridirà la mia vita, riconducimi sulla montagna del Silenzio. Amen.

Padre Felice Bonini

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FELICE: UN DONO DEL SIGNORE
di Padre Umberto Scotuzzi

Ogni figlio è un dono del Signore. Felice è un dono speciale del Signore. Difatti è religioso e il 27 maggio sarà ordinato diacono e presto sarà presbitero. E’ un dono per se stesso e per la comunità cristiana.

E’ religioso, cioè ha seguito la vocazione che lo lega alla congregazione della Sacra Famiglia di Nazareth fondata dal Beato Padre Piamarta.

Sarà diacono. Il diacono è il primo dei tre gradi dell’ordine sacro, che sono il diaconato, il presbiterato e l’episcopato. E’ conferito dal vescovo con l’ordinazione che conferisce il carattere sacramentale e la grazia sacramentale.

La specificità del diaconato è nella linea del sacerdozio gerarchico o ministeriale. E’ per un servizio specifico, svolto con azioni proprie, in forza di una particolare appartenenza a Cristo Gesù e non per una azione di supplenza, come nel caso del diaconato permanente.

I compiti e le facoltà del diacono sono le seguenti: ministro ordinario del battesimo, della comunione, della benedizione eucaristica e di benedizioni determinate. Può predicare. Può avere la cura pastorale delle parrocchie in caso di mancanza di clero. Non gli è consentita la celebrazione della santa messa.

Abbiamo detto che il diaconato è un dono speciale. Vanno quindi rese grazie a Dio e implorate grazie particolari per un degno esercizio dei compiti da adempiere.

La testimonianza di Felice è bene che sia segnalata a chi il Signore volesse chiamare alla vita consacrata e al presbiterato. Oggi la Chiesa e il Popolo di Dio ne sentono la speciale validità, data la preoccupante carenza di candidati e le necessità urgenti da noi e nelle missioni. Per l’occasione è perciò opportuno implorare dal Signore che ci siano giovani volenterosi che corrispondano alla chiamata. Questi sarebbero fortunati, di una fortuna spirituale particolarmente eccellente, che conferisce alla persona di compiutamente realizzarsi.

Il diaconato ha origine apostolica. Negli Atti degli Apostoli (6,3-7) leggiamo:

Intanto a Gerusalemme cresceva il numero dei discepoli e accadde che i credenti di lingua greca si lamentarono di quelli che parlavano ebraico: succedeva che le loro vedove venivano trascurate nella distribuzione quotidiana dei viveri.

I Dodici apostoli allora riunirono il gruppo dei discepoli e dissero: "Non è giusto che noi trascuriamo la predicazione della parola di Dio per occuparci della distribuzione dei viveri. Ecco dunque, fratelli, la nostra proposta: scegliete fra di voi sette uomini, stimati da tutti, pieni di Spirito Santo e di saggezza, e noi affideremo a loro questo incarico. Noi apostoli, invece, impegneremo tutto il nostro tempo a pregare e ad annunziare la parola di Dio". Questa proposta degli apostoli piacque all’assemblea. Allora scelsero Stefano, uomo ricco di fede e di Spirito Santo, e poi Filippo, Pròcoro, Nicànore, Timòne, Parmenàs e Nicola, uno straniero che proveniva da Antiochia. Presentarono poi questi sette uomini agli apostoli i quali pregarono e stesero le mani sopra di loro.

Intanto la parola di Dio si diffondeva sempre di più. A Gerusalemme il numero dei discepoli cresceva notevolmente, e anche molti sacerdoti prestavano ascolto alla predicazione degli apostoli e credevano.

A Felice porgiamo le nostre congratulazioni e felicitazioni con i migliori auguri di vederlo presto presbitero.

Conosci ormai bene l’apostolato che ti aspetta in Italia e in alcune delle missioni piamartine che hai già avuto modo di visitare. Così buona parte dei confratelli. Sorprese non ne avrai. Le difficoltà non ti sono inimmaginabili. Hai imparato a camminare, accompagnandoti all’aiuto di Dio, sugli esempi della Santa Famiglia di Nazareth, secondo lo spirito del Beato Fondatore. La riuscita è per chi osa, è generoso e non si lascia turbare dalle difficoltà. Ogni giorno è un giorno nuovo e bello nel nome del Signore e per le opere del Signore.

Padre Umberto Scotuzzi

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 UN PROFILO DELLA VITA DEL BEATO PIAMARTA,
FONDATORE DELLA CONGREGAZIONE
A CUI APPARTIENE PADRE FELICE BONINI

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GIOVANNI BATTISTA PIAMARTA nasce a Brescia il 26 novembre 1841 da una modesta famiglia.

Rimasto presto orfano di madre, riceve una solida educazione cristiana nell’oratorio della sua parrocchia dei Santi Faustino e Giovita, patroni della città. Sono i tempi delle famose "Dieci giornate" di Brescia, dell’unità d’Italia e delle tensioni tra Stato e Chiesa. Sono tempi di grande povertà del popolo, di epidemie, di forti contrapposizioni politiche e dei primi tentativi di industrializzazione. Sono anche tempi di grande carità cristiana e di diffusa religiosità fra la gente bresciana.

Il giovane Piamarta entra in seminario a 19 anni ed è ordinato sacerdote alla fine del 1865. La sua passione per la gioventù si manifesta fin dagli inizi della sua attività pastorale, prima nelle parrocchie rurali di Carzago Riviera e di Bedizzole e poi in quella cittadina di Sant’Alessandro. E’ qui che il giovane don Piamarta, stimatissimo per la sua dedizione ai giovani, agli ammalati, alla direzione spirituale, matura un ardito progetto per venire incontro alle necessità dei giovani della classe popolare. Dopo una breve permanenza a Pavone Mella come parroco, con il consiglio e con l’aiuto determinanti di Monsignor Pietro Capretti, nel 1886 dà inizio all’Istituto Artigianelli, con l’intenzione di preparare i ragazzi di famiglie povere, a partire dagli orfani, ad affrontare con dignità la vita nella nuova società industriale, grazie alla competenza nel lavoro e ad una solida formazione umana e cristiana. In mezzo a grandi difficoltà di ogni genere, egli impianta officine per diverse specializzazioni, prepara ambienti per accogliere e ospitare centinaia di giovani, raduna collaboratori laici, condivide la vita dei suoi ragazzi come un padre, insegna loro a diventare uomini attraverso il duro tirocinio e l’acquisizione di un carattere forte, motivato e sostenuto da una formazione religiosa, ispirata alla visione serena e gioiosa di San Filippo Neri. Di fronte poi alla miseria della gente delle campagne, che abbandona la terra per cercare fortuna nelle lontane Americhe, assieme al valente agronomo sacerdote don Giovanni Bonsignori, Padre Piamarta dà origine alla Colonia Agricola di Remedello, dove vengono sperimentati e insegnati metodi nuovi di cultura che aumentano sensibilmente la produttività del terreno e danno una rinnovata fiducia nella terra. In breve la nuova scuola agraria diventa un punto di riferimento per un numero crescente di agricoltori di tutta Italia, grazie anche agli scritti di don Bonsignori. Padre Piamarta orienta la sua azione educativa e sociale verso tre punti fondamentali per il futuro della società civile e della Chiesa: i giovani, il lavoro e la famiglia. Egli si dedica a preparare i giovani perché possano formarsi una famiglia attraverso un lavoro qualificato e la trasmissione di solidi principi cristiani. Sta qui la sua originalità di educatore. Per rafforzare la sua opera educativa, egli dà inizio anche alla Editrice Queriniana. Poco a poco si fa strada l’idea di dare inizio ad una unione stabile di persone, che si consacrano agli stessi suoi ideali: nel 1902 viene riconosciuta dal vescovo di Brescia la Congregazione Sacra Famiglia di Nazareth, avente come programma la costituzione di un gruppo di persone, fortemente permeate di spirito di famiglia, per meglio educare alla famiglia e disposte a spendere tutte le loro forze per l’educazione della gioventù. Assieme alla madre Elisa Baldo, dà poi inizio ad una congregazione di suore che si chiameranno Umile serve del Signore. Come ha potuto, un povero prete come Piamarta, realizzare tante opere così impegnative? La risposta sta nella sua spiritualità, fatta di intensa e perseverante preghiera, nella sua fiducia incrollabile nella Provvidenza, nella sua passione contagiosa per i giovani, nella sua profonda umiltà che lo rendeva felice di poter servire i suoi giovani. Di lui ebbe a dire Monsignor Bonomelli, Vescovo di Cremona, che era stato anche suo professore:" Quanti prodigi di carità, di prudenza, di destrezza, di zelo veramente cristiano, ci ha mostrato nel corso di mezzo secolo di vita generosissima. Egli è il sacerdote che richiedono i tempi nuovi: non curante di sé, solo attento al bene altrui, senza distinzione, specialmente della gioventù; alieno dalle lotte partigiane e politiche, pronto a stendere le mani amiche a quanti amano il bene, a dimenticare le offese e vendicarsene con i benefici".

Muore santamente a Remedello, nella sua Colonia Agricola il 25 aprile 1913, assistito da P. Bonsignori e dai suoi confratelli. Con la sua beatificazione Papa Giovanni Paolo II lo dona come padre ai giovani, lo indica come esempio ai sacerdoti e religiosi, lo propone come modello agli educatori, lo presenta come intercessore alla famiglia, lo offre come protettore ai lavoratori.

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PADRE PIAMARTA E DON TADINI

A confronto con il nostro conterraneo, il Beato don Arcangelo Tadini, troviamo che concordano sotto diversi aspetti.

Sono quasi coetanei:

il Piamarta nasce a Brescia il 26 novembre del 1841,
il Tadini nasce a Verolanuova il 12 ottobre 1846.

Muoiono a poca distanza l’uno dall’altro:

il Tadini a Botticino Sera il 21 marzo 1912,
il Piamarta a Remedello il 25 aprile 1913.

Sono stati beatificati:

il Piamarta il 12 ottobre 1997,
il Tadini il 3 ottobre 1999.

Gli intenti sono molto vicini:

il Piamarta vuole formare giovani buoni cristiani e bravi lavoratori,
il Tadini si preoccupa delle giovani lavoratrici,

il Piamarta fonda la congregazione maschile della Sacra Famiglia di Nazareth,
il Tadini fonda la congregazione femminile delle Suore Operaie della Santa Casa di Nazareth.

Ambedue si preoccupano della promozione della persona in momenti di gravi necessità per amore di Dio e del prossimo.
Si sottopongono a gravi sacrifici e preoccupazioni anche economiche e si affidano alla Divina Provvidenza.

 

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Archivio 2000 Angelo di Verola Parrocchia di Verolanuova