L'Angelo di Verola L'Angelo di Verola Mensile di Vita Parrocchiale


Anno XXVII   n° 4 - Aprile 2002

copertina

Edizione a stampa a cura di Mons Luigi Corrini
Redazione: Rino Bonera - Don Giampaolo Goffi - Don Giovanni Gritti
Edizione on-line a cura di Tiziano Cervati


SOMMARIO

  3 Pasqua e ...restauri (D. L. Corrini)

  5 Calendario liturgico

  9 L’Angelo chiama (R. Bonera)

12 Messaggio del Papa per le Vocazioni (G. P. II)

15 La Settimana del restauro (r.b.)

16 Eredità del Giubileo (D. Giovanni)

20 Dall’Istituto Capirola (Studenti Leno)

23 Dal Gruppo Imp-sex (D. M. Neva)

25 Ogni mese ... una preghiera (D. Giovanni)

vita parrocchiale

26 I Centri di Ascolto (D. Giampaolo)

31 La Parrocchia in Abruzzo

dagli Oratori

33 Andate ed annunciate (D. Giovanni)

36 Oratorio nella rete (D. Giovanni)
     La biblioteca dell'Oratorio

le nostre rubriche

37 Cominciamo a costruire (Gr. "Conoscerci")

38 La pace, a parole (D. Giovanni)

40 I "Nobel" italiani (R. Bonera)

41 Verola sport (R. Bonera)

varie - cronaca

43 "Luce d’aprile" (R. Mor)

45 Dalle A.C.L.I. (G. Baronio)

46 Dagli Anziani OCEAN (G. Baronio)

47 Dal Comune (L. B.)

48 Turni delle farmacie
     Numeri Utili
     Per i collaboratori dell'Angelo

49 Relax...iamoci un po' (errebi)

50 Per i più piccoli

51 Dall’AVIS (B. Vigna)

53 Eppur si muove (T. Cervati)

     Auguri..

54 Anagrafe parrocchiale

     Offerte pro opere parrocchiali


La parola di Mons. Prevosto

Pasqua e... restauri

Stendo queste note nella vigilia della Settimana Santa. Nel clima della domenica delle Palme si apriranno le Quarantore che ci introdurranno alla celebrazione del "Triduo pasquale".

Voglio sperare che come ogni anno passeranno in Basilica migliaia di verolesi a pregare e riflettere. E questo sarà di buon auspicio perché la Pasqua segni il passaggio dalla tristezza del nostro peccato alla gioia della vita nuova che Cristo risorto offrirà a tutti.

Quando giungerà nelle vostre famiglie "L’Angelo", mi auguro che la Pasqua sia "un ricordo" nel senso etimologico: ossia continui ad essere presente nel nostro cuore così che riesca a offrire "novità di vita".

"Se siete risorti con Cristo, cercate le cose del cielo, dove Cristo regna accanto a Dio; pensate alle cose del cielo non a quelle di questo mondo" (Col. 3, 1-2).

La parola di Dio ricorda come in noi deve essere sempre Pasqua.

Viviamo pensando la nostra dignità, la nostra grandezza. Contiamo più di quanto non sembra. La nostra vocazione alla felicità che si realizzerà in pienezza al termine della nostra vita, fin da ora Cristo Signore la va disegnando in noi.

La Pasqua insegna costantemente a dar prova di questa gioia, segno della vita nuova che Gesù ci procura.

Basilica restaurata, segno di novità di vita

C’è un luogo dove unitariamente veniamo introdotti in modo privilegiato alla vita nuova con il Signore: la Basilica.

Qui la comunità cristiana di Verola negli ultimi tre secoli e mezzo ha avuto il suo centro, qui il Signore continua ad intrattenersi in modo particolare con noi, qui Dio ci parla e si concede attraverso l’azione dei sacramenti, qui nell’edificio di pietre materiali, si va edificando l’altra Basilica fatta di "pietre vive", la Chiesa di Cristo che si regge sulla legge dell’amore.

Le opere d’arte di inestimabile valore, espresse dal genio pittorico, custodite nella nostra Basilica sono richiamo delle opere meravigliose che il Signore, sommo artista, ha compiuto nella comunità cristiana di Verola.

Con la coscienza di tutto questo, da anni, la famiglia parrocchiale è impegnata per riportare a primitivo splendore lo "scrigno d’arte" che le generazioni verolesi attraverso i secoli, ci hanno consegnato.

Dopo i restauri eseguiti agli altari della navata e alle tele, è in atto una grande operazione: il recupero degli affreschi delle volte del coro, del presbiterio, del transetto, della cupola e il ripristino delle opere lignee del coro senatorio e dei coretti presbiteriali.

Le ardite impalcature innalzate all’interno della Basilica che creano qualche disagio per le celebrazioni liturgiche, sono il segno dell’imponente intervento in corso.

L’impegno economico è molto alto. Prossimamente saranno presentate alcune iniziative, proposte dall’apposita commissione, tese a reperire i mezzi finanziari.

A noi l’onore e quindi l’onere di riportare a primitiva bellezza le opere d’arte che ci sono state consegnate con fede e a prezzo di sacrifici indicibili.

Verolanuova ha sempre dimostrato sensibilità e attenzione per gli edifici di culto e ha offerto concrete risposte a richieste di solidarietà.

Sono certo che risponderà con la generosità di sempre per la Basilica, cuore della comunità cristiana e civile.

Vostro don Luigi

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Calendario liturgico dal 7 aprile al 5 maggio

 

APRILE

 ORARIO SANTE MESSE

 In Basilica: Prefestiva : ore 18.30

    Festive : ore 7.30 - 9.30 - 11.00 - 18.30

                : ore 15.00 Celebrazione Liturgica

Feriali : ore 7.00 - 9.00 - 18.30

S. Rocco: Festiva : ore 9.00

S. Anna - Breda Libera: Festiva : ore 10.00

Feriale : giovedì ore 18.30

Cappella Casa Albergo: Feriale e prefestiva: ore 16.30

N.B.: In Basilica, ogni sabato dalle ore 15.30 alle 18.00, i sacerdoti sono a disposizione per le confessioni degli adulti. 


7 Domenica II di Pasqua, in Albis Depositis, Ottava di Pasqua

Dal Vangelo - "...Gesù si fermò in mezzo a loro e disse: "Pace a voi". Detto questo mostrò loro le mani e il costato. E i discepoli gioirono nel vedere il Signore". (Gv. 20, 19-20)

Sante messe con orario festivo
ore 15.00 Celebrazione liturgica
ore 16.00 Presso le Rev.de Suore incontro con i genitori, padrini e madrine dei bambini che saranno battezzati nel mese di aprile.

8 lunedì Annunciazione del Signore. Solennità. Sante messe con orario feriale


14 Domenica III di Pasqua

Dal Vangelo - "...Quando furono vicini al villaggio (Emmaus) dove erano diretti, (Gesù) fece come se dovesse andare più lontano. Ma essi (i discepoli) insistettero: "Resta con noi perché si fa sera e il giorno già volge al declino". (Lc. 24, 28-29)

Sante messe con orario festivo
ore 11.50 Celebrazione comunitaria dei battesimi
ore 15.00 Celebrazione liturgica

20 sabato Tutti i santi della Chiesa bresciana, festa
Sante messe con orario feriale


21 Domenica IV di Pasqua

Dal Vangelo - "In quel tempo Gesù disse...:- Il guardiano apre e le pecore ascoltano la sua voce; egli chiama le sue pecore una per una e le conduce fuori, cammina innanzi a loro e le pecore lo seguono perché conoscono la sua voce". (Gv. 10, 3-4)

Sante messe con orario festivo
Giornata mondiale di preghiera per le vocazioni
ore 15.00 Celebrazione liturgica
ore 16.00 All’Oratorio maschile incontro con i genitori dei ragazzi/e della 4a e 5a elementare

26 venerdì Beato Giovanni Battista Piamarta - Sacerdote fondatore degli "Artigianelli". Sante messe con orario feriale


28 Domenica V di Pasqua

Dal Vangelo - "Tommaso disse a Gesù: - Signore, non sappiamo dove vai e come possiamo conoscere la via-. Gli disse Gesù: "Io sono la via, la verità e la vita. Nessuno viene al Padre se non per mezzo di me". (Gv. 14, 5-6)

Sante messe con orario festivo
ore 11.00 Nel corso della santa messa per i ragazzi della 5a elementare si celebrerà la Redditio del Padre Nostro.
ore 15.00 Celebrazione liturgica
ore 16.00 Nel salone dell'Oratorio maschile incontro per i genitori dei fanciulli/e della 2a elementare in vista della Prima Confessione che si celebrerà domenica 5 maggio.

29 lunedì S. Caterina da Siena. Compatrona d’Italia. Festa
Sante messe con orario feriale


MAGGIO

 ORARIO SANTE MESSE

 In Basilica: Prefestiva : ore 18.30

Festive : ore 7.30 - 9.30 - 11.00 - 18.30

: ore 15.00 Celebrazione Liturgica

Feriali : ore 7.00 - 9.00 - 18.30

S. Rocco: Festiva : ore 9.00

S. Anna - Breda Libera: Festiva : ore 10.00

Feriale : giovedì ore 18.30

Cappella Casa Albergo: Feriale e prefestiva: ore 16.30

N.B.: In Basilica, ogni sabato dalle ore 15.30 alle 18.00, i sacerdoti sono a disposizione per le confessioni degli adulti. 


1 mercoledì Si celebra oggi la memoria di S. Giuseppe lavoratore.
ore 9.00 S. messa distinta per il mondo del lavoro

Oggi si apre il mese dedicato alla pietà verso la Madonna. Ogni sera, la s. messa vespertina è preceduta dalla recita del s. Rosario. Sul prossimo numero verranno pubblicati i luoghi dove ogni sera si recita il s. Rosario.

Il pellegrinaggio a Caravaggio che si svolge ogni anno, a conclusione del mese di maggio, avrà luogo la sera di venerdì
7 giugno.

2 giovedì Primo del mese. Dopo la s. messa delle ore 9.00 adorazione del Santissimo fino alle ore 12.00

3 venerdì S. Filippo e Giacomo. Apostoli, festa Sante messe con orario feriale. È giorno dedicato alla devozione del Sacro Cuore

4 sabato Presso la chiesa di S. Donnino si celebra la festa di S. Gottardo
ore 9.00 S. messa
ore 11.00 S. messa solenne
ore 17.00 S. Rosario, benedizione con la reliquia del Santo


5 Domenica VI di Pasqua

Dal Vangelo - "In quel tempo Gesù disse ai suoi discepoli: "Io pregherò il Padre ed Egli vi darà un altro consolatore perché rimanga con voi sempre". (Gv. 14, 16)

Sante messe con orario festivo

N.B. Da oggi la celebrazione pomeridiana è alle ore 16.00

ore 15.00 Celebrazione della Prima Riconciliazione per i fanciulli/e della 2a elementare
ore 16.00 Nel salone dell’Oratorio maschile incontro con i genitori dei ragazzi/e di 1a e 2a media
ore 16.00 Nel salone dell’Oratorio femminile, presso le Suore, incontro con i genitori, padrini e madrine dei bambini che saranno battezzati nel mese di maggio.

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 L’Angelo chiama

 

A "tempi" fatti - Dalla posa della prima pietra (1633) s’arriva all’inizio del xx secolo quando le pareti ed il vòlto dell’interno dell’allora prepositurale assumono un volto. Sono trascorsi, all’incirca, duecentocinquanta anni o poco più. L’Angelo, lassù, ha aspettato pazientemente dal 1674. Poco al di sotto dei suoi piedi, esperti pennelli in mani ancora più esperte, sono al lavoro: e le mura parlano.

Non dirò delle tele collocate all’interno della Basilica nel corso dei secoli passati. Ciascuno i conti li sa far da sé. Non è stata manna caduta dal cielo. I Verolesi hanno pagato. Davvero importa sapere quanto? O importano i valori del gesto e della generosa volontà?

A cose fatte - Li abbiamo visti: in questi ultimi tempi pullman carichi di turisti italiani e stranieri, di studenti delle varie scuole d’arte e non. Hanno lasciato la Basilica con la meraviglia negli occhi: "Non pensavamo di..."; "Non credevamo di...". Il verolese ascolta. È orgoglioso, fiero di possedere tanto e di poter esclamare: "Non ce ne sono tante di chiese come la nostra!". E se ne va... Forse soltanto per i fatti suoi. Chiesa alle spalle.

Ma dentro quella chiesa, circa cent’anni fa, sotto la navata, sotto la cupola, in piedi o sdraiati sopra chissà quali tipi di ponteggi e alle pareti, uomini di fede alla fede hanno dato immagini eloquenti di paradisiaca bellezza. Per il meravigliarsi degli altri... che ricorderanno. Per l’orgoglio nostro... magari di breve durata.

A cose scontate - Dicono in tanti: "Bravi i nostri avi! Con le "uova" (e non si fa solo per dire) hanno saldato i debiti". Forse, penso io, ci saranno state anche uova d’oro! Chissà! Certamente non poche quelle uscite da qualche portafoglio più gonfio ma anche più aperto di altri. Non sono soltanto le uova delle galline che fino a non moltissimi anni fa - e con me ricorderanno anche tanti altri - le massaie ancora portavano in chiesa, per depositarle in un cesto rettangolare di vimini posato sull’altare nella cappella della Madonna del Rosario in determinati periodi. La fantasia soccorre sempre, oggi, chi vuole essere generoso e scodellare uova da fantascienza. Magari! Poi, dove depositarle ciascuno sa.

Pochi dicono, tutti pensano: "I Verolesi hanno fatto ... guarda questo ... guarda quello... là in Basilica, non soltanto... anche fuori. Tutti insieme... certo... l’unione fa la forza". Uniti, certamente: avvenne allora.

E oggi?

Uniti... ma - "Io credo; io non credo; ho abbracciato un’altra fede; io sono bianco, io sono rosso, io sono verde; io sono un arcobaleno per quanto e quando mi fa comodo; io sorrido a questo mentre strizzo l’occhio a quell’altro; io... ma chi se ne importa !; ognuno per la sua strada, per i fatti suoi"...

Tutti come isole, troppo distanti le une dalle altre perché si arrivi a guardarci negli occhi e, meglio, per arrivare ad essere un tutt’uno e a darsi una mano. Intanto, intorno c’è il silenzio del sordo, quello del proverbio: "Non c’è peggior sordo...".

Vincere la sordità - Eppure: ìsolati fin che vuoi, poni un mare, un oceano attorno a te. Ma che tu voglia o no ci sarà sempre il suono di una tromba che ti raggiungerà. Sorridi? Banalità? Tutto scontato? È proprio storia vecchia?

Comunque: nega, se puoi, che quella che esce dalla tromba dell’Angelo è una voce che non entra da un orecchio per uscire dall’altro ma, dopo averti raggiunto, facendo angolo retto, va diritta al cuore; nega, se puoi, che quella voce, se a volte ti crea dubbi ti dona anche certezze; nega, se puoi, che nei tormenti essa ti arricchisce di speranza; nega, se puoi, di esserti mai aggrappato ad essa e di non averne fatto invocazione; nega, se puoi, di aver ritrovato la pace dopo esserti a lei abbandonato. La voce-suono di quella tromba mai si diffonde invano; annulla, invece, le distanze. Le isole non esistono per lei, ricostituisce il continente; l’isolano non è più tale. La sordità è sconfitta.

Mobilitiamoci - Ora, il solletico gli prude sotto i piedi. I restauratori sono all’opera pochi metri più sotto.

Sorride, soddisfatto, l’Angelo. Quel solletico non gli provoca risa convulse ma gli infonde nelle dita un’agilità mai conosciuta prima; così dalla sua tromba escono melodie che incantano. Nessuno sfugge al loro fascino; esse sono parole che penetrano, scuotono, turbano perché ti senti obbligato a guardarti dentro; e fai i conti con te stesso, lì, con l’Angelo che ti sta accanto e... sorride... anche quando i conti non tornano. Un sorriso che disarma. Allora senti: il peso della solitudine, il niente dello star solo, che c’è in te un angolo di vuoto che forse non sapevi d’avere e che è, invece, in cerca di concretezze cercando altri che ti accompagnino. Va ancora oltre, quella voce, e raggiunge: posti di lavoro, scuole, associazioni, enti, istituzioni: isole, anche queste che, pure, hanno occhi per vedere e non possono ignorarsi ed ignorare. È un patrimonio di tutti

questa Basilica, monumento della fede di cui ci si sente orgogliosi. Urge la mobilitazione di tutti; non più isole ma il continente Verola che ha la sua Basilica da salvare nel suo magico rinnovato splendore.

Soltanto splendore? - Entro in Basilica. Noto il contrasto evidente tra lo scintillio dell’abside restaurata, i colori spenti della navata e, in mezzo, nel transetto, il monumentale ponteggio, lì costruito come sicura incrollabile artistica ragnatela dentro la quale gli esperti sono già al lavoro per ridare vita alla cupola ed agli altari laterali.

Ma 1’abside rimessa a nuovo! Ti viene quasi incontro e ti parla con vibranti parole, echi di quel calore che l’atmosfera del tempio ti fa sempre sentire ogni qualvolta tu vi entri o quando gli passi accanto. Ovunque senti che tutto è tuo; che tu creda o no tutto è patrimonio della tua famiglia e lo devi conservare nel ricordo e nel rispetto di quanti te l’hanno tramandato e perché, a tua volta, debba essere con venerazione ricordato e rispettato dalle generazioni future.

Se entri sentirai, come un soffio ristoratore, la voce suadente dell’Angelo che t’invita a ripetere la generosità dei predecessori che hanno saputo creare tanta ricchezza.

Se, invece, proprio non voi entrare e all’invito dell’Angelo risponderai col silenzio, allora pensa, ancora e sempre, ai tuoi avi, ai ceri che vai ad accendere ed a quei fiori che, Dio non voglia, per vanagloria vai a deporre sulle loro tombe. Per te essi saranno sempre vivi soprattutto nel tempio di cui ti hanno costituito erede. In esso per te continueranno, comunque, a pregare. Così il riconquistato splendore del tempio brillerà per tutti anche se, soltanto per i tuoi occhi, rimarrà velato dall’ombra dei tuoi rifiuti.

Rino Bonera

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Messaggio del Santo Padre
per la XXXIX Giornata Mondiale
di Preghiera per le Vocazioni

21 aprile 2002 - IV domenica di Pasqua

"La vocazione alla santità"

 

Venerati Fratelli nell’Episcopato, carissimi Fratelli e Sorelle!

1. A voi tutti "diletti da Dio e santi per vocazione, grazia e pace da Dio, Padre nostro, e dal Signore Gesù Cristo" (Rm 1, 7). Queste parole dell’apostolo Paolo ai cristiani di Roma ci introducono nel tema della prossima Giornata Mondiale di Preghiera per le Vocazioni: "La vocazione alla santità". La santità! Ecco la grazia e la meta di ogni credente, secondo quanto ci ricorda il Libro del Levitico: "Siate santi, perché io il Signore, Dio vostro, sono santo" (19, 2).

Nella Lettera apostolica Novo millennio ineunte ho invitato [...] a "esprimere la convinzione che, se il Battesimo è un vero ingresso nella santità di Dio attraverso l’inserimento in Cristo e l’inabitazione del suo Spirito, sarebbe un controsenso accontentarsi di una vita mediocre, vissuta all’insegna di un’etica minimalistica e di una religiosità superficiale... È ora di riproporre a tutti con convinzione questa "misura alta" della vita cristiana ordinaria: tutta la vita della comunità ecclesiale e delle famiglie cristiane deve portare in questa direzione" (n.31).

Compito primario della Chiesa è accompagnare i cristiani sulle vie della santità [...] per essere tempio santo nel Signore" (Ef 2, 20-21).

La Chiesa raccoglie in sé tutte le vocazioni che Dio suscita tra i suoi figli e si configura essa stessa come luminoso riflesso del mistero della Santissima Trinità. Come "popolo adunato dall’unità del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo", essa porta in sé il mistero del Padre che chiama tutti a santificare il suo nome e a compiere la sua volontà; custodisce il mistero del Figlio che, mandato dal Padre ad annunciare il Regno di Dio, invita tutti alla sua sequela; è depositaria del mistero dello Spirito Santo che consacra per la missione quelli che il Padre ha scelto mediante il Figlio suo Gesù Cristo [...]

2. La Chiesa è "casa della santità" e la carità di Cristo, effusa dallo Spirito Santo, ne costituisce l’anima. In essa tutti i cristiani si aiutano reciprocamente a scoprire e realizzare la propria vocazione nell’ascolto della Parola di Dio, nella preghiera, nell’assidua partecipazione ai Sacramenti e nella ricerca costante del volto di Cristo in ogni fratello. [...]

Se ogni vocazione nella Chiesa è al servizio della santità, alcune tuttavia, come la vocazione al ministero ordinato e alla vita consacrata, lo sono in modo del tutto singolare. È a queste vocazioni che invito tutti a guardare oggi con particolare attenzione, intensificando la loro preghiera per esse.

La vocazione al ministero ordinato "è essenzialmente una chiamata alla santità, nella forma che scaturisce dal sacramento dell’Ordine" (Pastores dabo vobis, 33). [...]

La vita consacrata rivela l’intima natura di ogni vocazione cristiana alla santità e la tensione di tutta la Chiesa-Sposa verso Cristo "unico suo Sposo". [...]

La scarsità di candidati al sacerdozio e alla vita consacrata, che si registra in taluni odierni contesti, lungi dal condurre ad esigere meno e ad accontentarsi di una formazione e di una spiritualità mediocri, deve spingere piuttosto ad una maggiore attenzione alla selezione e alla formazione di quanti, una volta costituiti ministri e testimoni di Cristo, saranno chiamati a confermare con la santità della vita ciò che annunceranno e celebreranno.

3. È necessario porre in atto ogni mezzo perché le vocazioni al sacerdozio ed alla vita consacrata, essenziali per la vita e la santità del Popolo di Dio, siano continuamente al centro della spiritualità, dell’azione pastorale e della preghiera dei fedeli.

I Vescovi e i presbiteri siano, per primi, i testimoni della santità del ministero ricevuto in dono. Con la vita e l’insegnamento mostrino la gioia di seguire Gesù, Buon Pastore [...].

Consacrati e consacrate [...] mostrino che la loro esistenza è saldamente radicata in Cristo, che [...] nell’amore alla contemplazione, nella gioia di servire i fratelli, nella castità vissuta per il Regno dei Cieli, nella generosa dedizione al proprio ministero sta la forza di ogni proposta vocazionale!

Un ruolo decisivo per il futuro delle vocazioni nella Chiesa sono chiamate a giocarlo le famiglie. La santità dell’amore sponsale, l’armonia della vita familiare, lo spirito di fede con cui si affrontano i quotidiani problemi della vita, l’apertura agli altri, soprattutto ai più poveri, la partecipazione alla vita della comunità cristiana costituiscono l’ambiente adeguato per l’ascolto della divina chiamata e per una generosa risposta da parte dei figli.

4. "Pregate dunque il padrone della messe perché mandi operai nella sua messe" (Mt 9, 38; Lc 10, 2). In obbedienza al comando di Cristo, ogni Giornata Mondiale si caratterizza come momento di intensa preghiera, che coinvolge l’intera comunità cristiana in un’incessante e fervorosa invocazione a Dio per le vocazioni. Quanto è importante che le comunità cristiane diventino vere scuole di preghiera, capaci di educare al dialogo con Dio e di formare i fedeli ad aprirsi sempre più all’amore con cui il Padre "ha tanto amato il mondo da mandare il suo Figlio unigenito" (Gv 3, 16)! La preghiera coltivata e vissuta aiuterà a lasciarsi guidare dallo Spirito di Cristo per collaborare all’edificazione della Chiesa nella carità, [...] condurrà il credente, sull’esempio di Maria, a rendersi disponibile nel pronunciare un "sì" pieno e generoso al Signore che chiama ad essere ministro della Parola, dei Sacramenti e della Carità, o segno vivente della vita casta, povera e obbediente di Cristo tra gli uomini del nostro tempo.

Il Padrone della messe non faccia mancare alla sua Chiesa numerose e sante vocazioni sacerdotali e religiose! 

Padre santo, guarda questa nostra umanità,

che muove i primi passi nel cammino del terzo millennio.

La sua vita è segnata ancora fortemente

dall’odio, dalla violenza, dall’oppressione,

ma la fame di giustizia, di verità e di grazia

trova ancora spazio nel cuore di tanti,

che attendono chi porti la salvezza,

operata da te per mezzo del tuo Figlio Gesù.

 

C’è bisogno di araldi coraggiosi del Vangelo,

di servi generosi dell’umanità sofferente.

Manda alla tua Chiesa, ti preghiamo,

presbiteri santi, che santifichino il tuo popolo

con gli strumenti della tua grazia.

Manda numerosi consacrati e consacrate,

che mostrino la tua santità in mezzo al mondo.

Manda nella tua vigna operai santi, che operino
con l’ardore della carità e, spinti dal tuo Santo Spirito,

portino la salvezza di Cristo

fino agli estremi confini della terra. Amen.

Da Castel Gandolfo, 8 settembre 2001

IOANNES PAULUS PP. II

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La Settimana del Restauro

Recuperi 2001

 

Il Comune e la Provincia di Brescia, con la supervisione della "Soprintendenza per i Beni Artistici e Storici di Brescia, Cremona e Mantova", hanno organizzato, presso il Museo Diocesano di Brescia una Mostra dedicata a "La Settimana del Restauro - Recuperi 2001".

La manifestazione è stata ufficialmente inaugurata ed aperta alle ore 18.00 di sabato 16 marzo ed è rimasta aperta sino allo scorso 1° aprile.

Vogliamo sottolineare:

- fra le assai numerose opere restaurate ed esposte una particolare attenzione richiamano i "15 Misteri del Rosario", opere di Ottavio Amigoni (1605-1661). Sono tele che torneranno presto a Verolanuova per essere ricollocate nell’apposito spazio loro riservato attorno alla tela della "Madonna col Bambino in gloria tra i Ss. Domenico, Lorenzo e Caterina d’Alessandria" dipinta da G. B. Trotti detto il Malosso e che è collocata, come i verolesi sanno, nell’altare della Madonna del Rosario;

- l’importanza, il valore, la solarità dei colori ed il linguaggio delle immagini di rara efficacia hanno suggerito agli organizzatori di scegliere tra i nostri "15 Misteri" i quadri da riprodurre sia sulle copertine del bel catalogo, nell’interno dello stesso e sul depliant pubblicitario della mostra.

La copertina dell’Angelo di questo mese offre ai lettori la riproduzione di cinque dei quindici quadri (ne pubblicheremo altri nei numeri successivi) che ritroveranno posto nel loro altare alla fine dei restauri attualmente in corso.

Li vedremo brillare, alla fine, come altrettante autentiche stelle la cui luce si unirà a quella che ormai si diffonde in tutta la Basilica e che proviene da tutti gli altari e dalle tele che già stiamo ammirando nel loro ritrovato splendore dopo i restauri degli ultimi anni. (r. b.)

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Eredità del Giubileo

 

L’eredità dei martiri

(2) 

di don Giovanni

 

Uno degli aspetti che fin dalla TMA (Tertio Millennio Adveniente), documento preparatorio al Giubileo, il santo Padre ha richiamato con intensità particolare è stata l’attenzione ai testimoni della fede, ai martiri, sia a quelli dei primi secoli che a quelli dei secoli successivi, con particolare attenzione a quelli del XX secolo.

È un altro dei doni che il Giubileo ci ha lasciato e che non va dimenticato. Concludiamo la ri - visitazione di quanto, su questo tema, l’evento giubilare ci ha lasciato in eredità.

Nella celebrazione in memoria dei martiri tenuta al Colosseo, il 7 maggio 2000, insieme ai rappresentanti di varie Chiese, oltre a quella Cattolica, il santo Padre espresse una intensa riflessione; già ne abbiamo riportato qualche stralcio lo scorso mese, ora continuiamo:

Questi nostri fratelli e sorelle nella fede, a cui oggi facciamo riferimento con gratitudine e venerazione, costituiscono come un grande affresco dell’umanità cristiana del ventesimo secolo. Un affresco del vangelo delle Beatitudini, vissuto sino allo spargimento del sangue.

"Beati voi quando vi insulteranno e vi perseguiteranno e, mentendo, diranno contro di voi ogni sorta di male a causa mia, rallegratevi ed esultate, poiché grande è la vostra ricompensa nei cieli" (Mt. 5, 11-12). Quanto si addicono queste parole di Cristo agli innumerevoli testimoni della fede del secolo passato, insultati e perseguitati, ma mai piegati dalla forza del male!

Laddove l’odio sembrava inquinare tutta la vita senza la possibilità di sfuggire alla sua logica, essi hanno manifestato come "l’amore sia più forte della morte". All’interno di terribili sistemi oppressivi, che sfiguravano l’uomo, nei luoghi di dolore, tra privazioni durissime, lungo marce insensate, esposti al freddo, alla fame, torturati, sofferenti in tanti modi, essi hanno fatto risuonare alta la loro adesione a Cristo morto e risorto.

Tanti hanno rifiutato di piegarsi al culto degli idoli del ventesimo secolo, e sono stati sacrificati dal comunismo, dal nazismo, dall’idolatria dello Stato o della razza. Molti altri sono caduti nel corso di guerre etniche o tribali, perché avevano rifiutato una logica estranea al Vangelo di Cristo. Alcuni hanno conosciuto la morte, perché, sul modello del buon Pastore, hanno voluto restare con i loro fedeli, nonostante le minacce. In ogni continente e lungo l’intero Novecento, c’è stato chi ha preferito farsi uccidere, piuttosto che venir meno alla propria missione. Religiosi e religiose hanno vissuto la loro consacrazione sino all’effusione del sangue. Uomini e donne credenti sono morti offrendo la loro esistenza per amore dei fratelli, specie dei più poveri e deboli. Non poche donne hanno perso la vita per difendere la loro dignità e la loro purezza.

L’eredità preziosa che questi testimoni coraggiosi ci hanno tramandato è un patrimonio comune di tutte le Chiese. È un’eredità che parla con una voce più alta dei fattori di divisione. L’ecumenismo dei martiri e dei testimoni della fede è il più convincente (sottolineature a cura della redazione).

Traspare da queste parole la riconoscenza a Dio e l’ammirazione entusiasta e riconoscente del Papa per questi fratelli e sorelle, che ci additano la via della testimonianza coraggiosa, scuotendoci dalla nostra facilità ad assuefarci alla mentalità e ai costumi dominanti.

Ma non basta ammirare. Si tratta di seguire Cristo con la stessa determinazione, con il medesimo amore testimoniatici da questi fratelli e sorelle nella fede, siano essi cattolici, ortodossi, protestanti: sono patrimonio comune di tutta la Chiesa.

Proprio a tale proposito, il santo Padre, non poteva, nel corso di quell’anno incomparabilmente intenso, non tornare su un argomento che gli stava tanto a cuore. Lo fece nel corso della memorabile e splendida grande Veglia di Tor Vergata, durante la GMG 2000 - Giubileo dei Giovani. Già nei giorni precedenti essi erano stati portati in vari modi a riflettere sulla estrema testimonianza offerta da tanti loro fratelli nella fede, soprattutto con la suggestiva e intensa Via Crucis del 18 agosto; tutta la celebrazione della serata del 19 a Tor Vergata costituì un continuo, mirabile richiamo ai testimoni della fede, a partire dagli apostoli fino ai martiri dei nostri tempi: era evidente l’intento di additarceli come esempio. Il Papa coronò il tutto, dicendoci, tra l’altro:

Carissimi amici, anche oggi credere in Gesù, seguire Gesù sulle orme di Pietro, di Tommaso, dei primi apostoli e testimoni, comporta una presa di posizione per Lui e non di rado quasi un nuovo martirio: il martirio di chi, oggi come ieri, è chiamato ad andare contro corrente per seguire il Maestro divino, per seguire "l’Agnello dovunque va" (Ap. 14, 4). Non per caso, carissimi giovani, ho voluto che durante l’Anno Santo fossero ricordati presso il Colosseo i testimoni della fede del ventesimo secolo (a questo punto ebbe luogo uno scrosciante applauso da parte dei due milioni di giovani presenti).

Forse a voi non verrà chiesto il sangue, ma la fedeltà a Cristo certamente sì! Una fedeltà da vivere nelle situazioni di ogni giorno...

ed elencava alcuni esempi di questo "martirio della fedeltà", dell’andare controcorrente. Rimandiamo al nostro sito internet (v. indirizzo nell’ultima di copertina), nella pagina dell’Oratorio per il testo completo.

Il giorno dopo, concludendo l’omelia - anch’essa memorabilmente intensa - della Messa, il santo Padre diceva, parafrasando s. Caterina da Siena:

Se sarete quello che dovete essere, metterete fuoco in tutto il mondo!

e additava l’Eucaristia come sorgente della forza con cui lo Spirito ci rende capaci di testimonianza a Cristo, Signore vivente e risorto, con il quale saremo anche noi vittoriosi.

Nel documento consegnato all’intera Chiesa alla fine del Giubileo, la Novo Millennio Ineunte (NMI), al n 7, il santo Padre è tornato su questo aspetto:

La viva coscienza penitenziale (caratteristica del Giubileo - NdR) non ci ha impedito di rendere gloria al Signore per quanto ha operato in tutti i secoli, e in particolare nel secolo che ci siamo lasciati alle spalle, assicurando alla sua Chiesa una grande schiera di santi e di martiri. Per alcuni di essi l’Anno giubilare è stato anche l’anno della beatificazione o canonizzazione. Riferita a Pontefici ben noti alla storia o ad umili figure di laici e religiosi, da un continente all’altro del globo, la santità è apparsa più che mai la dimensione che meglio esprime il mistero della Chiesa. Messaggio eloquente che non ha bisogno di parole, essa rappresenta al vivo il volto di Cristo.

Molto si è fatto poi, in occasione dell’Anno Santo, per raccogliere le memorie preziose dei Testimoni della fede nel secolo XX. Li abbiamo commemorati il 7 maggio 2000, insieme con i rappresentanti delle altre Chiese e Comunità ecclesiali, nello scenario suggestivo del Colosseo, simbolo delle antiche persecuzioni. È un’eredità da non disperdere, da consegnare a un perenne dovere di gratitudine e a un rinnovato proposito di imitazione.

Chi ha affrontato il martirio lo ha fatto per conservarsi fedele al Martire per eccellenza, "il Testimone fedele" (Ap. 1, 5), per seguire le orme di Lui che ci ha lasciato l’esempio (1Pt. 2, 21). Egli ci chiama a seguirlo, prendendo la nostra croce, quando essa ci si presenta, perché è perdendoci per Lui che ci troviamo veramente (cfr. Mt. 16, 24-25): è la logica pasquale, che risplende luminosa per noi in questo tempo di Pasqua, che stiamo vivendo dopo aver da poco celebrato il mistero della Passione, Morte e Sepoltura del Signore: Colui che fu "Testimone fedele" è, proprio per questo, "il Primogenito dei morti" (Ap. 1, 5), "L’Alfa e l’Omega, il Primo e l’Ultimo, il principio e la fine" (Ap. 22, 13): il Signore Gesù Cristo, Agnello immolato e Risorto Vivente, datore dello Spirito di fortezza e della vita. A Lui la nostra lode nei secoli dei secoli.

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 In visita a Verolanuova

 

Il 22 gennaio scorso, martedì, gli studenti delle classi 5aA e 5aB Periti dell’Istituto Superiori d’Istruzione "V. Capirola" di Leno, accompagnati da due insegnanti, hanno visitato Verolanuova ed ammirato, in particolare, la nostra Basilica e le opere artistiche in essa contenute.

Il Tiepolo, specialmente, ha attirato la loro attenzione e di lui e delle sue tele in particolare hanno voluto parlarci nella relazione che pubblicheremo con piacere, integralmente in due puntate.

Siamo loro grati del lavoro fatto perché costituisce, inoltre, un valido contributo alla conoscenza di questi capolavori i cui particolari e significati non sempre sono colti dal visitatore frettoloso.

Un grazie anche agli insegnanti che li hanno condotti a Verolanuova. 

Gian Battista Tiepolo: il Pittore regista a Verolanuova

...lirico, sensuale, fantastico, favoloso, illusionistico, teatrale, sono parole che si adattano al Tiepolo. La sua arte ci preme addosso, ci fa violenza, per obbligarci a sentirci qualcosa: esaltazione religiosa, ammirazione per un principe, per uno Stato, per una famiglia fastosa, o, nei casi che prediligo, fantasie o sensazioni di genere più privato. Il Tiepolo vuole stupirci, sconvolgerci o sedurci. Si sovrappone alla natura, quella dei suoi dipinti, illuminandola di luci che producono suggestione. (...) il Tiepolo è un pittore di cieli, anzi ha reinventato le innumerevoli varianti di quella facciata unica che è la volta celeste. E’ forse l’unica pittura, la sua, che si trasporta dentro il cielo, e immagina di vederlo come potrebbe un essere insieme carnale e celeste, che avesse in cielo la propria dimora profana; col cielo, i suoi abitanti, Marte e Venere in conversazione. Questo mitologo sincero, pittore metafisico dei sensi e del sangue, tocca le corde del patetico, dell’idillico, dell’elagico.
G. Piovene, La metafisica dei sensi, 1968

Martedì 22 gennaio, noi studenti del corso Periti dell’Istituto d’Istruzione Superiore "Capirola" di Leno, ci siamo recati a Verolanuova, un centro della realtà della Bassa Bresciana ricco di storia e di arte. Per noi è stato come scoprire un patrimonio locale di pregevole valore per la svariata quantità e qualità di opere di interesse storico-artistico che offre ai suoi visitatori. Solitamente abbiamo la cattiva abitudine di cercare opere solo e sempre fuori dal nostro territorio; talvolta erroneamente riteniamo che solo le opere popolari, quelle che vediamo pubblicate sui testi sono rappresentative di un autore o di una corrente. Tra queste vi sono due opere di un autore contemplato in tutti i percorsi didattici ministeriali: Gian Battista Tiepolo, il più grande pittore italiano del settecento e l’ultimo esponente di una scuola di lunga e prestigiosa tradizione, quella veneta e a ragione quella italiana.

Siamo stati accolti e guidati in Chiesa con tanta simpatia dal Rev. Parroco Don Luigi Corrini. Dopo le opere architettoniche e pittoriche di stampo religioso abbiamo visitato quelle di carattere civile quale Palazzo Gambara con i suoi ambienti affrescati a tematiche mitologiche.

Dal racconto del Parroco e dalla lettura di qualche testo abbiamo appreso che:... ...con l’inizio della costruzione, architettonicamente interessante per la sua singolare convezione, si compiva il voto solenne espresso dalla popolazione verolese durante la drammatica esperienza della peste del 1630 e si esaudivano anche le più antiche sollecitazioni del Cardinale Borromeo (poi San Carlo), da lui espresse al cugino Gambara durante la visita pastorale del 1580 per le crescenti necessità di culto di un paese sempre più popoloso, quale stava diventando Verolanuova. Il merito dei Gambara mecenati fu quello di aver chiamato, alla decorazione della Chiesa e di alcuni palazzi civili della città i migliori artisti del tempo; si può tranquillamente affermare dalla presenza di opere pittoriche che la scuola veneta è qui presente in tutta la sua evoluzione, riassunta nei suoi contenuti più grandi ed espressivi. L’artista più prestigioso incaricato dai Gambara fu sicuramente il Tiepolo. Chiamato a Verolanuova verso il 1740, rimase nel paese per alcuni mesi eseguendo le due tele collocate nella Cappella del Sacramento. Il Tiepolo nacque a Venezia nel 1696 da una famiglia benestante ma rimasto orfano, fu avviato molto giovane alla scuola del pittore Lazzarini per imparare il mestiere. Presto abbandonò la bottega per orientarsi verso la pittura del Piazzetta e del Bencovich. Se però questi maestri si basavano tutto su un forte chiaroscuro, il Tiepolo trova il modo di esprimere la vivacità del movimento con toni chiarissimi, armonizzati. Le sue composizioni si aprono sempre più su scenografie prospettiche, alle quali corrisponde l’ardimento cromatico delle tinte ariose ed eccitate. Oltre le quinte prospettiche, composte da architetture e da figure poste di spalle rispetto allo spettatore, si apre una sapiente composizione che utilizza un vasto repertorio di scorci, di gesti, di particolari. Sensibile all’influsso dell’arte del Veronese, ne riprese la sapiente struttura cromatica nelle decorazioni dei palazzi, ma diede prova di virtuosismo prospettico illusionistico in composizioni immerse in una luce piena e solare. Gian Battista Tiepolo è, quindi, il maestro della tavolozza cromatica e della leggerezza del segno della pittura veneziana del Settecento. È proprio nel clima di decadenza e ricerca dell’effimero, in cui versa la Repubblica della Serenissima del 18° secolo, che matura la personalità del Tiepolo, ultimo esponente artistico della gloriosa Repubblica veneta e a ragione della lunga tradizione pittorica italiana. La sua pittura sovente colorò il mondo della nobiltà della città lagunare, che ormai viveva nei suoi ideali non più realizzabili, nella nostalgia di glorie passate e nelle storie e visioni fantastiche che, sotto il pennello di Tiepolo, prendevano vita, come evocate in un grande teatro, il teatro della vita.

Ma veniamo ai due capolavori del Tiepolo presenti nella Parrocchiale di Verola-nuova per le quali tenteremo di contribuire con un nostro modesto commento.

"Il sacrificio di Melchisedech". Il soggetto dell’opera è tratto dall’episodio biblico "La benedizione di Melchisedech" che è descritta nel 14° capitolo della Genesi dal v. 18° al v. 20°. La narrazione biblica vuole che Melchisedech, re di Salem, abbia fatto portare pane e vino per rendere grazie a El Elyon (Dio Altissimo) di cui era sacerdote. Melchisedech benedice Abramo con le parole: "Sia benedetto Abramo da El Elyon, Creatore e Signore del Cielo e della Terra! E benedetto sia El Elyon che ti ha dato nelle mani i tuoi nemici". Il racconto vuole che Abramo dia in seguito al sacerdote la decima di tutto. La collocazione degli elementi nella tela si può suddividere in partiture: un primo piano caratterizzato dalla presenza del popolo a sinistra e un gruppo di guerrieri sulla destra. Il primo ha con sé le vittime per il sacrificio, mentre l’altro osserva in silenzio Melchisedech che, vicino all’altare alza al cielo l’offerta del pane. Sullo stesso piano del Sacerdote sono rappresentati in retrovia alcuni giovani che suonando scendono da una balza. Nella fascia più alta, che comprende buona parte del cielo, sono raffigurati degli angeli, posti comodamente su soffici nubi.

"La caduta della manna". Il soggetto dell’opera è basato sul racconto biblico "la manna" che è trattato nel capitolo 16° del libro dell’Esodo. Il racconto è suddiviso in due momenti: "la promessa della manna" e l’"adempimento della promessa". Il popolo di Israele giunto a Dafca, località nella penisola sinaitica, sta morendo dalla fame perché i viveri cominciavano a scarseggiare e, in preda alla disperazione, mormora contro Mosè ed Aronne. Il Signore allora promette a Mosè che avrebbe dato di che mangiare alla sua discendenza. "Ecco, io sto per far piovere pane dal cielo per voi: il popolo uscirà a raccoglierne ogni giorno la razione di un giorno, perché io lo metta alla prova, per vedere se cammina secondo la mia legge o no. Ma il sesto giorno, quando prepareranno quello che dovranno portare a casa, sarà il doppio di ciò che raccoglieranno ogni altro giorno..." "...Alla sera le quaglie salirono e coprirono l’accampamento e al mattino ci fu uno strato di rugiada intorno all’accampamento. Lo strato di rugiada poi se ne andò e con stupore degli Israeliti al suo posto comparve qualcosa di granuloso che aveva il sapore di focaccia di miele ed assomigliava al seme bianco di coriandolo, Mosè spiegò al suo popolo che quello era il pane che il Signore aveva mandato loro e lo chiamarono man hù (manna)"

Le tele, le più vaste in assoluto realizzate dall’autore, costituiscono la produzione più considerevole del Tiepolo nel bresciano e contribuiscono a riscattare quest’area dall’indifferenza o insensibilità quale provincia trascurata dalle corporazioni artistiche ed artigianali presenti in quel tempo soprattutto a Venezia, Mantova e Verona. Si può dire che a Verolanuova il Tiepolo, maestro della tavolozza cromatica, migliora i risultati della sua ricerca e raggiunge una leggerezza del segno e del colore della pittura veneziana del settecento senza precedenti. La ricerca della trasparenza atmosferica fu iniziata ad Udine e ripresa negli affreschi eseguiti a Milano con esiti di alta luminosità ed immediatezza. Le opere di Verolanuova (" la caduta della manna" e "il sacrificio di Melchisedech") insieme al "martirio di Sant’Agata" alla Basilica di Padova costituiscono il superamento di un periodo di crisi e l’abbandono definitivo della tesa drammaticità del periodo giovanile per orientarsi verso un nuovo classicismo formale e un più maturo equilibrio compositivo. Furono proprio questi primi riusciti esperimenti di una pittura nuova che lo lanceranno alla decorazione dei soffitti giungendo a vertiginosi effetti di illusionismo spaziale.

(continua)

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 DONNE SCHIAVIZZATE X UOMINI COLPEVOLI

 

 

Abbiamo ricevuto dal Gruppo Imp-sex di Brescia
(tel. operativi: 338-7463293 - 333-3155672):

Brescia, 8 marzo 2002

Vi chiediamo di accogliere, fare vostro e diffondere questo messaggio.

Nella sua scarna sinteticità riassume i complessi elementi di un problema grave, caratteristico del nostro tempo, che attende di essere illuminato dalla testimonianza di chi crede nel Vangelo e nella comune dignità di ogni essere umano.
Il silenzio e la reticenza sul tema della tratta di giovani donne straniere appare ogni giorno sempre più intollerabile.

Non chiediamo denaro, raduniamo coscienze.

Per il gruppo Imp-sex
Don Mario Neva

Aderiamo volentieri alla richiesta e pubblichiamo.

Credenti e volontari dinanzi al grave problema
delle giovani donne vendute per strada.

Questo messaggio è rivolto a tutti coloro che, affamati e assetati della giustizia, desiderano affrontare i problemi della vita e della storia come discepoli di Cristo e affermare con gesti concreti il valore universale della dignità umana. Chiediamo a tutti di diffondere questo scritto, di condividere con noi l’obiezione di coscienza non violenta dinanzi ad ogni ingiustizia.

1. Dietro ogni messaggio che ci raggiunge abita una concezione della vita.

2. La proposta di aprire case chiuse o quartieri del sesso allo scopo di togliere dalla vista, soprattutto dei giovanissimi, il fenomeno della prostituzione per strada, nasconde la complessità del problema e tace le gravi responsabilità che lo hanno generato.

3. Per una sorta di mascheramento tematico si tende ormai a collocare tale fenomeno nell’orbita della semplice prostituzione.

4. In realtà chi osserva senza pregiudizi i fatti da vicino, nella loro reale entità e nel loro percorso storico, avverte immediatamente di trovarsi dinanzi ad una vera e propria tratta di giovani donne, che a diversi livelli sono rese schiave da clan malavitosi, con una somma di violenze fisiche e psicologiche, per lo sfruttamento sessuale a scopo di lucro.

5. Legalizzare questa grave forma di sopruso, oltre a non risolvere il problema, vorrebbe dire sancire la violenza, lo sfruttamento e il dominio dell’uomo sulla donna e dei ricchi sui poveri.

6. È necessario anche affermare che la cosiddetta prostituzione libera e professionale non è scevra da gravi e complesse problematiche: la scelta di sopprimere le case cosiddette chiuse corrispose nel passato ed una scelta di civiltà e di rispetto per la dignità delle donne.

7. Quello a cui noi assistiamo è un fenomeno di prostituzione solo nella sua fase terminale. La possibilità di ottenere ingenti guadagni causa una violenta pressione psicologica e fisica esercitata da anni sulle giovanissime donne dell’Est Europa e della Nigeria, pressione che le costringe o le rende disponibili alla prostituzione.

8. Occorre denunciare la grave carenza degli interventi politici comune agli ultimi governi italiani, fatta eccezione per il Presidente Giuliano Amato, che ha debitamente sottolineato la responsabilità grave e concreta dei cosiddetti clienti, coloro cioé che, di fatto, cercano queste giovani donne per prestazioni sessuali.

9. Ciò che accade sulla strada è un tragico corollario dell’immigrazione. Alla sua radice troviamo la situazione di povertà dei paesi d’origine e il clima di vuoto etico lasciato dalla caduta dei regimi comunisti. Il miraggio della ricchezza, ostentata dalle nostre società europee, accresce il livello di frustrazione e di disponibilità a fare qualsiasi cosa, pur di ottenere denaro. La possibilità di prostituzione di fatto permessa sulle nostre strade, nei locali notturni, negli alberghi, negli appartamenti privati, ha generato una colossale spinta dai paesi dell’Est e dalla Nigeria.

10. È moralmente grave che questa situazione di debolezza venga così superficialmente sfruttata dalle società europee, senza alcuno scrupolo. Decisamente indegno è, in modo particolare, sfruttare il decaduto comunismo per esaltare un consumismo senza anima, abbandonando la doverosa riflessione sulle ingiustizie sociali, gli squilibri economici, sui diritti umani. La nostra società, che ci tiene a ostentare quando conviene la propria radice cristiana, appare qui decisamente lontana dalla ispirazione evangelica.

11. Occorre stigmatizzare innanzitutto la realtà dei paesi di origine, il degrado e la corruzione di famiglie, funzionari, trafficanti, passeurs, ecc., tutti coloro che in definitiva lucrano su questo traffico di esseri umani.

12. Ma ancora di più è necessario affermare che la responsabilità più grave va attribuita all’indefinita e multiforme schiera di uomini che incontrano queste giovani per ragioni sessuali e affettive. Non si vuole certamente togliere valore alle profonde analisi psicologiche e sociologiche che tentano di scandagliare le motivazioni della ricerca di sesso a pagamento. Neppure si intende negare la comprensione per la diffusa fragilità sessuale del mondo maschile. Non saranno infine gravi problemi storici di devianza a sopprimere il valore essenziale e radicalmente positivo della sessualità umana.

13. La ricerca di sesso a pagamento è un atteggiamento oggettivamente inaccettabile che si configura sufficientemente, in modo più o meno grave, come un fatto illegale, lesivo della dignità di queste giovani donne, un comportamento che ferisce in profondità il tessuto sociale e che deprime la dignità stessa di chi lo pone in atto.

14. Chi accede a pagamento alle prestazioni sessuali di giovani donne, che provengono da una complessa e dolorosa storia di violenze, è gravemente responsabile e quindi oggettivamente perseguibile. Anche qualora non venisse posta in atto una norma adeguata, il valore etico di questa riprovazione permane in tutta la sua forza.

15. La diffusa cultura che tende a sminuire se non ad eliminare la responsabilità dei ricercatori di sesso impone una rigorosa obiezione di coscienza a tutti coloro che sono convinti che non debbano esistere esseri umani asserviti ad esseri umani che godono di una assoluta impunità.

16. Obiezione di coscienza vuol dire:

- sostegno alle ragazze che sono schiavizzate per strada (ciò comporta l’offerta di una possibilità di liberazione ma anche il loro deciso allontanamento dalla strada, in un modo che non leda ulteriormente la loro dignità ferita).

- significa constatare il fenomeno alla fonte, impedendo il più possibile traffici clandestini di esseri umani.

Obiezione di coscienza implica lotta senza tregua ai racket e a coloro che lucrano su questo sfruttamento. È fondamentale l’attiva collaborazione di tutti con le istituzioni preposte. Obiezione implica infine il rifiuto del paternalismo, della demagogia politica che tace la grave responsabilità di chi cerca prestazioni sessuali.

17. Coloro che condividono queste riflessioni, nate dal diretto contatto con le giovani donne sulla strada e da una costante ricerca ed un faticoso confronto, sono invitati a sottoscriverle e a diffonderle, nei modi della tolleranza, consapevoli che la zizzania seminata dal maligno verrà estirpata alla fine dei tempi e che si vince il male solo con il bene.

18. Diffondi lo slogan: Donne schiavizzate per uomini colpevoli!

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 ogni mese... ... una preghiera

 

Tempo di Pasqua, tempo dell’alleluia esultante, unica festa che si estende per cinquanta giorni, periodo che veniva chiamato pentecoste, termine che poi finì per designare come nome proprio il cinquantesimo giorno, quello della pienezza pasquale, culminante nel dono dello Spirito.

Cantiamo la nostra esultanza e la nostra lode, la nostra riconoscenza gioiosa e chiediamo al Signore che vive glorioso il dono dello Spirito, perché la nostra fede sia profonda ed entusiastica, convinta e fonte di letizia.

Offriamo alla preghiera dei lettori dell’"Angelo" la preghiera di s. Francesco davanti al Crocifisso - Risorto di S. Damiano e questo inno, tradotto da un libro della Liturgia delle Ore per i paesi francofoni.

 

O alto e glorioso Dio,

illumina le tenebre del cuore mio.

Donami fede retta,

speranza certa,

carità perfetta

e umiltà profonda.

Dammi, o Signore,

senno e discernimento

per compiere la tua santa volontà. Amen.

S. Francesco d’Assisi

 

Inno pasquale

Giorno di resurrezione!

Popoli, siate raggianti di gioia!

È la Pasqua, la Pasqua del Signore!

Il Cristo di Dio ci conduce

dalla morte alla vita,

dalla terra al cielo,

e noi cantiamo la sua vittoria

Cristo è risorto dai morti!

Attraverso la morte, egli ha distrutto la morte!

A coloro che sono nella tomba,

egli accorda la vita!

 

Che il cielo gioisca,

che la terra sia in festa,

che sia nell’allegrezza

il mondo visibile e invisibile,

perché il Cristo è risorto,

lui, la gioia eterna.

 

La distruzione della morte, celebriamola,

e la rovina dell’inferno.

Lodiamo l’autore

della vita nuova e immortale,

il Dio unico dei nostri padri,

il Benedetto, il Glorioso.

 

O Pasqua grande e santissima, o Cristo,

o Sapienza, o Verbo di Dio, o Forza,

fa’ che ti siamo uniti

in verità perfetta,

nel giorno senza fine del tuo Regno.

Una Pasqua sacra ci è apparsa:

Pasqua nuova e santa,

Pasqua mistica, Pasqua purissima,

Pasqua di Cristo, nostro Salvatore,

Pasqua immacolata, Pasqua grandiosa,

Pasqua dei credenti,

Pasqua che santifica i fedeli,

Pasqua che apre il paradiso.

 

Ecco il giorno della Risurrezione!

In questo giorno festoso, irradiamo la gioia.

Abbracciamoci gli uni gli altri.

Anche a coloro che ci odiano, diciamo: Fratelli!

Tutto perdoniamo a causa della Risurrezione

e cantiamo:

 

Cristo è risorto dai morti!

Attraverso la morte, egli ha distrutto la morte!

A coloro che sono nella tomba,

egli accorda la vita!

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 Vita Parrocchiale

 

Centro di Ascolto vissuto lunedì 11 marzoRingraziamo la Diaconia Sacro Cuore per la sintesi dell’incontro donataci da un suo Centro di Ascolto.

"Ci siamo riuniti di nuovo nel nome del Signore per fare luce sul nostro cammino. Dopo aver invocato lo Spirito Santo, abbiamo letto il Vangelo di Marco 10, 46-52 che illustra la figura del cieco Bartimeo, "il vero discepolo", che aveva perso la vista, ma con la fede in Gesù ha riavuto la luce. Ci siamo interrogati sul comportamento che deve tenere il cristiano e abbiamo capito che per seguire Gesù bisogna vedere. Dobbiamo guardarci dentro per accorgerci che siamo ciechi quando vogliamo farcela da soli, quando vogliamo essere autosufficienti.

Bisogna infatti tenere l‘atteggiamento di colui che si mette in rapporto costante con Gesù, che chiede l‘aiuto "Maestro abbi pietà di me ", colui che si abbandona, che lascia cadere le proprie insicurezze, le paure: allora si comincerà a vedere con gli occhi della fede che orienta e guida la nostra vita. Durante questo incontro abbiamo condiviso che è bello essere riuniti per far nostro il comportamento del discepolo, ma che per seguire Gesù nel suo cammino è sicuramente faticoso.

Ci siamo lasciati con la certezza che è Lui a guidarci se noi rimaniamo attaccati al tralcio della Sua vite, avendo sempre la perseveranza di chiedere, nonostante le difficoltà 

Rispondiamoci con il Catechismo 

Discepoli di Cristo non solo a parole, ma con scelte molto concrete, come ci indicano questi cinque paragrafi del Catechismo della Chiesa Cattolica.

 2233 Diventare discepolo di Gesù significa accettare l’invito ad appartenere alla famiglia di Dio, a condurre una vita conforme al suo modo di vivere: "Chiunque fa la volontà del Padre mio che è nei cieli, questi è per me fratello, sorella e madre" (Mt 12, 49).

2470 Il discepolo di Cristo accetta di "vivere nella verità", cioè nella semplicità di una vita conforme all’esempio del Signore e rimanendo nella sua verità. "Se diciamo che siamo in comunione con lui e camminiamo nelle tenebre, mentiamo e non mettiamo in pratica la verità" (1 Gv 1, 6).

1816 Il discepolo di Cristo non deve soltanto custodire la fede e vivere di essa, ma anche professarla, darne testimonianza con franchezza e diffonderla: "Devono tutti essere pronti a confessare Cristo davanti agli uomini, e a seguirlo sulla via della Croce attraverso le persecuzioni, che non mancano mai nella Chiesa". Il servizio e la testimonianza della fede sono indispensabili per la salvezza: "Chi mi riconoscerà davanti agli uomini, anch’io lo riconoscerò davanti al Padre mio che è nei cieli; chi invece mi rinnegherà davanti agli uomini, anch’io lo rinnegherò davanti al Padre mio che è nei cieli" (Mt 10, 32-33).

1694 Incorporati a Cristo per mezzo del Battesimo, i cristiani sono "morti al peccato, ma viventi per Dio, in Cristo Gesù" (Rm 6,11), partecipando così alla vita del Risorto. Alla sequela di Cristo e in unione con lui, i cristiani possono farsi "imitatori di Dio, quali figli carissimi", e camminare "nella carità" (Ef 5, 1), conformando i loro pensieri, le loro parole, le loro azioni ai "sentimenti che furono in Cristo Gesù" (Fil 2, 5) e seguendone gli esempi.

  1. "Giustificati nel Nome del Signore Gesù Cristo e nello Spirito del nostro Dio" (1 Cor 6, 11), "santificati" e "chiamati ad essere santi" (1 Cor 1, 2), i cristiani sono diventati "tempio dello Spirito Santo". Questo "Spirito del Figlio" insegna loro a pregare il Padre e, essendo diventato la loro vita, li fa agire in modo tale che portino "il frutto dello Spirito" (Gal 5, 22) mediante una carità operosa. Guarendo le ferite del peccato, lo Spirito Santo ci rinnova interiormente "nello spirito" (Ef 4, 23), ci illumina e ci fortifica per vivere come "figli della luce" (Ef 5, 8), mediante "ogni bontà, giustizia e verità" (Ef 5, 9).

 

 Fatti di Vangelo qualcuno deve iniziare

 Incorporato a Cristo... Giustificato nel nome del Signore... questo è il discepolo: una creatura che affronta ogni sua giornata con il desiderio di costruire la propria vita, nelle gioie e nelle prove, con il suo Signore. Come hanno cercato di fare Edoardo e Giovanna... e ce l’hanno fatta!

 Accanto nel "male oscuro"

Lei è minuta e piena di spirito. Lui, tranquillo, lo sguardo intelligente. Due figli, ragazzi più grandi, facce serene. Pare il ritratto di una coppia felicemente sposata, senza problemi ...Edoardo e Giovanna, ti fanno festa come fosse la prima volta: pieni di sprint... Ma cosa ci sia sotto, sembrerebbe impossibile; se non fossero loro stessi a raccontarlo.

Un matrimonio d’amore, romantico al punto giusto. Dopo il primo periodo di felicità scende un’ombra di dolore, a pochi mesi muore la prima figlia. Ma ci volevamo bene e abbiamo superato l’ostacolo, così che presto è arrivato un altro bambino. Credevamo che la vita ci avesse già messo alla prova e così ci aspettavamo giorni sereni".

"Non è stato così, prosegue Giovanna, perché come qualche cosa che saliva dal buio, sono cominciati a succedere ad Edoardo, degli episodi che sembravano strani. Lui così mite, cominciava ad essere troppo nervoso e mi trattava male. Pensavo al momento a cose banali, un po’ di stanchezza o preoccupazione".

"Ma un giorno, cominciando a leggere sul suo diario frasi sconnesse, mi è sorto il dubbio che potesse avere qualche malattia".

Iniziano le visite mediche, sospensioni e speranze, finché arriva il risultato: Edoardo ha una malattia mentale".

"Sono stati momenti terribili per me, confida Giovanna. L’uomo splendido che avevo sposato minacciava di declinare, con il rischio che peggiorasse sempre più. C’era il rischio che tutta l’armonia familiare saltasse, io e i miei figli ce l’avremmo fatta a superare il momento?".

Giovanna, ed è un miracolo, trova la forza: "Mi sono resa conto che questa angoscia, questa malattia della mente mi ricordava il buio spirituale di Cristo nell’abbandono in croce. Questo ricordo che più di un ricordo, di un’immagine era quasi un rivederlo accanto a me, mi dava la forza. Ho compreso che potevo accettare questa sofferenza atroce di mio marito, lui era Cristo abbandonato che gridava; noi, tutta la nostra famiglia, in certi giorni, eravamo l’eco di quell’urlo".

Altro che devozioni. Perché Giovanna, convinta che quel grido era amore, affronta con estremo coraggio questa "prova d’amore" che le viene chiesta. "Ci siamo detti, anche con Edoardo, nei momenti in cui lui non soffriva troppo: ci siamo promessi quel giorno del matrimonio che tutta la vita saremmo vissuti insieme. Tutta la vita e questo era il momento. E, senza negarci le lacrime per la sospensione sul futuro, ci siamo detti: sì, accettiamo questa "prova" e io voglio amare quest’uomo che Dio mi ha messo accanto sino alla fine".

È una scelta forte, non di un solo giorno, ma la cosa straordinaria è che Giovanna è sostenuta da Edoardo nei momenti di tregua della malattia. Mi sentivo sostenuta da lui e dalla mia comunità parrocchiale. Non siamo mai stati lasciati soli: diversamente, dubito che ce l’avremmo fatta".

"Ci sono giorni in cui si sfiora la disperazione, e tutto ciò influenza il clima familiare, ma i nostri figli non sono mai stati assenti. Hanno imparato a lavorare in casa, ad aiutarci in tante cose: quando si soffre ci si vuol più bene. E sono ragazzi semplici, pieni di vita, senza grilli per la testa, come lo eravamo e lo siamo ancora noi".

Conclude Edoardo: Ma siamo felici perché non ci siamo abbandonati, siamo rimasti fedeli l’uno all’altro. E questa sofferenza continua a legarci ancora di più: perché, in fondo, è tutta una questione di amore".

 I discepoli di Gesù non sono super-eroi:

anche loro, come tutti, hanno momenti bui

che vivono chiedendo al Signore di essere guariti.
Gesù li guarisce, li illumina, li fa sentire amati,

li sostiene e così possono riprendere

la loro salita nella vita,

con la Sua Dolce Compagnia.

 Prossimo Centro di Ascolto Lunedì 8 aprile

 "Quando sono debole, è allora che sono forte" (2 Cor. 12-10)

 Tre volte ho supplicato il Signore di liberarmi da questa sofferenza. Ma egli mi ha risposto: "Ti basta la mia grazia. La mia potenza si manifesta in tutta la sua forza proprio quando uno è debole". È per questo che io mi vanto volentieri della mia debolezza, perché la potenza di Cristo agisca in me. Perciò io mi rallegro della debolezza, degli insulti, delle difficoltà, delle persecuzioni e delle angosce che io sopporto a causa di Cristo, perché quando sono debole, allora sono veramente forte.

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La Parrocchia di Verolanuova
organizza un viaggio alla
scoperta dell’Abruzzo

7 giorni dal 1° al 7 settembre 2002

 

Domenica, 1 settembre 2002: Verolanuova-Urbino-L’Aquila

Ritrovo dei Signori Partecipanti in Piazza della Chiesa di Verolanuova alle ore 5.30, sistemazione in pullman G.T. e partenza alla volta di Urbino; soste lungo il percorso, arrivo a Urbino e con la guida visita della splendida cittadina e in particolare del Palazzo Ducale con la Galleria Nazionale delle Marche; pranzo in ristorante. Nel pomeriggio, partenza per l’Aquila, arrivo in serata, sistemazione in hotel, cena e pernottamento. N.B.: La Santa messa sarà celebrata in opportuno luogo e orario.

Lunedì, 2 settembre 2002: L’Aquila

Prima colazione in hotel, poi incontro con la guida e visita della Basilica di Santa Maria di Collemaggio del sec. XIII, capolavoro del romanico-gotico abruzzese; poi salita al Lago di Campotosto. Pranzo in hotel. Nel pomeriggio, visita della Fontana delle 99 Cannelle del sec. XIII, della Basilica di San Bernardino da Siena, significativo esempio dell'architettura rinascimentale abruzzese, l’Oratorio di Sant’Antonio dei Cavalieri de’ Nardis e la Piazza del Duomo. In serata, rientro in hotel, cena e pernottamento.

Martedì, 3 settembre 2002: Parco Nazionale d’Abruzzo

Prima colazione in hotel, poi con la guida partenza per Anversa degli Abruzzi e salita a Scanno attraverso le suggestive Gole del Sagittario, sosta al Lago di Scanno; visita del centro storico di Scanno, della Parrocchiale di Santa Maria della Valle e di un laboratorio orafo che lavora la filigrana. Pranzo in ristorante a Villetta Barrea. Nel pomeriggio, visita di Civitella Alfedena, poi prosieguo per Pescasseroli con sosta al Centro studi e alla Camosciara. Rientro all’Aquila in hotel, cena e pernottamento.

Mercoledì, 4 settembre 2002: L’Aquila-Sulmona-San Clemente-L’Aquila

Prima colazione in hotel, poi partenza per Sulmona; con la guida, visita del centro storico di Sulmona, antica cittadina, il cui nucleo storico, di assetto urbanistico medioevale, è ricco di valori ambientali e di notevoli edifici: il Duomo, il complesso dell’Annunziata, la Piazza Plebiscito con la Chiesa di Santa Maria di Tomba, la Chiesa di San Francesco della Scarpa e al bel Borgo medioevale di Pacentro. Pranzo in ristorante. Nel pomeriggio, visita dell’Abbazia di San Clemente a Casauria, fondata dall’imperatore Ludovico II nell’871 ricca e potente fino a XIV sec.; durante il ritorno deviazione per Bominaco per la visita della magnifica Abbazia Benedettina. In serata, rientro in hotel a L’Aquila, cena e pernottamento.

Giovedì, 5 settembre 2002: Alba Fucens-Stiffe-L’Aquila

Prima colazione in hotel, poi partenza per Alba Fucens, antica città degli Equi e poi importante colonia romana; visita agli scavi e alla sovrastante chiesa di San Pietro in Albe; prosieguo per Rosciolo per la visita della chiesa benedettina di Santa Maria in Valle. Pranzo in hotel. Nel pomeriggio, visita del Museo Nazionale d’Abruzzo; visita delle interessantissime grotte di Stiffe (scarpe comode e giacca impermeabile), poi sosta all’interessante borgo di Fontecchio. Rientro in hotel, cena e pernottamento.

Venerdì, 6 settembre 2002: L’Aquila-Atri-Teramo-L’Aquila

Prima colazione in hotel, poi partenza per Atri; visita del centro storico con la splendida Cattedrale e il Museo. Pranzo in ristorante ad Atri. Nel pomeriggio, prosieguo per Teramo con visita del centro storico e della Cattedrale, poi rientro in hotel, cena e pernottamento.

Sabato, 7 settembre 2002: L’Aquila-San Gabriele-Riccione-Verolanuova

Prima colazione in hotel, poi partenza per il Santuario di San Gabriele dell’Addolorata, perla incastonata nella stupenda cornice del Gran Sasso teramano. Visita al santuario. Pranzo in ristorante a Riccione. Nel pomeriggio, partenza per il rientro con soste varie e arrivo a Verolanuova previsto per le ore 22.00 circa.

La quota individuale di partecipazione è di e 558,00

Supplemento camera singola e 93,00

La quota comprende:

- Viaggio a/r in pullman G.T.;

- Sistemazione in ottimo hotel;

- Trattamento di pensione completa e pranzi come da programma;

- Bevande ai pasti: 1/4 di vino e 1/2 di acqua minerale;

- Assicurazione Europe Assistance;

- Guida come da programma;

- Escursioni come da programma;

- Assistenza tecnica dell’ALIANTOUR.

La quota non comprende:

- Ingressi e mance;

- Extra personali;

- Tutto quanto non espressamente indicato alla voce comprende.

Le iscrizioni si ricevono presso Calzature Geroldi tel. 030931129 versando un acconto di e 158,00 entro e non oltre il 30 aprile 2002 e il saldo di e 400,00, entro il 31 luglio 2002.

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dagli Oratori

 

Andate ed annunciate
Esperienza di fede e annuncio

di don Giovanni

 

Pasqua: annuncio inaudito che Dio ha voluto sperimentare la morte per far trionfare la vita. Per poterlo fare, Egli si era fatto uomo: altro annuncio inaudito. Dio, in sé, non può morire; perciò si fece come noi, perché potesse condividere con noi ciò che era nostro, la morte, e potessimo condividere con Lui ciò che è suo: la vita. È quanto scrive il grande Agostino: "Da te Egli prese la sua morte, da sé prese la tua vita".

Annuncio inaudito, dicevo: Dio fatto uomo, Dio che muore, l’uomo che riceve la possibilità di venire reso Dio per opera dello Spirito santo che il Risorto effonde.

C’è da perderci la testa dallo stupore. Si tratta di cose tanto inaudite, da suscitare ripugnanza in chi vede in questo annuncio un attentato alla unicità e assoluta onnipotenza di Dio: i nostri fratelli Ebrei e Musulmani respingono con orrore tutto questo, le varie sette pseudo - cristiane (Mormoni, Testimoni di Geova e quant’altro di made in America ci è dato di trovare anche qui da noi), leggendo a modo loro la sacra Scrittura e con la presunzione di averne in tasca quella chiave di comprensione che Dio avrebbe invece negato per diciannove secoli alle Chiese che l’hanno custodita e tramandata, procedono alla coranizzazione del Nuovo Testamento, negando (almeno fino a qualche tempo fa) che Cristo sia il Figlio di Dio fatto uomo e respingendo l’evidentissima indole trinitaria della rivelazione cristiana; non si può accettare che Dio sia morto, men che meno che ciò sia avvenuto su una croce (per qualcuno, infatti, sarebbe morto su un palo...): troppo vergognoso, disdicevole all’eccesso morire su quella che allora era ritenuta la maniera più infamante e vergognosa di subire una condanna a morte.

Nell’abbassamento spinto all’eccesso inimmaginabile e nell’innalzamento alla gloria del Figlio di Dio fatto uomo, così efficacemente cantati dall’apostolo Paolo in Fil. 2, 6-11, in questa vittoria sulla morte, conseguita "per noi uomini e per la nostra salvezza", è contenuto l’annuncio che ha cambiato la storia umana. Di questo stesso annuncio il Risorto ci chiama tutti ad essere portatori gioiosi.

L’azione catechistica dell’Oratorio, parte di quella più vasta della parrocchia, è uno dei modi con cui cerchiamo di attuare, nella forza dello Spirito, il mandato del Signore risorto.

Mancano circa due mesi alla conclusione di quest’anno catechistico. Anch’esso è proceduto tra entusiasmi, fatiche, difficoltà e, talora, disimpegno.

Le famiglie, in alcuni casi sono davvero partecipi del cammino dei loro figli e apprezzano l’impegno di chi -gratis! - per loro impiega tempo, energia e fatica; ma si ha la netta sensazione, anche in seguito a determinati comportamenti e atteggiamenti, che buona parte delle famiglie continui a ritenere che il fatto di mandare il figlio alla catechesi sia fare un favore a qualcuno (prete, catechista) e non ricevere un servizio - prestato, lo ripeto, gratuitamente - di cui essere grati.

Chi fa catechesi: catechisti e assistenti. C’è tanta buona volontà, anche se non manca, qua e là un po’ di stanchezza e di pressapochismo.

Vale per catechiste e catechisti una riflessione che va estesa a tutte le "categorie" di operatori dell’Oratorio: è necessaria la formazione, per un servizio che sia qualificato, tanto nella catechesi come nelle varie attività di animazione. Tale formazione deve muovere in due direzioni: la vita spirituale, la preparazione "tecnica". Conta soprattutto la prima.

Gli adolescenti e giovani - giovani (li chiamo così per distinguerli dai giovani più maturi) che si muovono nell’ambito del nostro Oratorio collaborando a varie attività, costituiscono un bel gruppo, che si sta rivelando capace di autorigenerazione: è bello vedere come adolescenti di 16-17 anni abbiano costituito un ambito ove ragazzi usciti di recente dalla 3a media si sono sentiti accolti in un rapporto alla pari. È bello notare la voglia di fare e inventare, il desiderio di sano protagonismo.

Deve far pensare invece il fatto che in molti casi, quando si propone un impegno in più o più consistente nell’ambito della formazione spirituale, della preghiera, della vita liturgica, si nota una vistosa tendenza alla latitanza. Per cui, per es. quando viene proposto il ritiro, a mancare sono proprio molti di coloro che fanno da catechisti o assistenti.

C’è una vita spirituale che in alcuni permane debole e superficiale: manca una esperienza profonda di preghiera, un rapporto vivo e personale con il Signore risorto; manca il lasciarsi raggiungere dall’Evento inaudito per esserne portatori gioiosi, fedeli all "Andate e annunciate", non si ravvisa un serio lavorio per interrogarsi sulla propria vocazione.

Sbaglierebbe chi pensasse ad uno sfogo di pessimismo piagnone o ad una pubblica denuncia, con il dito puntato contro qualcuno che molto più proficuamente sarebbe stato raggiunto dalla correzione fraterna, in un dialogo personale. Si vuole invece mettere in evidenza quella che sta sempre più rivelandosi una sfida per un’efficace azione educativa della fede: quella della già nominata formazione. È necessario, per il futuro, scommettere su di essa, impiegando risorse, energie e tempo.

Si ripresenta, talora, come un ritornello l’affermazione che bisognerebbe, per un anno, sospendere le varie attività e dedicarsi alla preparazione, alla formazione, per ricaricarsi e ripartire alla grande. Mi pare che sotto tale affermazione covi la prospettiva dell’aspetto puramente tecnico della formazione (come si anima un gioco, come si organizza un pomeriggio domenicale, una gara, ecc.).

Non basta: ci vuole di più.

Credo che, nel prossimo futuro, sarà necessario affrontare con decisione questo problema, pronti ad investire risorse anche economiche. Educare gli educatori, formare i formatori, catechizzare i catechisti: può trattarsi di formule ad effetto finché si vuole, ma nessuno dà ciò che non ha. Gli Apostoli hanno annunciato il risorto dopo averne fatto esperienza e averlo incontrato: "Andate ed annunciate".

Se, come scrive il Vescovo nell’ultima Nota Pastorale, dedicata ai giovani, i nostri Oratori non debbono limitarsi ad essere centri di aggregazione, ma qualificarsi come luogo dell’esperienza di fede, non c’è altra via. Se l’Oratorio dev’essere uno degli ambienti da cui si parte per andare ad annunciare Cristo risorto, la formazione deve diventare sempre più attenzione primaria.

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Oratorio e cultura

L’Oratorio è caduto... nella rete

 

Già da tempo ci è stata omaggiata una casella di posta elettronica, attraverso il sito internet della Parrocchia, curato da Radio Basilica. L’indirizzo è questo:

oratorio@verolanuova.com

Ad esso è possibile indirizzare messaggi di posta elettronica per chiedere informazioni, offrire suggerimenti, porre questioni di vario tipo. Se hai dubbi, se anche solo desideri raccontare qualcosa di te o per qualche altro motivo, sai dove scrivere. La posta viene scaricata sul computer di don Giovanni. È perciò garantita la riservatezza.

Si sa che la posta elettronica non l’unico vantaggio offerto dalla rete virtuale: ci sono anche le pagine in rete. Inserita nel sito internet della Parrocchia, il cui indirizzo è rintracciabile in ultima di copertina, la pagina dell’Oratorio è andata arricchendosi in questi ultimi mesi. Anche per questa si accettano suggerimenti. Potremmo anche aprire una pagina che riporti messaggi di vario tipo, purché non "censurabili", che fanciulli, ragazzi e giovani possono inviare a questo scopo. I messaggi possono riguardare l’Oratorio stesso o anche altri aspetti della nostra vita. Potrebbero diventare anche occasioni per un dialogo "a distanza" tra interlocutori un "forum".

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La biblioteca dell’Oratorio

C’era una volta la biblioteca dell’Oratorio: contava un discreto numero di volumi di vari genere, registrati accuratamente su di un catalogo: di quest’ultimo non c’è più traccia; per i libri, c’è una lunga storia di peripezie, nel corso delle quali il loro numero pare essere andato via via assottigliandosi. Sloggiati dalla loro sede per fare posto all’abitazione del curato, trovarono posto in quella che, attualmente, è la cappellina dell’Oratorio; inscatolati per esserne asportati all’epoca della ristrutturazione, trovarono posto, in seguito, nella parte di solaio adibita a sede dell’amministrazione. Là collocati, non hanno fatto altro che offrire una inutile e polverosa mostra di sé.

Si tratta di alcune centinaia di volumi, alcuni di un certo valore, che non ha senso lasciare inutilizzati e alla mercé di chiunque volesse approfittarne per arricchire la propria biblioteca personale. Il numero e la varietà si sono arricchiti grazie ad alcuni acquisti e con alcune recenti donazioni: parte della biblioteca teologica di don Giuseppe Zanolini, ora p. Stefano Maria, dell’Ordine Cistercense e un considerevole numero dei libri appartenuti a don Angelo Quaranta, che la sorella, per espressa volontà di lui, ha fatto avere all’Oratorio.

Per rendere accessibile il loro utilizzo, stiamo provvedendo a riportare la biblioteca in luogo accessibile, utilizzando la stanza inserita nell’appartamento del curato, ma sovrabbondante rispetto alle effettive esigenze, già da tempo utilizzata come aula di catechismo e sede di riunioni del Consiglio dell’Oratorio e della Fraternità "S. Chiara" (Ordine Francescano Secolare). Opportunamente arredata con mobili già esistenti e altri nuovi, si presterà a diventare anche luogo di consultazione e lettura.

Sarà necessario curare la stesura di un nuovo catalogo, che potrà venire collocato anche sulla pagina internet dell’Oratorio, insieme al catalogo dei vari sussidi disponibili: diapositive, videocassette, musicassette. Potrebbe utilmente corredare la biblioteca anche la presenza di almeno un computer attrezzato per la navigazione in internet: è cosa ancora da decidere e non è detto che venga attuata. A parte quest’ultima cosa, è mia speranza poter realizzare tutto quanto entro l’arrivo dell’estate.

Don Giovanni

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Verola missionaria

a cura del
Gruppo Volontari delle Missioni
"Conoscerci"

 

"Cominciamo a costruire la civiltà dell’amore"

 

Siamo nel 2002 ma già da parecchi decenni Raoul Follereau indicava, come via prioritaria, per vincere la miseria nel mondo, per debellare le guerre, la "conversione dei cuori" e costruire una civiltà dell’amore.

Sembra però che ci riesca più facile contestare i potenti e i prepotenti che ascoltare e prendere sul serio i poveri, i malati. Il povero, il malato sperimentano su se stessi i loro limiti, conoscono ed apprezzano più intimamente la vita.

La malattia è spesso compagna del povero che soffre nel corpo per il dolore e, nell’anima, per l’incapacità di essere attivo, di lavorare, produrre e deve dipendere dagli altri perché è solo, abbandonato, e si sente un peso per sè e per gli altri.

Anche la persona sana, vedendo gli altri soffrire si chiede se la salute lo sosterrà e fino a quando. L’uomo d’oggi vorrebbe avere solo la parte migliore della vita, come pure non vorrebbe essere toccato dalle disgrazie, dagli atti di terrorismo, perché imprevedibili e cruenti più delle malattie. Il mondo occidentale è sconvolto dopo i fatti dell’undici settembre 2001, ed è concentrato contro il terrorismo internazionale che diventa ancora una volta il pretesto per intervenire con la guerra seminando indiscriminatamente distruzione e morte. Tra il terrorismo islamico e l’offensiva militare in Afghanistan, si possono contare oltre tre milioni e mezzo di profughi, costretti ad una vita di stenti. La loro sorte, dipende esclusivamente dagli aiuti umanitari e dell’intervento valoroso dei missionari.

Il Santo Padre, quale instancabile coraggioso messaggero di pace, ha ammonito l’umanità con le seguenti parole: "Non si sono globalizzate soltanto le tecnologie ed economie, ma anche insicurezza e paura, criminalità e violenza, ingiustizie e guerre. In contrapposizione urge pertanto costruire la civiltà dell’amore. Occorre dare corpo ad un’azione caritativa globalizzata che sostenga lo sviluppo dei poveri e dei piccoli della terra; ed in questo preciso momento alle care popolazioni dell'Afghanistan alle quali è urgente far giungere ogni necessario aiuto".

Quello del Santo Padre è un chiaro messaggio rivolto a tutti gli uomini di buona volontà, ed in particolare a noi cristiani che dovremmo essere sempre al di sopra delle parti e a favore dell’umanità con un particolare riguardo alla disumana condizione dei bambini rifugiati afgani. Il Suo messaggio è quindi un deciso e forte richiamo alla solidarietà e alla carità cristiana. Nessuno può rifugiarsi nell'indifferenza, ognuno di noi ha il dovere di aiutare con gesti concreti i poveri, soprattutto i bambini in gravi difficoltà, gli ammalati e gli orfani. L’ammonimento, è bene ricordarlo, sta anche scritto nel Vangelo: "Quello che avete fatto a uno solo di questi piccoli l’avete fatto a me".

Il giorno dopo l'attentato alle torri gemelle di Manhattan, il Santo Padre, contro il terrorismo compose, una sua preghiera: "Dio onnipotente e misericordioso non ti può comprendere chi semina la discordia, non ti può accogliere chi ama la violenza. Guarda la nostra dolorosa condizione umana provata da efferati atti di terrore e di morte. Conforta i tuoi figli e apri i nostri cuori alla speranza, perché il nostro tempo possa ancora conoscere giorni di serenità, pace e costruire una civiltà d’amore".

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La pace, a parole

di don Giovanni

 

A parole, tutti vogliono la pace, tutti condannano o almeno deplorano il fatto che civili inermi siano vittima di armi più o meno intelligenti, che in non poche parti del mondo uomini, donne e bambini perdano le gambe o addirittura la vita saltando sulle mine (molte delle quali di marchio italian-bresciano). Poi però si stipulano accordi internazionali e si propongono leggi che favoriscono, se non la produzione di mine, il commercio delle armi cosiddette leggere. A dirci queste cose sono (solo) i missionari: dai grossi organi di stampa pare (per quanto ne so) non si sia saputo gran che a parte qualche recente intevento di "Avvenire". Dal sito internet dei Missionari Saveriani riportiamo queste poche righe che forniscono una rapida informazione a questo riguardo.

Posso prevedere le critiche di chi potrebbe lamentare che "L’Angelo di Verola" fa politica. La risposta viene dalla prima riga dell’appello che riportiamo: esso non va contro una determinata forza politica o uno schieramento a favore di un altro, semplicemente li bacchetta tutti e lo fa a livello nazionale; inoltre, quando l’accordo fu stipulato a livello europeo, governava uno schieramento, il disegno di legge per la ratifica a livello nazionale è proposto dall’altro. "L’Angelo" mantiene dunque una doverosa equidistanza. Inoltre, rimando a quanto ho scritto alle pagine 17-19 de "L’Angelo di Verola" dell’ultimo dicembre.

E allora, leggiamo:

Con un tacito accordo tra maggioranza e opposizione e le rimostranze di pochi e isolati parlamentari, si è concluso alla Camera l’esame del Disegno di Legge n. 1927 che, se approvato, porterà gravi modifiche alla legge 185/’90 sul controllo del commercio delle armi.

Il Disegno di legge intenderebbe "facilitare la ristrutturazione e le attività dell’industria europea per la difesa" secondo le direttive di un "accordo - quadro" sottoscritto a Farnborough il 27 luglio 2000 dai ministri della difesa di Italia, Francia, Germania, Regno Unito, Spagna e Svezia. La normativa in discussione introduce un nuovo tipo di autorizzazione per il commercio delle armi: la "licenza globale di progetto". Questa "licenza" esclude dal controllo parlamentare e della società civile tutte le operazioni svolte nel quadro di programmi intergovernativi e adegua l’Italia alle normative di Paesi più permissivi in materia di commercio d’armi.

Viene così annullato tutto lo sforzo della società civile, del mondo missionario e del volontariato cominciato già negli anni ‘80 con la "Campagna contro i mercanti di morte" e continuato nella "Campagna di pressione alle banche armate" proposta dalle riviste Missione Oggi, Nigrizia e Mosaico di Pace (Pax Christi). La giustificazione che viene data è di "conformarsi ai requisiti della nuova Europa". Ma non si capisce perché mai quello della produzione e del commercio delle armi debba diventare il primo settore in cui l’Italia rinuncia alla propria normativa nazionale. Sarebbe auspicabile, invece, che l’Italia richieda agli altri Paesi Europei maggiore severità nel controllo dell’export delle proprie armi e maggiore impegno nella prevenzione dei conflitti e per il disarmo.

La "Campagna di pressione alle banche armate" esprime la propria indignazione di fronte al tacito consenso delle forze politiche di introdurre una normativa intesa ad annullare la volontà esplicita della società civile espressa nella legge 185/’90 ed invita tutti a far sentire la propria protesta ai parlamentari affinché questo disegno di legge non venga approvato.

Giorgio Beretta - Missione Oggi

Per una verifica di persona di queste informazioni e valutazioni sommarie si può andare al sito: http://www.saveriani.bs.it/ . Lì, insieme ad altre informazioni, è possibile trovare il testo del disegno di legge in questione, e l’indicazione del possibile modo di far sentire la propria voce.

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I "nobel" italiani

(4)

a cura di Rino Bonera

 

Dopo Giosuè Carducci nel 1906, è Guglielo Marconi a ricevere il premio Nobel nel 1909 per la fisica. Con lui, nello steso anno e per la stessa scienza, lo riceve anche l’inventore tedesco Karl Ferdinal Braun (1912-1945).

Marconi Guglielmo - Nato a Bologna nel 1874, inventò e via via perfezionò il telegrafo senza fili. Nel 1895 riuscì a trasmettere e a ricevere segnali attraverso onde elettromagnetiche a circa due km di distanza. Nel 1901 effettuò il primo collegamento transatlantico, reso possibile dell’invenzione (1898) del sistema per eliminare le interferenze tra più emittenti. Nel 1916 effettuò la trasmissione con onde corte e nel primo dopoguerra sperimentò quella con onde cortissime.

Senatore nel 1914 fu, poi, presidente del CNR (Consiglio Nazionale per le Ricerche) nel 1928 e dell’Accademia d’Italia nel 1930.

Morì a Roma nel 1937.

Passeranno diciassette anni prima che un altro premio Nobel venga assegnato ad un altro italiano. Ciò avviene, infatti, nel 1926 quando, per la letteratura, è la scrittrice Grazia Deledda a riceverlo.

Deledda Grazia - Narratrice. Nacque a Nuoro nel 1871. Fu autodidatta e, dopo il matrimonio, si stabilì a Roma nel 1900. Qui condusse una vita ritirata. Nei suoi primi romanzi, che fanno di lei uno dei grandi scrittori italiani del Novecento, rappresentò la società arcaica e le chiuse passioni della Sardegna. La problematica tra peccato e rimorso, fra impulso sentimentale e rispetto di una legge etica o della tradizione è il fulcro delle sue ultime opere.

Tra i suoi principali romanzi: Canne al vento (1913), La madre (1920), Il segreto dell’uomo solitario (1921), Il paese del vento (1931).

Morì a Roma nel 1936.

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Verola sport

(a cura di Rino Bonera)

 

CALCIO

Risultati delle partite giocate dalle varie squadre del Gruppo Sportivo Verolese:

Terza Categoria - Girone A

7a gior. rit. (03.03): Mairano - Verolese 1 - 0

8a gior. rit. (10.03): Verolese - Cignano 1 - 0

9a gior. rit. (17.03): Offlaga - Verolese 1 - 2

10a gior. rit. (24.03): Verolese - Alfianello 5 - 1

Juniores - Girone D

5a gior. rit. (03.03): Verolese - Castenedolo 1 - 4

6a gior. rit. (10.03): Bettinzoli - Verolese 0 - 1

7a gior. rit. (17.03): Verolese - Flero 3 - 1

8a gior. rit. (24.03): Visanese - Verolese 1 - 3

Allievi - Girone B

5a gior. rit. (03.03): Lograto - Verolese 2 - 3

6a gior. rit. (10.03): Verolese - Castrezzato 2 - 1

7a gior. rit. (17.03): Orceana - Verolese 2 - 0

8a gior. rit. (24.03): Verolese - Trenzano 3 - 2

Giovanissimi - Girone G

4a gior. rit. (02.03): Verolese (riposa)

5a gior. rit. (09.03): Verolese - Castelcovati 8 - 0

6a gior. rit. (16.03): Maclodio - Verolese 1 - 3

7a gior. rit. (23.03): Verolese - Olimpia 17 - 0

Posizioni in Classifica Generale delle varie squadre:

Terza Categoria: 3° posto con 49 punti

Juniores: 12° posto con 21 punti

Allievi: 12° posto con 19 punti

Giovanissimi: 5° posto con 28 punti

La "Scuola di calcio" del Gruppo Sportivo Verolese ha organizzato, lo scorso 24 febbraio (la notizia ci è stata comunicata soltanto a metà marzo), il "1° Torneo Triangolare" per gli allievi con la sponsorizzazione della ditta "LIC" - Verolanuova del sig. Gianni Bertoldo.

La manifestazione ha avuto luogo presso la palestra dell’ITC "Don Mazzolari" e, per la classe 1993, ha visto la partecipazione delle squadre: Orceana (1a classificata), Verolese (2a classificata) e Offlaga (3a). Per la classe 1994 hanno partecipato le squadre: Offlaga (1a classificata), Verolese A (2a) e Verolese B (3a).

L’entusiasmo dei partecipanti è stato grande e il merito va anche agli organizzatori del Torneo: Glauco Tironi (Dirigente della Scuola) e Giacomo Camisani (Responsabile) che sanno infondere nella gioia dei piccoli giocatori lo spirito genuino della sportività educandoli ad affrontare adeguate prove e sacrifici per competizioni che, domani, saranno anche quelle che la vita riserverà loro. Sono ventitrè gli iscritti alla Scuola che li vede impegnati ogni martedì e venerdì, nel tardo pomeriggio, dopo le lezioni. (Nella foto i partecipanti al Torneo con i Dirigenti).

 

BOCCE

Calendario delle manifestazioni in programma per l’anno 2002:

- 23° trofeo Trebi gara promozionale festiva a coppie 14.04.2002

- Gara sociale festiva individuale 21.04.2002 (Ore 9.00 presso Bocciodromo Comunale di Verolanuova)

- 3° Trofeo Spalenza dott. Giancarlo alla memoria 13.05.2002

- 3° Trofeo Spalenza dott. Giancarlo finale 18.05.2002

- 3° trofeo S. Michele festiva regionale 19.05.2002 Under 18 - Under 14 - Under 11
(Ore 9.00 presso Bocciodromo Comunale di Verolanuova)

- 9° Trofeo Carrozzeria Lombarda (gara serale) 06.05.2002 Provinciale individuale cat. A.B/C.D Femminile
(Ore 20.30) finali - 10 maggio 2002 ore 20.30

- Gara Sociale festiva a coppie 02.06.2002 (Ore 9.00 presso Bocciodromo Comunale di Verolanuova)

- 8° Trofeo A.I.C.S. a coppie - Domenica 23.06.2002 (Ore 9.00 presso Bocciodromo Comunale di Verolanuova)

- 20° Trofeo dell’anziano a coppie serale - Luglio 14.07.2002 Ore 20.30 Finali 30.07.2002

- 20° Trofeo Milan Club individuali dal 10.09.2002 al 21.09.2002 Ore 20.30

Ufficialmente apriremo l’attività con il 23° trofeo Creazioni Trebi presso il Bocciodromo Comunale di Verolanuova. Per il ritiro della tessera A.I.C.S. i soci che ancora non ne sono in possesso possono rivolgersi al Presidente Tadini Mario.

Un cordiale saluto.

Il Presidente

Mario Tadini

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Varie - cronaca

 

Arte & cultura

 

Le poesie di Rosetta

In certe giornate d’aprile, la luce è schietta, viva, sincera e la sua danza nel cielo, sui tetti e nei prati può colpire profondamente. È così diafana, pura, che può dare l’impressione di qualcosa che appartiene alla tua anima.

(Lirica tra le vincitrici del Premio "Madre Teresa, sorella acqua", Assisi, 30 luglio 2001).

Luce d’aprile

Questa luce d’azzurro,

questa luce tesa, universo

di voli e di creazioni,

 

questa luce che tace,

mentre ondeggiano vivi

i ranuncoli e si snodano

come chiocciole al risveglio

i turgidi rami di felce,

 

questa luce che osa

danzare sui tetti

e tra le pozze fangose

e gioca di riflessi

fra le tenere

foglie di quercia,

mentre voluttuosa

vacilla una farfalla

sui fili d’erba nascente,

 

sì, questa luce è mia.

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CIRCOLO ACLI

 

Nella ricorrenza della Festa del Lavoro, il circolo A.C.L.I. Verola, in collaborazione con le parrocchie di Cadignano, Verolanuova e Verolavecchia, intende organizzare una serie di manifestazioni nel segno del 1° Maggio Verolese.

Il programma prevede alcuni dibattiti che si terranno, in data e ora che verranno pubblicizzati mediante appositi manifesti, nelle tre comunità. I temi che verranno trattati sono i seguenti:

- "Le A.C.L.I. a difesa del diritto al lavoro e alla pensione".

- "Problematiche attuali del lavoro".

- "Le ragioni dell’impegno politico-sindacale al servizio del cittadino".

Il 1° Maggio, alle ore 9.00 si terrà in Basilica la Santa Messa concelebrata da Mons. Luigi Corrini, prevosto di Verolanuova e Don Pierino Boselli, parroco di Verolavecchia, delegato di Zona, che detterà la riflessione.

Seguirà presso il Circolo A.C.L.I. di Via Dante la consegna di una targa di benemerenza ad alcuni soci aclisti da lunga data. Al termine, rinfresco per tutti, con consegna delle tessere per l’anno 2002.

Sabato 15 Giugno si terrà una gita socio-culturale per Aclisti e simpatizzanti: la meta è Lecco e il suo lago sulle tracce del Manzoni e dei Promessi sposi. Nel ritorno, visita a Sotto il Monte, terra natale del Beato Papa Giovanni XXIII.

Le iscrizioni sono aperte presso il Circolo, versando un acconto di E 20,00.

Si ricorda che ogni giovedì, dalle 8.30 alle 12.30 il patronato è a disposizione per pratiche pensionistiche di ogni tipo. Inoltre, dal 4 Aprile inizia la campagna di assistenza fiscale per la raccolta del Mod. 730.

Ogni domenica di fine mese, alle ore 15.30, la sig.ra Daria Mazzoleni organizza una tombolata aperta a tutti, con merenda finale e quattro chiacchiere in allegria. Siete invitati a partecipare numerosi.

Si ricorda che presso il Bar e presso il patronato, è aperta la campagna di tesseramento 2002.

Per comodità ci si può rivolgere anche ai componenti il Direttivo.

 

Il Presidente

Giuliano Baronio

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Gruppo Anziani Lavoratori
d’Azienda OCEAN S.p.A.

Verolanuova

 

OCEAN... ancora parole

 

La OCEAN S.p.A. fabbrica storica fondata nel 1954 e leader nella produzione di frigoriferi e congelatori, dal mese di ottobre è in amministrazione controllata a seguito della crisi che ha investito la capofila MOULINEX-BRANDT in FRANCIA, e alla data attuale non ha ancora una proprietà, il futuro è ancora incerto. La società era fino al settembre del 2001 il terzo produttore europeo di elettrodomestici ed era una solida realtà che garantiva lavoro a circa 860 persone, con punte di occupazione di oltre 1000 dipendenti, un vero serbatoio di occupazione per le aziende in difficoltà della zona, e non solo, era anche un forte richiamo di lavoratori provenienti da diverse parti d’Italia. Un’azienda di vitale importanza per l’economia della Bassa e per l’indotto dei paesi limitrofi. Ora tutto questo non sembra più esistere tanto che in fabbrica si percepisce un’atmosfera di forte preoccupazione e di tensione che di conseguenza si ripercuote sulle famiglie, tanto che le domande più frequenti sono relative all’acquisizione dei marchi OCEAN-SAN GIORGIO-SAMET-BRANDT da parte della società finanziaria Israeliana ELCO, domande alle quali nessuno ancora può rispondere. La gente è più che mai fiduciosa e fiera di lavorare in un’azienda che ha forti potenzialità di risorse umane e di macchinari altamente tecnologici che hanno reso grande la fabbrica.

Ma nei prossimi giorni l’amministrazione controllata si potrebbe trasformare in straordinaria su decisione del commissario e del Ministro delle Attività produttive; questo dovrebbe dare maggiori sicurezze per il futuro, in quanto si presuppone un probabile progetto di rilancio dell’azienda; questo noi tutti ce lo auguriamo.

In qualità di Presidente del Gruppo Lavoratori Anziani OCEAN e a nome del Consiglio chiedo ai politici locali, nonché ai sindaci dei paesi limitrofi, ai sindacati e ai governanti di poter accelerare le procedure speciali di intervento per salvaguardare i posti di lavoro e ridare alle famiglie coinvolte un minimo di sicurezza e serenità.

Giuliano Baronio

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dal Comune di Verolanuova

 

Bando di Concorso di Pittura
"Il passaggio a Manerbio e Verolanuova
della XXI edizione delle Mille Miglia Storica"

Al bando di concorso di pittura, indetto dai Comuni di Manerbio e Verolanuova per l’ormai prossimo passaggio della Mille Miglia, (la storica gara partirà da Brescia il 2 Maggio per farne ritorno il 5 Maggio), hanno aderito diversi pittori locali e precisamente:

i Sigg.: Demicheli Monia (Scarpizzolo), Canini Dionigi, Cremaschini Sonia (Verolavecchia), Carassio Gavino, Pelucchi Giuseppe, Feroldi Gianfranco, Baronio Giuseppe (Barù) (Bassano), Guarneri Elisa, Rossini Achille, Tedoldi Ornella, Parenti Silvano, Loda Claudio, Istodorescu Marius, Barili Gianni (Verolavecchia), Gandini Silvia (Quinzano D’Oglio) hanno presentato la loro opera al Comune di Verolanuova, mentre per il Comune di Manerbio hanno aderito Andreoletti Ivano (Azzano Mella) e Pancera Roberta (Pavone Mella).

I lavori presentati sono stati esaminati da una apposita commissione composta dai rappresentanti dei due comuni.

È stato giudicato vincente all’unanimità il quadro del Sig. Claudio Loda di Verolanuova, dal titolo Una pennellata storica "per il riferimento esplicito al territorio della bassa bresciana, per il richiamo ad una vettura storica locale e per l’armonia dei colori e l’equilibrio della composizione".

È stato segnalato inoltre il lavoro di Monia Demicheli per la spontaneità della interpretazione ed il riferimento architettonico.

I lavori presentati saranno esposti nei locali della Biblioteca Comunale dal 28 Aprile al 5 Maggio e successivamente presso il Comune di Manerbio.


Bando di Concorso per formazione graduatoria
per l’assegnazione a persone anziane
di miniappartamenti di proprietà comunali

È stata pubblicato il bando finalizzato alla formazione di una graduatoria per l’assegnazione di miniappartamenti di proprietà comunale a persone anziane (che siano nel 60° anno di età o l’abbiano superato)

Chi fosse interessato può prendere visione del bando presso la segreteria comunale negli orari d’ufficio. La scadenza è il 19 aprile 2002.

l.b.

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Turni domenicali di guardia farmaceutica
dell’Azienda S.L. 19

APRILE

7
Manerbio (dr. Bresadola)

Quinzano d’O.

 

14

Verolavecchia

Ghedi

 

21

Verolanuova (dr. Colosini)

Dello

 

28

Manerbio (dr. Parati)

Bagnolo M. (dr. Donini)

 

MAGGIO

 

5

S. Gervasio

Leno (Castelletto)

 

12

Pontevico (dr. Pinzi)

Leno (dr. Bravi)

N.B.: L’elenco è provvisorio.

N.B.: Il turno domenicale ha inizio dal pomeriggio del venerdì precedente e nell’elenco sono indicate soltanto le farmacie più vicine a Verolanuova. Qui, però, ogni sabato è aperta la farmacia comunale dalle ore 15.00 alle 19.00.

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NUMERI UTILI DI TELEFONO:

Servizio Sanitario (soltanto nei casi di urgenza e di emergenza): 118

Gruppo Verolese Volontari del Soccorso: 030 936 1 662 (via Grimani)

Problemi con le droghe?: 030 993 7 210

Alcolisti in trattamento: 030 931019 oppure 030 93 22 45

Vigili del Fuoco: 030 93 10 27

Carabinieri - Pronto intervento: 112

N.B.: Il servizio sanitario prefestivo, festivo e notturno si svolge dal sabato mattina alle ore 10.00 fino al lunedì alle ore 8.00 e tutte le notti dalle ore 20.00 alle ore 8.00.

Per le prenotazioni di trasporto con autoambulanza del Gruppo Volontari del Soccorso telefonare: dal lunedì al venerdì dalle 8.00 alle 12.30 e dalle 14.30 alle 18.00; inoltre dalle ore 8.00 del sabato alle 7.00 del lunedì.

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Per i collaboratori de "L’Angelo di Verola"

Invitiamo i collaboratori a far pervenire i loro articoli possibilmente dattiloscritti (se scritti a mano: in stampatello per ragioni tecniche) unicamente ai sacerdoti entro e non oltre le ore 12.00 di venerdì 19 aprile. Quelli pervenuti oltre tale data non saranno pubblicati.

La redazione non è tenuta a dare giustificazioni per la non avvenuta pubblicazione degli articoli pervenuti né risponde delle fotografie non ritirate dagli interessati entro quindici giorni dalla pubblicazione sul bollettino.

LA REDAZIONE

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Relax...iamoci un po’

 

Il pensiero...
"Spesso è da forte più che il morire, il vivere".
(Alfieri, Oreste, Atto IV, Scena Il)

...e il proverbio del mese:
"Andà ‘n piasa a tö consèi andà a casa a fà ‘1 sò mèi".
(Andare in piazza a chiedere consiglio tornare a casa a fare il proprio vantaggio)

Il Santo del mese
S. Giorgio - 23 aprile - martedì - Protettore dei Cavalieri
Fu martire morto intorno al 300 sotto Diocleziano. Nell’arte è raffigurato come un giovane in armatura, spesso a cavallo, mentre sta per uccidere un drago.

Il pensiero di don Primo
L’uomo si dimentica di essere malato, peccatore, povero, diventa un crocifissore, è fatalmente un crocifissore. La vita è piena di calvari. Con che cosa li costruisce? Col gramo che ha dentro. Dove sorgono? Dappertutto: nella mia casa, nella mia chiesa, nelle piazze della mia città, nelle officine, nelle fabbriche, nelle miniere, sul mare, nei salotti, nelle banche. L’uomo è un essere capace di far soffrire. (Don Mazzolari)

Antico proverbio cinese
Usare gli abiti con diligenza è guadagnare un abito all’anno, mangiare senza sprechi è guadagnare un pasto al giorno

La "Risposta"
"Rivedersi a Filippi".
Qual è il significato di questo detto?
Rivedersi in un’altra occasione, ben precisa, in cui avverrà un confronto, una gara, una vendetta.

La frase, che comunemente si usa al plurale: Ci vedremo a Filippi, è tratta dalla Storia di Giulio Cesare, di Plutarco, paragrafo 69. Bruto, uno dei congiurati che parteciparono all’uccisione di Cesare, stava trasferendo l’esercito nei pressi di Abido, per prepararsi allo scontro con le truppe di Ottaviano. Una sera, mentre era immerso nelle sue riflessioni, gli apparve un fantasma. Interrogato da Bruto sulla sua identità, il fantasma rispose: "Sono il tuo cattivo genio, Bruto. Mi vedrai a Filippi!". Bruto, con coraggio, rispose: "D’accordo, ti vedrò volentieri!". A Filippi, poi, dopo un primo scontro vittorioso Bruto venne definitivamente sconfitto e si tolse la vita buttandosi a corpo morto sulla propria spada.

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Per i più piccoli

IN GELATERIA
- Vorrei una coppetta con bacio.
- Smack!!!

INDOVINA
Come si chiama il più famoso barbiere cinese?
Raso Kape Li

DAL MEDICO
- Dottore, ogni notte sogno di essere davanti a una porta con una grande targa. Io spingo e sudo, sudo e spingo ma non riesco ad aprire.
- E sulla targa cosa c’è scritto?
- Tirare...

PIERINO
Uno scienziato esamina il solito Pierino nel corso di un esperimento. Gli mette davanti due pappagalli, uno rosso e uno verde, e gli chiede di sceglierne uno. Pierino sceglie quello rosso. Allora lo scienziato chiede:
- Perché proprio quello?
- Bé, quello verde non è ancora maturo!

COLMI
Qual è il colmo per una trota?
Fare gli occhi da triglia!

Qual è il colmo per un professore di matematica?
Avere l’intelletto acuto, l’animo retto, un figlio ottuso e usare solo penne a sfera.

Qual è il colmo per un cane poliziotto?
Farsi beccare da una gazza ladra!

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Dall’AVIS Comunale

 

Da inizio anno la nostra Associazione ha un nuovo Consiglio Direttivo che rimarrà in carica per il prossimo triennio. In esso trovano posto nuovi innesti che vanno a ricoprire incarichi di responsabilità. Già dai primi passi essi hanno dimostrato una capacità e volontà tali che, abbinati ai collaboratori di vecchia data, ci fanno ben sperare per il futuro della nostra Associazione. Colgo l’occasione per augurare a tutti i Consiglieri un buon lavoro e, interpretando il pensiero dei Verolesi, dedico loro un grosso applauso.

Il nuovo organigramma per gli anni 2002/2004 è il seguente:

Presidente Onorario: Luigi Martinelli; Presidente: Battista Vigna; Vice Presidenti: Monteverdi Massimo, Francesca Bodini; Segretaria: Federica Bonini; Amministratore: Silvia Girelli; Area informatica: Ivana Cremaschini (Consigliere); Pubbliche relazioni: Roberto Bocchio (Consigliere); Direttori Sanitari: Dott.sa Maria Teresa Pelosi, Dott. Ugo Macchiarola

Consiglieri: Angelo Baronio, Sergio Beltini, Noemi Calà, Angelo Fogazzi, Pierangelo Fontana, Valter Gavazzoli, Zemiro Ghirardini, Roberto Girelli, Patrizia Marteni, Rosa Pasolini, Elena Rossini, Virginio Vitalini.

Collegio dei Sindaci: Presidente: Aldo Maselli; Consiglieri: Maurizio Gavazzoli, Angelo Venturini.

Collegio dei Probiviri: Presidente: Adriano Barbieri; Consiglieri: Chiara Gazzurelli, Bruno Pinelli

Avviso ai soci

Molti di voi hanno ricevuto lo scorso mese un avviso da parte nostra per la vaccinazione anti epatite di tipo B; vogliamo ricordare a coloro che hanno dato l’adesione di prendere nota degli appuntamenti per la vaccinazione, che riportiamo ancora come promemoria:

• sabato 11 maggio alle ore 14.30 per coloro che devono fare il richiamo dei 5 anni.

• sabato 11 maggio e sabato 15 giugno sempre alle ore 14.30 per coloro che iniziano una nuova profilassi.

Non invieremo altri avvisi a casa pertanto si raccomanda la puntualità.

Battista Vigna

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Radio Basilica

 

Eppur si muove

 

Ci rendiamo conto che dopo quasi tre mesi di silenzio (parziale) si potrebbe pensare che Radio Basilica e la sua redazione siano ormai rassegnati a rimanere senza... parole e se ne siano stati con le mani in mano. Decisamente non è così e finalmente si comincia ad intravedere, seppure ancora in lontananza, la fine del forzato silenzio al quale, lo scorso Gennaio, ci ha obbligati la definitiva dipartita del mixer e poi, a cascata, tutta una serie di altre importanti apparecchiature, ultima delle quali il computer che ospita la redazione del sito internet. Il sito, per ora, viene aggiornato da casa dei redattori. Da allora ad oggi si sono accelerati i tempi per il completamento del nuovo studio il quale, a parte qualche piccolo ritocco, è pronto ad ospitare i nuovi strumenti. E qui sta il punto dolente. I costi previsti per la parte muraria, gli infissi, il riscaldamento, gli impianti elettrici e la speciale pavimentazione sono notevolmente lievitati rispetto al previsto per cui... sono rimasti decisamente pochi soldi per quello che riguarda le nuove attrezzature audio. Valutando le necessità di strumentazione avevamo previsto una spesa di circa e 21.000 (oltre 40 milioni di lire); a conti fatti ne abbiamo a disposizione poco più della metà (e 11.000). Tenendo conto che non possiamo prescindere dal mixer, che da solo costa quasi 6.500 e, con il rimanente non possiamo sicuramente "sgallettare" e anche stavolta dovremo rinunciare alla regia automatica che ci avrebbe permesso di aumentare di molto, non solo le trasmissioni prodotte da noi, ma anche la qualità di emissione e di restare più facilmente in regola con le disposizioni di legge (siamo perfettamente in regola anche oggi ma con una enormità di lavoro in più). Cercheremo comunque di fare del nostro meglio con quanto riusciremo a mettere insieme come, del resto, abbiamo sempre fatto. Certo che le cose potrebbero andare diversamente se qualche generoso ascoltatore e lettore dell’Angelo si mettesse una mano sul cuore e l’altra... al portafogli. Vada come vada, ci auguriamo di tornare a trasmettere entro i primi di maggio. La ripresa vedrà in funzione anche una nuova antenna che servirà decisamente meglio la zona sud del paese. Nel frattempo, chi ne ha la possibilità, si goda tutti i numerosissimi aggiornamenti del sito internet.

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Auguri...

 

Lo scorso 20 marzo nonna Chiara Pinelli ved. Azzini ha varcato la soglia dei 95 anni.

Grande festa le hanno fatto i suoi otto figli, tra i quali Valentina che le è sempre accanto, i generi, le nuore, i nipoti ed i parenti.

Auguri, nonna Chiara, anche da parte della famiglia de "L’Angelo di Verola".

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Cronaca dell’ultima ora
(in diretta dall’Angelo)

"Ho trovato scritto:

• A pag. 8 del "Notiziario d’informazione comunale (n° pasquale 2002): Verolanuova in piazza: "L’Assessorato alla Cultura in collaborazione con l’AVIS comunale organizza: "Canzoni sotto l’Angelo" - Concorso canoro con orchestra dal vivo (la data non è indicata);

• Sul "Giornale di Brescia" del 27 marzo 2002, a pag. 39: "Lunedì 1 aprile (sottolineo: Festa dell’Angelo - n.d.A.) a Verolanuova il Pedale Verolese organizza la "Cicloturistica "1° Trofeo Angelo di Verola" con il seguente programma: ritrovo alle ore 7.30 in piazza Celesti a Verolanuova, partenza alle ore 8.45".

Di tutto non posso che esultare e assicuro:

- la mia tromba invierà melodie mai sentite al mondo per accompagnare le canzoni del Concorso;

- proteggerò con le mie ali i cicloturisti alla conquista del Trofeo a me intitolato

Parola de

"L’Angelo di Verola"

Verolanuova, 27 marzo 2002

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Anagrafe parrocchiale

 

Battesimi

8 Margini Claudia di Giuseppe e di Zanolini Giovanna

9 Tomasoni Sofia di Marco e di Mattarozzi Carolina

10 Cavalli Giovanni Michele di Massimo e di Spinoni Maria Teresa

11 Ricca Gabriele Primo di Mariano e di Lancini Daniela

Matrimoni

1 Rossini Pietro con Rossini Serenella

2 Anni Paolo Battista con Geroldi Elena

3 Zani Marco con Monteverdi Daniela

Defunti

  9 Balbiani Adone di anni 63

10 Eugeni Erina Pistolesi di anni 78

11 Ciatti Rosa Bellomi di anni 87

12 Checchi Teresa di anni 81

13 Cervati Guido di anni 69

14 Zani Luigia Amighetti di anni 89

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Offerte pro restauri
tele e affreschi della Basilica

 

Giornata celebrata nel mese di marzo Euro 2.671,44

In memoria di Angelo Rossini 258,23

N. N. 50,00

N.N. 55 00

N.N. 100,00

N.N. 100,00

Carabinieri Verolanuova 80,00

Sirap- Gema Verolanuova 104,00

Umberto Bisesti e M. Angela Nervi per il corso dei fidanzati 50,00

Prima Comunità neocatecumenale 160,00

N.N. 400,00

N.N. 10,00

Associazione spose e madri cristiane

in occasione della Pasqua della donna 125,82

Classe 1952 in memoria dei coetanei defunti 120,00

N.N. 50,00

In memoria dei nipoti Massimiliano e Ombretta 55,00

N.N. 50,00

In memoria del caro sposo e papà 550,00

N.N. 50,00

Nel ricordo del compleanno del marito in occasione della Pasqua 520,00

N.N. 20,00

N.N: 250,00

Dalla Cappella Casa Albergo 110,00

N.N 60,00

N.N. 370,00

 

Totale 6.319,49

 

Offerte per Radiobasilica

N.N. 516,00

N.N. 20,00

Sirap-Gema - Verolanuova in memoria del def.to Mario Barbieri 207,00

Totale 743,00

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