L'Angelo di Verola L'Angelo di Verola Mensile di Vita Parrocchiale Verolese


Anno XXIX   n° 10 - Ottobre 2004

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Edizione a stampa a cura di Don Luigi Bracchi
Redazione: Don Giampaolo Goffi - Don Valentino Picozzi - Tiziano Cervati
Edizione on-line a cura di Tiziano Cervati

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Archivio 2004 Angelo di Verola Parrocchia di Verolanuova

SOMMARIO

In copertina: Basilica di San Lorenzo in Verolanuova - Altare del SS. Sacramento (particolare). 

La parola del prevosto (don Luigi)   

Calendario liturgico

Il Papa a Lourdes

Buio nella storia dell’umanità

Il Papa a Loreto

L'anno dell'Eucarestia 

vita parrocchiale

Appunti per la Visita Pastorale

In cammino verso il Diaconato

Suor Ester in riposo dopo tanto lavoro

Dal Consiglio Pastorale

Dalle parole... ai fatti 

Briciole Francescane

Dalla San Vincenzo 

Pellegrinaggio mazzolariano

Gó de ‘ndà a pagà la Mèsa (e.d.a)

Il camposcuola delle Famiglie 

La Straverola

dagli oratori

Appunti dal Grest

Colorandia

Impressioni da ...

A proposito di Halloween

La raccolta di San Martino

Concorso letterario 

Oratorio Sport 

le nostre rubriche

Verola Missionaria

Con Los Otros

Misericordia io voglio 

Una banda particolare

Per te casalinga (L.D.B)

Verola sport

Si dice che il Rugby...

arte & cultura

Le Poesie di Rosetta (R. Mor)

Storie Verolesi (V. Branca) 

Voi che ne pensate? (L. A. Pinelli)

varie - cronaca

Quando la coppia scoppia

Dalla casa di riposo 

Dal club alcolisti

Pescatori Verolesi

Orario delle farmacie 

Numeri Utili

Per i collaboratori dell'Angelo

Per i più piccoli (B. Cocchetti)

Le nuove trasmissioni di Radio Basilica

Anagrafe Parrocchiale

Servizio Informatico Parrocchiale

Gli Appuntamenti di ottobre


la parola del Prevosto

Inizia un nuovo Anno Pastorale

I ragazzi hanno dato la sveglia a questo nuovo anno pastorale, nel Grest, nelle loro attività, nella festa dell’Oratorio; sabato 11 settembre, in Basilica, la Scuola Elementare ha aperto l’anno scolastico anche davanti al Signore; si stanno inoltre iscrivendo al nuovo anno di catechesi... Auguri vivissimi per tutto quello che stanno intraprendendo, per la loro gioia, per il loro entusiasmo.

E noi adulti stiamo a guardare?

Certo inizieranno i Centri di ascolto, le riunioni dei vari gruppi e associazioni... Posso dare un po’ la carica a tutte queste realtà?

Innanzitutto: perché tanti componenti della comunità non sentono il bisogno di partecipare a qualcuna delle tante associazioni, convinti che portare il proprio contributo è favorire la crescita di tutti?

Troppi cristiani stanno a guardare e, magari, a criticare.

Chi non fa nulla sbaglia sempre! Chi fa, certo, può anche sbagliare! Un corpo, immagine della Chiesa, non funziona bene se qualcosa non va, se ogni piccola parte non dà il suo aiuto. Così è nella Comunità Cristiana! Se ogni fedele non scopre la sua presenza particolare, la sua originalità, la nostra parrocchia sarà sempre zoppicante!

E poi lo stile, il modo, il metodo!

Abbiamo visto il Papa a Loreto con tutti quei giovani e quelle persone...

Siamo chiamati a diventare:

-    una Comunità che prega, che contempla, che si mette in ascolto, che interiorizza, che si lascia plasmare e interrogare dal Vangelo, che si mette con umiltà, entusiasmo e vivacità al seguito di Gesù, che sa trovare spazi di silenzio per riflettere e per non lasciarsi travolgere dalle tante cose; solo così matureremo ideali e atteggiamenti da tramandare alle nuove generazioni.

-    una comunità vera dove i rapporti si costruiscono sulla fraternità con tutti e non nelle false sicurezze delle cose, dove tutti si sentono accolti senza distinzioni, dove ciascuno è attento per arrivare a servire per primo, dove la mia felicità è quella degli altri;

-    una comunità di missione dove non regna lo stile del privilegio, ma la gioia di partecipare agli altri quanto ci è stato donato nella fede, dove emerge che per noi il vero tesoro è Cristo e la dignità di ogni uomo che incontriamo.

Il dieci ottobre celebreremo con solennità la festa della Madonna del Rosario: Maria ci accompagni e ci stimoli ad una vita più piena.

Don Luigi

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Calendario liturgico

dal 3 ottobre al 7 novembre

ottobre

ORARIO SANTE MESSE

In Basilica:
Prefestiva: ore 18.30

Festive:   ore 7.30 - 9.30 - 11.00 - 18.30

         ore 18.15 Celebrazione Liturgica

Feriali:    ore 7.00 - 9.00 - 18.30

 

S. Rocco:
Festiva: ore 9.00

 

S. Anna - Breda Libera:

Festiva: ore 10.00

Feriale: (solo giovedì): ore 20.00

 

Cappella Casa Albergo:

Feriale e prefestiva: ore 16.30

 

N.B.: In Basilica, ogni sabato dalle ore 15.30 alle 17.30, i sacerdoti sono a disposizione per le confessioni.

 

 

1) Mese Missionario - La Congregazione per l’evangelizzazione dei popoli propone di dedicare le domeniche di ottobre all’idea missionaria. La giornata missionaria in senso stretto è sempre la penultima domenica di ottobre. La prima domenica è la giornata di preghiera, la seconda del sacrificio, la terza della vocazione, la quarta dell’offerta e l’ultima del ringraziamento. Nel bollettino si trovano vari articoli su questo tema.

2) Mese del Rosario - Questo mese propone il pio esercizio del Santo Rosario del quale parlano ampiamente la terza parte della esortazione apostolica “Marialis Cultus” di Papa Paolo VI e il recente documento di Papa Giovanni Paolo II sul santo Rosario. È auspicabile che nelle nostre famiglie ritorni questa pia pratica che nel passato, anche recente, costituiva la preghiera per eccellenza. Il Rosario sarà proposto ogni giorno prima delle sante Messe delle ore 9.00 e delle ore 18.30.

3) Inizia l’Anno dell’Eucaristia - Si apre l’anno dedicato all’Eucaristia, voluto da Giovanni Paolo II come guida per l’anno liturgico 2004-2005.

 

1 venerdì     S. Teresa di Gesù Bambino, vergine e dottore della Chiesa. Primo del mese - Dedicato alla devozione del          Sacro Cuore. Sante messe con orario feriale -  Si porta la S. Comunione agli ammalati.

 

2 sabato      S.S. Angeli Custodi. Sante messe con orario feriale.


 3 Domenica    XXVII del tempo ordinario (III settimana del salterio)

 

Dal Vangelo -  “...Gli apostoli dissero al Signore: “Aumenta la nostra fede” ...” (Lc 17, 6)

      Sante Messe con orario festivo

ore   9.30   Inizia l’Anno Catechistico. Mandato ai catechisti

Inizia la settimana Mariana:

ore 15.00    In Basilica, celebrazione per gli anziani e gli ammalati. Amministrazione del Sacramento dell’Unzione degli Infermi

ore 17.00    Presso il salone dell’Oratorio femminile - Rev.de Suore - incontro con i genitori, padrini e madrine dei bambini che saranno battezzati nel mese di ottobre

ore 18.15    Celebrazione liturgica

 

Settimana Mariana

 

4 lunedì       S. Francesco d’Assisi. Patrono d’Italia. Festa. Sante Messe con orario feriale con riflessione

 

5 martedì    Sante Messe con orario feriale con breve riflessione

 

6 mercoledì    Sante Messe con orario feriale con breve riflessione 

7 giovedì     B.V. Maria del Rosario. Primo giovedì del mese.

      Dopo la S. Messa delle ore 9.00 esposizione del Santissimo e adorazione comunitaria e privata fino alle ore 12.00

 

Giovedì 7, Venerdì 8, Sabato 9 ottobre

      Breve corso di esercizi spirituali per tutti con queste modalità:

      il mattino: dalle 9.00 alle 10.30 a cura di don Giuseppe Triberti

      la sera: giovedì e venerdì dalle 20.30 alle 22.00 - sabato dalle 18.30 alle 20.00 a cura di don Angelo Treccani

      È prevista la Santa Messa, una meditazione, l’adorazione e uno spazio di silenzio e riflessione. Sarà possibile      confessarsi

 

9 sabato      Vigilia della Solennità della Beata Vergine Maria del Santo Rosario. Sante Messe con orario feriale

ore 15.30   Confessioni


10 Domenica   Solennità della B.V.M. del S. Rosario

Dal Vangelo -  “...e il Signore gli disse ‘Alzati e và; la tua fede ti ha salvato’ ...” (Lc 17, 19)

 

Sante Messe con orario festivo

ore 11.00   S. Messa solenne

ore 12.00   Celebrazione comunitaria dei battesimi

ore 16.00   S. Messa seguita dalla processione in onore della Madonna del Rosario, presieduta da Mons. Luigi Corrini, prevosto emerito di Verolanuova

 

È sospesa la Messa vespertina delle ore 18.30

 

11 lunedì     XXVlII Settimana del tempo ordinario - (IV settimana del salterio)

 

16 sabato   Ricorre oggi il 25° anniversario dell’elezione del Papa Giovanni Paolo II. Preghiamo per lui


 

 17 Domenica   domenica XXIX del tempo ordinario - (I settimana del salterio)

 

Dal Vangelo -  “...disse il Signore: ‘ma il Figlio dell’Uomo, quando verrà, troverà la Fede sulla terra?” ...” (Lc 18, 8)

Sante Messe con orario festivo

 

Solennità della B.V. del Rosario alla Breda Libera:

ore 10.00   Santa Messa solenne

ore 17.30   Santo Rosario e Processione

 

ore 18.30   In Basilica: Santa Messa con il lettorato al nostro fratello Francesco Checchi

 

18 lunedì     S. Luca Evangelista. Sante Messe con orario feriale

 

19 martedì   Da un anno Don Luigi è parroco della nostra comunità. Ricordiamolo nella preghiera


 24 Domenica   domenica XXX del tempo ordinario - (II settimana del salterio)

 

Dal Vangelo -  “...Io vi dico: questo tornò a casa sua giustificato a differenza dell’altro, perché chi si esalta sarà umiliato e chi si umilia sarà esaltato...” (Lc 18, 14)

 

Sante Messe con orario festivo

 

Giornata Missionaria Mondiale

ore 16.00   All’Oratorio maschile incontro con i genitori dei fanciulli della 2a elementare che si preparano alla Prima         Confessione

ore 16.00   Nel salone dell’Oratorio femminile - Rev.de Suore - incontro con l’Azione Cattolica Adulti

 

25 lunedì     Santi Filastrio e Gaudenzio - Vescovi di Brescia Sante Messe con orario feriale


 

 31 Domenica   domenica XXXI del tempo ordinario - (III settimana del salterio)

 

Dal Vangelo -  “...Gesù alzò lo sguardo e gli disse: ‘Zaccheo scendi subito perché devo fermarmi a casa tua’...” (Lc 19, 5)

Sante Messe con orario festivo

 

Giornata di preparazione e preghiera per la Visita Pastorale che il nostro Vescovo ci farà dal 14 al 30 gennaio 2005

     

Solennità della Dedicazione della Basilica

 

Torna l’ora solare - N. B. La Messa vespertina dei giorni festivi e feriali è anticipata alle ore 18.00


novembre

 

 

ORARIO SANTE MESSE

In Basilica:
Prefestiva: ore 18.00

Festive:   ore 7.30 - 9.30 - 11.00 - 18.00

         ore 17.45 Celebrazione Liturgica

Feriali:    ore 7.00 - 9.00 - 18.30

 

S. Rocco:
Festiva: ore 9.00

 

S. Anna - Breda Libera:

Festiva: ore 10.00

Feriale: (solo giovedì): ore 18.30

 

Cappella Casa Albergo:

Feriale e prefestiva: ore 16.30

 

N.B.: In Basilica, ogni sabato dalle ore 15.30 alle 17.30, i sacerdoti sono a disposizione per le confessioni.

novembre

 


 

1 lunedì       Solennità di Tutti i Santi (proprio del salterio)

 

Dal Vangelo -  “...Gesù disse: “Beati i poveri in spirito, perché di essi è il regno dei cieli...” (Mt. 5, 3)

 

Sante Messe con orario festivo

ore 15.00   S. Messa al cimitero in suffragio di tutti i defunti. Seguirà la benedizione alle tombe

ore 18.00   In Basilica: Vespro e S. Messa di “Tutti i Santi” a suffragio dei defunti della Parrocchia

 

2 martedì    Commemorazione di tutti i defunti - Sante Messe con orario feriale

ore 15.00   S. Messa al cimitero. Benedizione delle tombe

ore 18.00   Ufficiatura con santa Messa a suffragio di tutti i defunti della Parrocchia

ore 20.00   In Sant’Anna ufficiatura con santa Messa a suffragio di tutti i defunti della Breda.

 

N. B. Ogni sera, fino a sabato 8 novembre, alle ore 18.00, in Basilica ufficiatura per i Defunti della Parrocchia.

 

Nei giorni 1 - 8 novembre, i fedeli che visitano il Cimitero e pregano per i defunti, alle solite condizioni (Confessione e Comunione) possono ottenere l’indulgenza plenaria applicabile ai defunti.

Dal mezzogiorno dell’1 novembre alla sera del 2 si può ottenere l’indulgenza Plenaria applicabile ai defunti visitando la Basilica. Nella visita si reciti almeno un Pater, Ave, Gloria e il Credo.

Si richiedono le seguenti condizioni: Confessione, Comunione e preghiere secondo le intenzioni del Papa (almeno Pater, Ave, Gloria...)

 

4 giovedì     S. Carlo Borromeo - Onomastico del Papa. Primo giovedì del mese. Sante Messe con orario feriale

ore   9.00    S. Messa seguita dall’esposizione del Santissimo: adorazione comunitaria e personale fino alle ore 12.00

 

5 venerdì     Primo del mese dedicato alla devozione del Sacro Cuore. Sante Messe con orario feriale. Si porta la          Comunione agli ammalati


 

 7 Domenica     domenica XXXII del tempo ordinario - (IV settimana del salterio)

 

Dal Vangelo -  “...disse il Signore: - Dio non è il Dio dei morti ma dei vivi, perché tutti vivono per lui - ...” (Lc 20, 38)

 

Festa del Ringraziamento

Sante Messe con orario festivo

ore 16.00   Nel salone dell’Oratorio maschile incontro con i genitori dei fanciulli della 3a elementare

ore 16.00   Nel salone delle suore incontro con i genitori, padrini e madrine dei bambini che saranno battezzati nel mese di novembre

 

9 martedì    Dedicazione della Basilica Lateranense. Festa


Riepilogo degli appuntamenti vari

Genitori, padrini e madrine dei battezzandi di ottobre - Domenica 3 ottobre - ore 17.00 - Oratorio femminile

Incontro con L’Azione Cattolica Adulti - Domenica 24 ottobre - ore 17.00 - Oratorio femminile

Genitori dei fanciulli/e di 1a elementare - Domenica 31 ottobre - ore 15.00 - Oratorio maschile

Genitori, padrini e madrine dei battezzandi di novembre - Domenica 7 novembre - ore 17.00 - Oratorio femminile

 

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Il Papa a Lourdes

 

Il Papa, il 15 agosto scorso, si è recato a Lourdes. In quell’occasione ha dato al mondo intero una catechesi altamente significativa sul significato della sofferenza e del dolore. Riportiamo alcuni messaggi che Giovanni Paolo II ci ha dato e una preghiera che ha fatto davanti all’immagine della Madonna.

 

Voi donne, sentinelle dell’invisibile

Sull’esempio della Vergine, il Papa a Lourdes ha richiamato con forza, nonostante momenti di grande fatica, il dovere di rispettare la vita “dal concepimento fino alla sua fine naturale. Un dono sacro di cui nessuno può farsi padrone”. Ai giovani: “Portate nel mondo una ventata di speranza”

Mai visto il Papa così fino a ora. Abituati da tempo alla fragilità che gli anni e malanni gli hanno caricato impietosi, ci mancava di vederlo come l’abbiamo visto domenica a Lourdes. Indomito nel chiedere ancora e sempre la pace per questo mondo tormentato, la fine della violenza e del cedere alla logica delle armi, il rispetto della vita contro l’aborto e l’eutanasia, e alle donne, “sentinelle dell’Invisibile”, di impegnarsi per sconfiggere materialismo e secolarizzazione. E altrettanto coraggioso nel chiedere “pomozcie mi”, “aiutatemi”, quando il caldo gli toglie la voce fino a quando un bicchiere d’acqua gliela restituisce, e ancora nello stringere i denti: “Musze siconczyc”, “devo finire” la sua lettura.

Mai vista una sintesi altrettanto fulminante dell’estrema coerenza con la quale Giovanni Paolo II va avanti, quando, seduto sulla sua poltrona mobile, dà la comunione nelle mani di un giovane in sedia a rotelle. Il magistero di anni raccolto nel grumo di un’immagine di forza interiore che forse solo Lourdes, dove la malattia tante volte sembra arrivare in braccio alla stanchezza di vivere, poteva fissare. Ha fissato per sempre: “Grazie Dio perché ci hai dato il Papa”, ha detto domenica un prete italiano, durante la Messa, tra gli applausi delle migliaia di pellegrini presenti. Forse mai come a Lourdes s’è capito perché, più i media di tutto il mondo continuano a rincorrere, a spiare, a frugare impietosi la sofferenza di Giovanni Paolo II, più cresce l’amore della gente per lui, e si fa quasi tangibile il desiderio di seguirlo, sostenerlo, incoraggiarlo. È quello che i trecentomila che domenica hanno invaso l’Esplanade del santuario ai piedi dei Pirenei hanno visto e toccato con mano, ma che anche i milioni che hanno seguito attraverso la televisione hanno visto e toccato.

Ascoltando quella lunga omelia tenacemente portata a termine, nella quale Papa Wojtyla ha ribadito che il “male e la morte... non avranno l’ultima parola”, se si avrà il coraggio di farsi interpreti del messaggio della Vergine di Lourdes: “Siate donne e uomini liberi” e rispettate la vita umana “dal concepimento fino alla sua fine naturale”, perché “la vita è un dono sacro, di cui nessuno può farsi padrone”. Un compito che spetta a tutti, ma rispetto al quale in questo tempo “tentato dal materialismo e dalla secolarizzazione” la donna è chiamata a “una particolare missione”, quella di essere “testimone dei valori essenziali che si vedono solo con gli occhi del cuore”. Certo, ha aggiunto Giovanni Paolo II, mentre “il bene” che si fa “non fa rumore”, l’umanità “porta in sé la ferita del peccato, le cui conseguenze continuano a farsi sentire anche nei redenti”. Per questo l’unica strada per essere liberi è, quindi, seguire il Cristo, che è il “liberatore” dell’umanità. Di qui l’“appello pressante, perché ognuno la difenda facendo quello che è in suo potere di fare”. E in particolare i giovani, invitati a portare “nel mondo una ventata di speranza”.

E' stato, come detto, quasi una lotta quella sostenuta domenica da Papa Wojtyla per portare a termine l’omelia. Ma una volta di più ha dimostrato, con questa formula dei “viaggi brevi”, di essere in grado di sopportare anche gli stress climatici più pesanti, e di essere in grado di recuperare con un breve riposo le forze anche in giornate intense come è stata in particolare quella di sabato. Se, insomma, di una sfida s’è trattato, questo 104° viaggio apostolico di Giovanni Paolo II è stata una sfida vinta. Prima di rientrare a Roma, l’ultimo atto di questo indimenticabile pellegrinaggio è stata la sosta, in privato, alla grotta di Massabielle, dove nel 1858 la Vergine apparve alla piccola Bernadette. Papa Wojtyla, lasciata l’Accueil Notre-Dame pochi minuti dopo le 17, s’è trattenuto davanti alla statua della Madonna, posta su quella roccia dalla quale “la Vergine Santa - aveva detto all’Angelus - venne incontro a Bernadette rivelandosi come Colei che è ricolma della grazia di Dio, e le domandò penitenza e preghiera. Le indicò una sorgente di acqua, e le chiese di bere. Quell’acqua che sgorga sempre fresca è diventata uno dei simboli di Lourdes: simbolo della vita nuova, che Cristo dona a quanti si convertono a lui”. Perché, aveva aggiunto, “il Cristianesimo è sorgente di vita, e Maria è la prima custode di questa fonte. A tutti la indica chiedendo di rinunciare all’orgoglio, di farsi umili, per attingere dalla misericordia del suo Figlio e collaborare così all’avvento della civiltà dell’amore”. L’ultima sosta davanti alla grotta è durata oltre quaranta minuti. Poi la corsa fino all’aeroporto di Tarbes, dove l’attendeva l’aereo per Roma.

Salvatore Mazza

(da: L’Osservatore Romano)


L’invocazione del Papa al termine del Rosario

 

“Santa Maria Madre dei credenti, Nostra Signora di Lourdes prega per noi”

 

Ave Maria, Donna povera e umile, benedetta dall’Altissimo!         

Vergine della speranza, profezia dei tempi nuovi,

noi ci associamo al tuo cantico di lode

per celebrare le misericordie del Signore,

per annunciare la venuta del regno

e la piena liberazione dell’uomo.

 

Ave Maria, umile serva del Signore, gloriosa Madre di Cristo!

Vergine fedele, dimora santa del Verbo,

insegnaci a perseverare nell’ascolto della Parola,

ad essere docili alla voce dello Spirito,

attenti ai suoi appelli nell’intimità della coscienza

e alle sue manifestazioni negli avvenimenti della storia.

 

Ave Maria, donna del dolore, Madre dei viventi!

Vergine sposa presso la Croce, Eva novella,

sii nostra guida sulle strade del mondo,

insegnaci a vivere

e a diffondere l’amore di Cristo,

a sostare con Te

presso le innumerevoli croci

sulle quali tuo Figlio è ancora crocifisso.

 

Ave Maria, Donna della fede,

prima dei discepoli!

Vergine Madre della Chiesa,

aiutaci a rendere sempre ragione

della speranza che è in noi,

confidando nella bontà dell’uomo

e nell’amore del Padre.

Insegnaci a costruire il mondo

dal di dentro:

nella profondità del silenzio e dell’orazione,

nella gioia dell’amore fraterno,

nella fecondità insostituibile della Croce.

 

Santa Maria, Madre dei Credenti,

Nostra Signora di Lourdes,

prega per noi.

 

Amen.

 

 

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Buio nella storia dell’umanità

Ma i nemici dell’uomo non potranno prevalere

L’11 settembre 2001 un’ombra minacciosa si è allungata sulla storia dell’umanità, oscurandola. “lì cuore dell’uomo è un abisso da cui emergono a volte disegni di un’inaudita ferocia, capaci in un attimo di sconvolgere la vita serena e operosa di un popolo”, disse Giovanni Paolo II all’Udienza generale svoltasi all’indomani degli attacchi terroristici alle Torri Gemelle e al Pentagono. Da quell’“abisso” dell’animo umano sono purtroppo emersi altri mostri, che, in questi tre anni, hanno seminato morte e distruzione. Da Bali a Madrid, da Beslan a Baghdad, persone innocenti continuano ad essere bersaglio di criminali attacchi. Poco importa se le vittime sono turisti o pendolari che si recano al lavoro. L’importante, nella perversa strategia dei terroristi, è diffondere un sentimento generalizzato di panico, colpendo anche chi, nonostante tutte le difficoltà, si prodiga per aiutare il prossimo, per lenire le sofferenze di quanti sono segnati dalle ferite della violenza.

 

È il caso, tra gli altri, delle due operatrici umanitarie italiane rapite nella capitale irachena, e ancora  tenute in ostaggio, e di Sergio Vieira de Mello, l’inviato speciale in Iraq del Segretario generale delle Nazioni Unite, assassinato nell’attentato contro la sede dell’Onu di Baghdad. La furia omicida non si è arrestata neanche di fronte all’innocenza dei bambini. Il primo giorno di scuola, un momento importante nella “quotidianità” delle famiglie, si è trasformato in un incubo dal quale i superstiti della scuola di Beslan difficilmente riusciranno a destarsi.

 

“Se anche la forza delle tenebre sembra prevalere, il credente sa che il male e la morte non hanno l’ultima parola”, disse ancora il Papa all’Udienza generale del 12 settembre 2001. E qui poggia la certezza che deve sostenere l’umanità in questo travagliato momento storico. La speranza è l’unica vera forza che può condurre il mondo verso un futuro di pace, dove il terrorismo sia solo un triste ricordo. Dalla speranza nasce anche la certezza che il confronto e il dialogo sono gli unici strumenti per giungere ad una giusta soluzione e al superamento delle tante ingiustizie che, in tutto il pianeta, alimentano le situazioni di conflitto. Ora più che mai c’è bisogno di autentici operatori di pace, di uomini e donne che abbiano il coraggio di gettare ponti e non di scavare fossati tra i popoli. Un coraggio che solo la speranza può alimentare.

 

Da: L’Osservatore Romano Sabato 11 settembre 2004

 

11 settembre 2001: L’attacco di “Al Qaeda” alle torri gemelle e al Pentagono sconvolge gli Stati Uniti e getta il mondo nel terrore. 

12 ottobre 2002: Una violentissima esplosione devasta un locale a Bali, in Indonesia, provocando la morte di 202 persone. 

11 marzo 2004: Dieci ordigni esplodono a Madrid su quattro treni affollati di pendolari provocando 191 morti.  

3 settembre 2004: Il sequestro di oltre 1000 persone in una scuola di Beslan, in Ossezia del Nord, si conclude con un massacro. 

11 settembre 2004: Terroristi iracheni tengono in ostaggio numerose persone di diverse nazionalità, tra le quali due volontarie italiane, la cui vicenda, grazie al cielo, è finita bene.

 

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Il Papa con l’Azione Cattolica a Loreto: Una luminosa giornata di storia

Giovanni Paolo II lascia tre impegni a tutti noi:

Contemplazione - Comunione - Missione

Giovanni Paolo II - pellegrino domenica 5 settembre a Loreto con oltre trecentomila fedeli, di ogni generazione, appartenenti all’Azione Cattolica Italiana - ha proclamato tre nuovi beati e ha affidato alla grande Associazione laicale la formidabile impresa di donare santità alla Chiesa e al mondo del terzo millennio. La beatificazione di Pietro Tarrés i Claret, di Alberto Marvelli e di Pina Suriano è stato un evento storico per l’Azione Cattolica: tutti e tre i nuovi beati, infatti, hanno maturato e vissuto la loro santità nella straordinaria ordinarietà della vita dell’Associazione. Nella splendida Piana di Montorso, località a circa tre chilometri dalla Santa Casa di Loreto, il Papa ha presieduto, nella mattina, la Concelebrazione Eucaristica. “Voi lo sapete: aderire a Cristo è una scelta esigente - ha detto nell’omelia -”. Non a caso Gesù parla di “croce”. Egli tuttavia precisa immediatamente: “dietro di me”.

È questa la grande parola: non siamo soli a portare la croce. Davanti a noi cammina Lui, aprendoci la strada con la luce del suo esempio e con la forza del suo amore”. Il Santo Padre ha affermato che “la croce accettata per amore genera libertà” e che “non c’è amore più grande di quello della croce; non c’è libertà più vera di quella dell’amore; non c’è fraternità più piena di quella che nasce dalla croce di Gesù”. Rivolgendosi direttamente all’Azione Cattolica il Papa ha così concluso l’omelia: “Oggi il Signore, attraverso l’evento della beatificazione di questi tre Servi di Dio, vi dice: il dono più grande che potete fare alla Chiesa e al mondo è la santità. Vi stia a cuore ciò che sta a cuore alla Chiesa: che molti uomini e donne del nostro tempo siano conquistati dal fascino di Cristo; che il suo Vangelo torni a brillare come luce di speranza per i poveri, i malati, gli affamati di giustizia; che le comunità cristiane siano sempre più vive, aperte, attraenti; che le nostre città siano ospitali e vivibili per tutti; che l’umanità possa seguire le vie della pace e della fraternità...

Coraggio, Azione Cattolica! Il Signore guidi il tuo cammino di rinnovamento!”. Nella meditazione che ha preceduto la preghiera mariana dell’Angelus, Giovanni Paolo Il ha affidato all’Azione Cattolica tre esigenti “consegne”: contemplazione, comunione e missione. E ha detto: “Siate sempre disponibili alla voce del Signore Gesù. Come Egli ha avuto bisogno del fiat di Maria per farsi carne, così il suo Vangelo ha bisogno anche del vostro sì per farsi storia nel mondo di oggi”.

Da: L’Osservatore Romano del 7 settembre 2004

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L’Anno dell’Eucaristia

La Santa Messa appuntamento d’amore

Nell’Ostia consacrata adoriamo Gesù

sacramentalmente presente

in corpo, sangue, anima e divinità,

che a noi si offre come cibo di vita eterna.

La Santa Messa diviene allora

il vero appuntamento d’amore

con colui che ha dato tutto se stesso

per noi. 

Giovanni Paolo II

(dal messaggio per la XX Giornata Mondiale della Gioventù) 

 

 

Non abbiate paura di dare il vostro tempo a Cristo!

Il dovere di santificare la domenica, soprattutto con la partecipazione all’Eucaristia..., ben si comprende se si considerano le molteplici dimensioni di questa giornata...

Essa è un giorno che sta nel cuore stesso della vita cristiana.

Se, fin dall’inizio del mio Pontificato, non mi sono stancato di ripetere: “Non abbiate paura! Aprite, anzi, spalancate le porte a Cristo!”, in questa stessa linea vorrei oggi invitare tutti con forza a riscoprire la domenica: Non abbiate paura di dare il vostro tempo a Cristo!

(“Dies domini”, n. 7) 

 

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Vita Parrocchiale

Appunti in preparazione alla Visita Pastorale (2)

Breve riassunto di quanto già pubblicato:

La parola visita richiama l’usanza e il gesto di persone che lasciano il proprio ambiente e si recano, per un certo tempo, presso conoscenti con intenzioni di benevolenza e con l’attesa di diventare ospiti per un certo tempo.

Tante volte la Bibbia attribuisce a Dio il gesto della visita (Benedictus: ...ha visitato e redento il suo popolo).

Dio è trascendente da noi e un modo per esprimere questo concetto è dire che “abita i cieli”, ma ha pure una presenza intima alla terra e alle persone (è immanente a tutto il creato). Quando Dio visita la terra viene in casa sua: una visita che con il Suo amore si fa storia. La Sua visita più vistosa è presentata nell’Esodo quando dal roveto ardente dice a Mosè: “Ho osservato la miseria del mio popolo e ho udito il suo grido sono sceso per liberarlo dalla mano dell’Egitto e per farlo uscire da questo paese...

 

È una discesa importante perché per noi uomini la vera salvezza viene da Dio e le salvezze di origine umana sono inefficaci (il demonio si è inserito in questo bisogno di salvezza attraverso le ideologie fallite che hanno caratterizzato l’umanità in questi ultimi due secoli). Il vertice della visita di Dio è il Natale del Signore in cui il Figlio di Dio diventa vero uomo. È difficile pensare che un Dio trascendente si abbassi a livello di uomo, ed è comprensibile il rigetto dei Mussulmani e degli Ebrei per il Natale.

 

Gesù completa l’opera dopo la Sua Resurrezione quando dice: “Pace a voi, come il Padre ha mandato Me, io mando voi”: La Missione di visitare gli uomini parte dal Padre,viene affidata al Figlio e dal Figlio agli Apostoli e ai loro successori...

 

6.   Le Visite di Dio attingono il loro vertice con il Natale del Signore: il Figlio di Dio diventa anche vero uomo e apre un passaggio definitivo tra il cielo e la terra. “Dio infatti ha tanto amato il mondo da dare il suo figlio unigenito, perché chiunque crede in lui non muoia, ma abbia la vita eterna.” (Gv 3, 16). È inaudito che Dio diventi uomo; non ci meraviglieremo mai abbastanza della arditezza dell’amore di Dio. Comprendiamo il rigetto dei Mussulmani e degli Ebrei verso il Natale: proviene dal profondo senso della trascendenza con la quale pensano a Dio. Il testo di Giovanni, appena citato, nel colloquio di Gesù con Nicodemo esprime, in maniera telegrafica, la sintesi del disegno della nostra salveza. Dopo la sua risurrezione, apparendo agli undici, Gesù aggiunge un tassello importante: “Pace a voi! Come il Padre ha mandato me, così io mando voi.” (Gv 20, 21). La missione di visitare gli uomini parte dal Padre, viene affidata al Figlio e dal Figlio agli Apostoli e ai loro successori fino alla fine del tempo.

 

7.   Gli Apostoli visitano le comunità fondate da loro o da collaboratori; ai credenti indirizzano lettere per incoraggiare e sostenere la speranza; oppure ritornano nelle chiese con una permanenza di lunghezza varia. Atti 9, 32 racconta: “E avvenne che, mentre Pietro andava a far visita a tutti, si recò anche dai fedeli che dimoravano a Lidda.” Pietro passa in visita pastorale a tutti. E Atti 15, 36 ricorda come Paolo si rivolge a Barnaba: “Ritorniamo a far visita ai fratelli in tutte le città nelle quali abbiamo annunziato la parola del Signore, per vedere come stanno.” Ritiene utile una presenza sensibile “per vedere come stanno”. La presenza di Cristo, secondo la sua promessa, continua anche mediante questi incontri dei missionari che tessono un rapporto diretto; la fede ha bisogno di essere alimentata dallo Spirito Santo, ma pure dalla parola di Dio annunciata e ripresentata.

 

8.   La Visita pastorale del Vescovo Giulio Sanguineti alla Diocesi di Brescia si inserisce, a giusto titolo, nella visita di Dio e degli Apostoli. Gode della derivazione dal Padre e da Gesù risorto e continua gli esempi del Signore e degli Apostoli. Noi lo accogliamo in tale contesto. Se venisse a noi mandato dalle più alte autorità della terra, non varrebbe la pena di prepararci spiritualmente; non ci toccherebbe dentro; non sarebbe una visita di grazia che riguarda il nostro essere di uomini e di cristiani. Siccome il Vescovo è inviato da Dio, allora la sua presenza incide sul nostro essere e sul nostro destino eterno. Importa prepararsi per non perdere l’incontro con Dio, mediante il Vescovo suo inviato.

 

9.   I doni affidati alla missione del Vescovo appaiono nel Vangelo di Luca (24, 46/47): “...nel suo nome saranno predicati a tutte le genti la conversione e il perdono dei peccati...” e in quello di Gv. 20, 22/23 : “Detto ciò, soffiò su di loro e disse loro “Ricevete lo Spirito Santo: a chi rimettete i peccati, sono loro rimessi; a chi li ritenete, sono ritenuti.”Il compito principale della Visita si configura come un ministero di misericordia, di pace, di ricomposizione dell’armonia nelle persone e tra le persone; deve riversare sui fedeli i sette doni dello Spirito Santo e i relativi frutti: “Amore, gioia, pace, longanimità, bontà, benevolenza, fiducia, mitezza, padronanza di sé...” Gal. 5, 22/23.

 

10.   Ritornando al significato della Visita di Dio possiamo dire che l’immagine sottesa al vocabolo è icona o metafora tipica per esprimere la presenza operosa di Dio. La Apocalisse in più passi ricorda il venire di Dio fino a farci pensare che l’autore della Apocalisse ci offra una definizione descrittiva di Dio come “Colui che viene”. Così Ap 1, 4: “Grazia a voi e pace da Colui che è, che era, che viene…” E ancora Ap 3, 11: “Vengo presto: tieni stretto ciò che hai, affinché nessuno ti prenda la corona.” E verso la fine, Ap 22, 20: “Colui che attesta queste cose dice: Sì! Vengo presto! Amen. Vieni Signore Gesù!” E sembra affidare una meta alla nostra vita spirituale dicendo al v. 22, 12: “Ecco vengo presto; con me ho la mercede che darò a ciascuno secondo le sue opere”. E poi al v. 22, 17: “Lo Spirito e la Sposa dicono: “Vieni!” E chi ascolta dica “Vieni!”

 

11.   Ognuno può accogliere per suo alimento spirituale, nel contesto del venire di Dio, l’invito rivolto all’Angelo della Chiesa di Laodicea: “Ecco: sto alla porta e busso: Se uno, udendo la mia voce, mi apre la porta, io entrerò da lui, cenerò con lui ed egli con me. “Ap 3, 20. La visita di Dio è “invito a cena”.

 

12.   Per le singole comunità parrocchiali potrebbe essere indicato, come scopo della visita, un ulteriore sviluppo della spiritualità di comunione, così come implorata da Gesù all’ultima cena, nella sua preghiera di testamento: “...perché tutti siano una cosa sola. Come tu Padre sei in me e io in te, siano anch’essi in noi una cosa sola... siano perfetti nell’unità e il mondo sappia che tu mi hai mandato e li hai amati come hai amato me.” (Gv 17, 23). È la spiritualità nella quale il Vaticano II° ha rivisitato il volto della chiesa: mistero, comunione e missione.Per nostro sprone mi pare bello, rileggendo gli Atti degli Apostoli, sottolineare la gioia di quanti allora accoglievano la visita di Dio nella persona degli Apostoli, piuttosto che, a nostro ammonimento, ricordare il lamento di Gesù su Gerusalemme e sulle città della Galilea che non hanno capito il tempo della visita del Signore.

(continua)

 

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In cammino verso il Diaconato

La tappa del lettorato di Francesco Checchi

Il nostro fratello e concittadino Francesco Checchi è da tempo in cammino verso il Diaconato Permanente. I responsabili della Comunità Diaconale lo hanno ammesso al Lettorato. Francesco lo riceverà nella nostra Basilica  domenica 17 ottobre nel corso della Santa Messa delle 18.30.

La nostra comunità accoglie con gioia questo dono e si prepara nella preghiera ad accompagnare Francesco in questa tappa particolare. L’articolo che segue ci aiuta a capire meglio il significato del lettorato nel cammino verso il Diaconato.

 

Il procedere nel cammino di preparazione verso l’ordinazione diaconale di Francesco Checchi, cammino di cui l’istituzione del lettorato costituisce una tappa significativa, rappresenta per la Parrocchia di Verolanuova una provvidenziale occasione di verifica del proprio ”essere Chiesa”e un motivo di maggiore conoscenza della realtà del diaconato.

Sarà infatti possibile, e forse in parte lo è già stato, riflettere anche con l’aiuto dello stesso candidato, sull’identità del diacono dal punto di vista teologico, sul senso della sua presenza nella Chiesa e sulle prospettive pastorali che questa presenza dischiude.

 

La Diocesi di Brescia ha recepito l’indicazione del Concilio Vaticano II circa il ripristino del diaconato permanente ufficialmente nel 1980 con l’approvazione di un Direttorio per la formazione dei candidati da parte del Vescovo Mons. Luigi Morstabilini.

 

I primi tre diaconi furono ordinati a fine 1982, altri cinque entro il 1983.

Attualmente i diaconi permanenti della diocesi di Brescia sono 33, i candidati, coloro cioè che sono già stati ammessi ufficialmente con la celebrazione del rito previsto, sono 22, gli aspiranti sono 7.

 

Dall’inizio degli anni ottanta la formazione dei candidati, constatata da parte dei responsabili la necessità di una sempre maggiore preparazione culturale, preoccupazione che è stata naturalmente anche dei Vescovi che si sono succeduti, si è incrementata qualitativamente e quantitativamente.

Due le scelte fondamentali in questa direzione: prima la partecipazione da parte dei candidati ai corsi della Scuola di teologia per laici presso il seminario; ora la partecipazione ai corsi dell’Istituto superiore di scienze religiose presso l’Università cattolica, in entrambi i casi con l’obbligo di frequenza e di esame per tutte le discipline previste nel piano di studio.

 

Un altro grande aiuto che la provvidenza di Dio e la generosità di alcuni benefattori hanno dato ai diaconi e ai candidati è la loro sede propria situata a Brescia, in Via Benacense N. 13; una casa dove si svolgono: la formazione permanente dei diaconi, ulteriori incontri di formazione per candidati e aspiranti, la formazione spirituale di tutti (incontro settimanale ogni lunedì sera, ritiro spirituale mensile lunedì sera o domenica).

 

L’esistenza di questa casa aiuta ad accrescere il senso di comunità tra diaconi e coloro che sono ancora in cammino, tanto che si usa l’espressione: “Comunità diaconale” con riferimento a tutto il gruppo, diaconi, candidati e aspiranti.

Comunità da non intendersi in senso rigido, come se si trattasse di una comunità religiosa, quanto piuttosto come un’espressione che indica, pur tra diverse sensibilità ed età, una condivisione di una scelta tutta orientata al “mettersi a disposizione” della Chiesa.

 

Francesco Checchi, che fa parte di questa “comunità”, dopo la fase del discernimento e l’ammissione ufficiale tra i candidati, compie quindi un’ulteriore passo con il ministero del lettorato, il prossimo sarà l’accolitato, verso la configurazione a Cristo servo nell’ordinazione diaconale.

Lettorato e accolitato prefigurano, in qualche modo già le funzioni diaconali del servizio della parola (lettorato) e dell’altare (accolitato) che sfociano nella carità.

 

A proposito di queste funzioni così si esprimeva nel 1920, il futuro Paolo VI, in prossimità della sua ordinazione diaconale: “Mi segnerà fratello di Stefano e Lorenzo e darà alle mie mani il pane da portare agli affamati e il vangelo da predicare ad una società che tutto ha scoperto, fuorché il Vangelo”.

 

Ermanno Molinari

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Suor Ester in riposo dopo tanto lavoro

Suor Ester Sangalli, da tutti amata, conosciuta e stimata, per motivi di salute ha lasciato la casa di via Dante e si è trasferita a Castegnato. Ha lavorato in mezzo a noi per tantissimi anni, era arrivata nel 1960, con un impegno, una dedizione ed un amore esemplari.

A lei un grazie di cuore, un augurio sincero e una preghiera perché questo nuovo periodo della sua vita sia sereno. Siamo certi che ci ricorderà sempre nelle sue preghiere. Di nuovo grazie.

don Luigi

 

Suor Ester saluta la sua amata Verolanuova

 

Mi rivolgo in modo particolare agli ammalati anziani e soli.

Non ho parole adatte per ringraziarvi di tutto ciò che mi avete dato nei quarantacinque anni di presenza con voi: Grazie! Mi siete stati maestri e testimoni sereni anche nel dolore e la vostra fede mi è stata di aiuto per il mio spirito. Personalmente vi lascio, ma mai nella preghiera e nel sacrificio che oggi compio nel lasciarvi. Ricordo anche chi con tanta carità vi assiste.

Ma sono vicina con la preghiera anche alle famiglie, specialmente a chi è nella prova e nel dolore. Non posso certo dimenticare i giovani: vivete la vostra vita nella gioia perché è la gioia che dà testimonianza della vostra fede, e che vi aiuta ad assumere impegni di vita.

Saluto Don Luigi, Don Gianpaolo, Don Valentino e Don Angelo; li ringrazio e li prego di un ricordo per me povera di tutto.

 

Suor Ester


 

Il saluto delle Suore

Come è ormai risaputo, domenica 12 settembre, dopo aver trascorso metà della sua vita a Verolanuova, suor Ester se n’è andata nella comunità di Castegnato.

Ormai era quasi un’istituzione perché con la sua presenza serena, discreta e attiva, consolatrice e illuminante si era fatta conoscere e benvolere da tutti. Prima con le orfane, poi con le educande e infine con gli ammalati portando il conforto dell’Eucaristia e della sua parola dolce e ricca di fede e di serena ironia, tutti in paese sapevano chi era Suor Ester. E per tutti aveva un sorriso, una preghiera.

In quest’ultimo anno la comunità delle suore si è andata assottigliando.

A febbraio Sr. Paola e a giugno Sr. Bernardina sono state trasferite nella comunità di Gazzaniga per motivi, per entrambe, di salute.

A tutte tre quindi va il nostro ricordo più affettuoso e il nostro grazie per il bene che hanno operato per la nostra comunità.

Ma non ci sarà qualche ragazza di Verolanuova che vorrà rinforzare le fila delle nostre suore?

 

Le suore


Addio Suor Ester!...

Il trascorrere inesorabile del tempo, ci porta, spesso, a distacchi dolorosi: questa volta è Suor Ester che ci lascia per trasferirsi a Castegnato nella Casa di Riposo delle suore di Maria Bambina.

E, purtroppo, noi Verolesi non incontreremo più, per le vie della nostra cittadina, la “Suorina” sempre sorridente, gioviale, tanto attiva ed instancabile, che salutava tutti, s’interessava a tutti, rincuorava chi le confidava le proprie pene. Non l’attenderanno più gli ammalati del paese e quelli delle cascine, dai quali si recava ogni I° venerdì del mese con un Amico prezioso: Gesù Eucaristia, accompagnata, in automobile, da un volontario. A quanti ammalati ha recato sollievo, conforto, gioia!... Da quarantaquattro anni, suor Ester era fra noi e per il suo grande Amore per i fratelli, la sua umiltà, il suo carattere aperto, allegro, cordiale era, per i Verolesi, una figura cara, familiare, amica. Ora la sua veneranda età, la obbliga ad un forzato riposo lontana da Verola, ma sono certa che ci porterà tutti nel suo grande cuore, in particolare i suoi cari ammalati.

Io penso d’interpretare il pensiero di noi tutti ringraziandola, dal più profondo del cuore, per quanto ha fatto e ci ha dato, augurandole che il riposo, in una struttura più idonea, giovi alla sua salute, assicurandola che rimarrà sempre nei nostri cuori con una profonda riconoscenza.

Invio un saluto ed un ricordo, sempre a nome di tutti, anche alle altre Suore che in questi ultimi anni, hanno lasciato la Casa di via Dante in Verolanuova, trasferite in altre località.

Luisa Del Balzo


Grazie sorella Ester,

       dono prezioso della Divina Provvidenza; è stato veramente formativo per noi averla conosciuta in tutti questi anni della sua permanenza nella nostra comunità Parrocchiale. Personalmente La ricordo ancora quando, da piccolo, seguivo le scuole elementari nel nostro convitto; Lei era sempre così premurosa e comprensiva con le educande, tenera e dolce con i bambini dell’asilo infantile.

Sempre attiva anche quando i tempi sono cambiati e Lei, instancabile, ha iniziato a portare il Viatico agli ammalati e ai sofferenti entrando con dolcezza nelle case e dando conforto e speranza, regalando un sorriso così amorevole ed incoraggiante che era di conforto non solo a chi soffriva ma soprattutto a chi assisteva, a perseverare nell’amore di Cristo e ad accettare la nostra sofferenza in nome della Croce, e in essa trovare la consolazione e la forza per il nostro cammino di fede.

La nostra famiglia La ricorderà sempre per tutto l’amore e la comprensione con cui in questi anni è entrata nella nostra casa a portare un raggio di sole.

Grazie di vero cuore

Fam. Natale Bonini

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Dal Consiglio Pastorale Parrocchiale

Mercoledì 9 giugno 2004 alle ore 20.30, presso le rev. Suore, si è riunito il Consiglio Pastorale Parrocchiale.

Convocazione n° 3 del nostro prevosto don Luigi Bracchi, che la presiede.

Sono assenti giustificati i Sigg. Don Valentino Picozzi, Suor Emilia Marchesi, Giuliano Baronio, Mauro Bonetti, Giancarla Cattina Tedoldi, Ivana Ferrazzoli Merzoni; assente ingiustificato il Sig. Sala Piero.

All’Ordine del giorno i seguenti argomenti:

1) Riprendiamo dall’ultimo incontro questi tre punti: 5. 6. e 7. della nota del Vescovo a conclusione del Convegno Ecclesiale del Maggio 2003, rimasti indiscussi.

2) Annuncio della Visita Pastorale del Vescovo che avverrà per la nostra Parrocchia dal 14 al 29 Gennaio 2005.

3) Varie ed eventuali.

Inizia la nostra riunione con la preghiera dei Vespri, poi Don Luigi introduce il 1° argomento all’O.d.G.: i punti 5. 6. e 7. riprendendo le parole del Vescovo.

 

5. Chiesa giovane e giovanile

•   Occorre recuperare la soggettività pastorale dei giovani, il dialogo tra le generazioni, lo scambio di ricchezze, ma come rendere i giovani soggetto della pastorale? Si nota la loro assenza dal Consiglio Pastorale Parrocchiale.

    Don Luigi a settembre ne convocherà alcuni per coinvolgerli perché devono essere loro a fare il loro programma pastorale e collaborare con il programma parrocchiale.

•   I giovani devono riappropriarsi della loro Messa.

 

6. Trasmissione della fede attraverso l’iniziazione cristiana

•   È sempre urgente il discorso della nuova evangelizzazione degli adulti battezzati da piccoli, molti vivono una fede nascosta, assopita.

    Purtroppo siamo ad un punto morto. Si parte con alcune iniziative, ma poi immancabilmente il tutto converge ad un punto morto. È un problema che si presenta da quasi sempre, ma non si riesce a trovare una iniziativa coinvolgente.

•   I Centri di Ascolto sono un fermento, anche se non eclatante, nella nostra comunità, dove ci si riunisce in ascolto e ci si confronta e si commenta la Parola di Dio. E proprio i Centri di Ascolto rispecchiano molto la mentalità dei tempi in cui viviamo; la separazione dal diverso che non è cattolico e/o italiano. E qui la discussione si anima perché ci si confronta e si discute sul programma della Festa delle Diaconie che prevede  una giornata in più del consueto, il venerdì: incontro con altre religioni.

    La Festa delle Diaconie è una festa cristiano-cattolica e non tutti condividono che si apra alle altre religioni non cristiane. Già noi fatichiamo a dire “Credo in Gesù Cristo nostro Signore”, se poi ci confondiamo con altre religioni rischiamo di scristianizzarci ancora di più. Sarebbe opportuno mantenere la Festa delle Diaconie come Festa delle Diaconie, vera aggregazione della comunità cristiana; per gli altri si potrebbe fare la Festa dell’Accoglienza.

    L’intervento di Don Gianpaolo precisa che il giorno in più della Festa delle Diaconie non è da intendersi come confronto con altre religioni, ma vuol essere un momento di apertura e di aggregazione con altre persone che vivono nella nostra comunità.

    Se rievangelizzare significa riannunciare il Vangelo alle nostre comunità, forse è più opportuno a questo punto pre-evangelizzare coinvolgendo l’altro in un rapporto di fiducia e di accettazione.

    La precarietà della nostra Fede comporta un rischio; purtroppo, confrontandoci,  scopriamo che non siamo ancora pronti ad affrontare un dialogo serio con gli altri.

    Noi cristiani di oggi dobbiamo molto maturare nella Fede.

    La Fede, se vuol essere Fede, non può non essere missionaria, per sua natura, per sua essenza.

    Dobbiamo capire come e cosa fare perché i momenti forti della nostra esperienza di fede diventino fermento e crescita della Fede nella nostra comunità.

    I Centri di Ascolto sono uno dei punti forti della nostra comunità, ma purtroppo si denotano a volte delle flessioni; sarebbe opportuno avere più animatori ed aumentare i Centri di Ascolto.

   Manca anche il gruppo degli studenti che potrebbe fare molto come elemento trainante.

    Manca la presenza del Sacerdote nella scuola che dopo 10 minuti di lezione potrebbe mettersi in ascolto dei problemi giovanili.

     Riscopriamo cosa fare per questi giovani... Pastorale scolastica da riscoprire?

     Al giorno d’oggi non riusciamo più a trasmettere la differenza tra il bene ed il male, bisogna riscoprire i Comandamenti!

 

7. Il Convegno ha aperto una stagione, ma ha avviato il recupero di un metodo di Chiesa

•   Dobbiamo recuperare un metodo di Chiesa che è quello di un dono reciproco di fede anche all’interno dei gruppi.

•   Dobbiamo trovare il modo perché questa fede diventi momento di arricchimento nei gruppi stessi e nella comunità.

 

2° argomento all’O.d.G.: Visita Pastorale del Vescovo.

Ci sarà la visita pastorale dal 14 gennaio al 3 febbraio 2005, tutti i venerdì, sabato e domenica.

Il Vescovo, in questa visita pastorale che dura 5 anni, 2001-2006, vuole che ogni comunità cristiana faccia al suo interno una attenzione particolare a:

•     Giovani adolescenti

•     Giovani coppie

•     Unità pastorale

 

È opportuno per questo fare due piccoli gruppi di lavoro:

•     Il 1° gruppo che lavora sulla visita pastorale

•     Il 2° gruppo che lavora sul tema della maturazione della Fede

Cosicché quando ci si incontra a settembre abbiamo già preparato qualcosa su cui lavorare

 

Preparazione alla visita pastorale leggendo i documenti che trattano l’evento:

1° gruppo con Don Gianpaolo: Barbara Nocivelli Zarnetti, Bertoni Maria, Francesco Merzoni, Tiziano Zanoli.

La fede: come noi adulti possiamo progredire nella Fede matura e come aiutare i giovani a crescere nella Fede:

2° gruppo con Don Luigi: Checchi Francesco, Fontana Rita, Suor Emilia Marchesi.

 

3° argomento all’O.d.G. :  Varie ed eventuali.

 

Ci congratuliamo con Francesco Checchi che è stato ammesso al lettorato.

 

La seduta è tolta alle ore 22.30.

La Segretaria

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Dalle parole ...ai fatti

Incontrare Dio Trinità

Cammino per una spiritualità comunitaria

 

Riflessione

 

Dio, il Padre, è Amore, è l’eterno amante, l’eterna sorgente dell’amore, colui che da sempre ha iniziato ad amare e che mai si pentirà di amare. Il Padre è la pura gratuità dell’amore.

Contemplando la Trinità noi comprendiamo che la prima grande dimensione della vita comunitaria è la gratuità: la gratuità del Padre fonda ogni gratuità dell’amore.

Il Padre è colui che ci dice che amare significa dare nella gratuità, prendere l’iniziativa dell’amore, senza aspettare che l’altro ami. Il rapporto con l’altro è vero se sa inventare l’amore, se sa lanciare ponti d’amore. L’amico non è colui che aspetta, è colui che inizia.

Ecco, questa è la prima figura dell’amore: come il Padre, nella Trinità santa, è la sorgente dell’amore, è la gratuità pura, così c’è l’amicizia che vince la solitudine del mondo quando si ha il coraggio dell’amore.

 

Testimonianza

Il plaid

Venticinque anni fa stavo attraversando il momento più drammatico della mia vita matrimoniale. La tensione tra me e mio marito era tale che bastava un nonnulla per scatenare da parte sua sfuriate terribili, dense di critiche e umiliazioni nei miei riguardi.

Un giorno mi disse di acquistare un plaid da mettere nella sua automobile. Appena però lo vide scoppiò una scenata: avevo cattivo gusto, i colori erano orribili... Alla fine la conclusione: “Non metterò mai nella mia macchina un simile orrore”.

Avvilita e mortificata avevo riposto il plaid nell’armadio guardaroba. Dopo molto tempo, una sera d’inverno mio marito mi disse: “Portami qualcosa da mettere sulle ginocchia perché ho freddo”. Subito pensai al plaid che giaceva nell’armadio e glielo portai.

Così, da allora, ogni sera, per anni. Lui esigeva, io obbedivo rassegnata [...]. Una continua lotta interiore, in bilico fra la ribellione e lo scoraggiamento, avvilita ma incapace di trovare la mia giusta dignità. I pochi tentativi di metterci un po’ di buona volontà venivano sopraffatti dal pensiero che questo era sempre un sottomettersi ad una forma di schiavitù. Il tempo passò, finché un giorno lessi il commento di un brano del Vangelo: “Tutto quello che vorreste gli altri facessero a voi, voi fatelo agli altri”. Rimasi colpita da queste parole e subito pensai a quel plaid che ogni sera portavo mal volentieri a mio marito e poi riportavo in camera, buttandolo in qualche modo sulla spalliera della sedia [...]. Da quella sera, nel riporlo, lo piegai con particolare attenzione, in modo che avesse un aspetto ordinato.

Da allora, quando mio marito reclamava il plaid, riuscivo ad alzarmi gioiosamente dalla poltrona, a portarglielo addirittura con slancio. Poi cominciai a non aspettare la richiesta ma a prevenirla, infine ad accompagnarglielo sulle ginocchia con particolare delicatezza. Mi accorsi che quello era diventato per me il momento più bello della giornata, per l’amore con cui riuscivo a compiere quel piccolo gesto, anche se mai gli avevo sentito dire “per favore”, “grazie”. Ma non importava più: avevo imparato a far le cose per amore. Solo Dio che vede nel segreto, sapeva dell’affetto con cui compivo quel gesto [...].

Nel frattempo la tensione tra me e mio marito era diminuita [...], adesso abbozzava un “per piacere” o un “grazie”.

Ora che la mia salute ha ceduto molto seriamente, lui, che mai si era preoccupato di me, è in ansia, [...] usa piccole premure con un continuo crescendo. L’altra sera, quando gli ho chiesto se aveva freddo, lui mi ha risposto di sì, ma appena ha visto che accennavo ad alzarmi, si è levato con un balzo [...] dicendo: “No, no, vado io, tu resta lì; anzi porto a te il plaid per coprirti”.

 

Le citazioni sono tratte da: Città nuova, 10 aprile 1980

 

 

Preghiera

 

dal Salmo 100

 

Acclamate al Signore

voi tutti della terra,

servite il Signore nella gioia,

presentatevi a lui con esultanza.

 

Riconoscete che il Signore è Dio,

egli ci ha fatti e noi siamo suoi,

suo popolo e gregge del suo pascolo.

 

Varcate le sue porte con inni di grazie,

i suoi atri con canti di lode,

lodatelo, benedite il suo nome;

 

poiché buono è il Signore,

eterna la sua misericordia,

la sua fedeltà per ogni generazione

 

 

Impegno

 

Quello che faremo agli altri oggi lo vivremo gratuitamente, senza pretendere nulla, senza cercare alcuna compensazione.

(Per questa riflessione, si può confrontare B. Forte, Trinità come storia, Ed. Paoline)

Leggi: Lc 5, 27-36.

 

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Briciole francescane

(a cura della fraternità francescana Santa Chiara)

 

4 ottobre 1226

 

 

Verso la fine di settembre Francesco decise che il suo povero corpo di frate minore doveva affrontare ancora un altro viaggio, l’ultimo che avrebbe sopportato da vivo.

Era alla Porziuncola che desiderava chiudere i suoi giorni. Come uscendo da Assisi aveva  iniziato la sua conversione, ancora uscendo da Assisi intraprese il suo cammino alla casa del Padre. Passò col suo piccolo corteo davanti a San Damiano: ma Chiara, in quel momento ammalata, non potè vederlo.

 

Arrivato a mezza costa si volse; quanta sofferenza sarà costata quel mezzo giro di spalle; benedisse la città di pietra bianca e rosata poco più di una piccola macchia per i suoi occhi infermi. Alla Porziuncola, la sua ultima preoccupazione fu la povertà; era piagato come il Cristo sulla croce, volle nascere al cielo come il Cristo aveva scelto di nascere in questo mondo, nudo sulla nuda terra. Si fece spogliare della veste che indossava, neppure essa sua, tutto quello che abbiamo lo abbiamo ricevuto in prestito e si fece adagiare al suolo; disse qualcosa ai frati e li benedisse, recitò qualche parola di un salmo. Le persone attorno a lui piangevano.

 

Era il 3, sabato, al tramonto; secondo le ore liturgiche cominciava la domenica, il giorno del Signore. Francesco giace morto, nudo sulla nuda terra, in quel tramonto d’un giorno d’ottobre di tanti anni fa. Così piccolo, smagrito, ulcerato, rammentava l’immagine del Cristo deposto sulla croce. La pacata sicurezza con la quale egli aveva affrontato la morte non era certo sufficiente a sedare il dolore, lo sconforto, la disperazione di quanti lo amavano.

Le allodole, che amano la luce, si alzarono allora in volo. A stormo presero a volare a bassa quota sopra il tetto dell’edificio nel quale egli giaceva, e girando in cerchi cantavano.

 

Rapisca, ti prego, o Signore, l’ardente e dolcissima

potenza del tuo amore l’anima mia da tutte le cose terrene,

perché io muoia per amore, dell’amore di te, che per amore

dell’amore di me ti sei degnato di morire.

(San Francesco)

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Lettera aperta della Conferenza di San Vincenzo alla Comunità Verolese

 

Nei contatti quotidiani che noi vincenziani abbiamo con le persone bisognose, andiamo constatando come la povertà stia crescendo in mezzo a noi: parecchie famiglie sono in difficoltà anche per l’acquisto dei generi alimentari necessari per la sopravvivenza.

 

La San Vincenzo, di comune accordo con la parrocchia, ha da tempo organizzato un “banco alimentare” che è aperto, presso Castelmerlino, tutti i lunedì pomeriggio.

 

Noi, da soli, non siamo più in grado di poter soddisfare la sempre crescente richiesta.

 

Ci appelliamo alla sensibilità ed al senso di giustizia e di carità di ognuno di voi, affinché chi può ci aiuti in quest’opera che riteniamo moralmente e civilmente indispensabile.

I generi alimentari verranno raccolti all’esterno della basilica, della chiesa di San Rocco, di Sant’Anna in Breda Libera ogni prima domenica del mese ed il sabato precedente, in Basilica e presso la chiesetta della Casa Albergo.

La raccolta inizierà domenica 3 ottobre e sabato 2 ottobre anche presso la Casa Albergo.

 

Chi fosse in difficoltà a procurare e portare generi alimentari, ci può aiutare anche con una offerta in denaro.

 

La San Vincenzo di Verolanuova

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Pellegrinaggio nei luoghi mazzolariani

 

La Parrocchia di Verolanuova, il prossimo sabato 23 ottobre, organizza una gita pellegrinaggio nei luoghi che hanno caratterizzato la vita di Don Primo Mazzolari.

 

Vogliamo così fare memoria di lui nel 45° Anniversario della morte e ritornare al suo insegnamento di fede e di impegno sociale e civile.

 

La gita è aperta a tutti.

 

I particolari organizzativi saranno comunicati al più presto.

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Go de andà a pagà la Mèsa al preòst...”

Ma quanto costa la Messa?

10, 20, 50 Euro? O forse 100?

 

 

“Go de andà a pagà la Mèsa al preòst...” disse una signora di fretta alla sua amica che voleva fermarla per fare due chiacchiere...

 

“Ma quàt go de dàga per l’ofése?” domandò un vedovo al sacerdote che aveva celebrato l’eucaristia in suffragio della moglie defunta...

 

“Dunque: riassumiamo tutto - ribadì la futura sposina al suo innamorato pochi giorni prima del fatidico “Sì”- il fiorista è già stato pagato, per il ristorante vai tu oggi pomeriggio, le bomboniere ha detto che le ha già pagate mia mamma, il vestito (eh... per quello bisogna fare il mutuo! ndr)... cosa manca? Ah già, manca de pagà ’l pret!”

 

Ebbene sì, la S. Messa sembra oggi un oggetto commerciale da comprare, un po’ come si fa per uno spettacolo, un mobile, un paio di scarpe, ecc... l’unica differenza è che non ci sono né saldi, né sconti di fine stagione.

Ma è questo che voleva Gesù Cristo quando offrendo la sua vita ha detto: “Questo è il mio corpo, offerto in sacrificio per voi”?

 

Fermiamoci un secondo a pensare che cosa è la S. Messa: è il dono di Dio che gratuitamente si fa cibo per la nostra vita. Partecipare all’Eucaristia significa rendersi disponibili ad accogliere un Dono esigente che domanda conversione.

Ma se è un regalo, perché pagarlo? E se anche dovessimo pagarlo, pensiamo che 50 e siano sufficienti per il corpo di Cristo???

 

Forse è anche un po’ una scusa...

Pagare una Messa potrebbe significare non voler essere più in debito con nessuno: né con Dio, né con la parrocchia, né con il parroco. Nessuno deve chiedermi altro perché, comunque: “Io la Messa l’ho pagata!”. E aprire il portafoglio è sempre molto più facile che aprire il cuore. Quanta gioia proverebbe Dio se nessuno pagasse le Messe, ma tutti aprissimo di più il cuore a Lui!

 

Quindi: La Messa è gratis.

E non c’è nulla che possa comprarla.

E non c’è nessuno che debba sentirsi obbligato a pagarla.

E d’altro canto non c’è nessuno che possa dire: “questa è la mia Messa privata perché l’ho pagata”.

 

Che senso ha allora l’offerta che si consegna al sacerdote? È semplicemente un aiuto economico che si vuol dare alla parrocchia. Un aiuto certamente importante e gradito, ma che non influisce sul valore e sul significato della Messa. E ogni cristiano è libero di dare un’offerta, se e quanto vuole.

 

Solo in questo modo recupereremo il significato della gratuità eucaristica che Cristo ci ha insegnato e che la Madre Chiesa da duemila anni annuncia.

 

Per la redazione

E.D.A.

 

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Come angeli... con i piedi per terra

(Cronaca e altro dal 1° Camposcuola Famiglie)

Primavera 2004, domenica pomeriggio, ultimo incontro dei genitori dei ragazzi di quinta elementare, al termine un gruppo di questi lancia una provocazione a Don Valentino: “...perché non effettuare un quinto turno di camposcuola per le famiglie...” poi “saluti di rito” e ognuno per la sua strada. Qualche giorno dopo rincontrando il Don mi chiede: “la vostra era una battuta o facevate sul serio?” io rispondo “certo che facevamo sul serio”! In quel momento sentivo che un mio vecchio pallino più volte buttato lì, sembrava potersi realizzare. Fu proprio così, la cosa fu portata a conoscenza di Don Luigi e Don Paolo, anche loro l’accolsero con entusiasmo, tanto che in breve tempo avevamo già una meta e una data.

 

Ora veniva la parte più “pericolosa”, coinvolgere un buon numero di famiglie e impedire di far naufragare questa iniziativa. Come potevamo presentare questa novità e renderla appetibile? Alcuni avrebbero pensato che si sarebbe pregato troppo e che quindi non faceva per loro, altri che non si sarebbe pregato abbastanza e dunque non ne sarebbe valsa la pena. Noi puntavamo invece su famiglie pronte a rischiare, pronte a accettare tutto con la sola voglia di provare a convivere con gli altri per una settimana condividendo le proprie esigenze e rendendosi aperti a quelle degli altri. Una settimana di “Servizio”, avendo l’opportunità di mettere in pratica quella moltiplicazione (che molti ancora insistono a dire sbagliata) che ormai da qualche anno siamo spesso abituati a vedere e sentire: 8x1=1.

 

Cominciano i primi incontri, la programmazione è ancora vaga anche se cominciano a venir fuori le prime idee. Sicuramente non vogliamo rifare un’altra edizione del “Grande fratello” o della “Fattoria”. Non ci saranno telecamere nascoste che riprenderanno i nostri movimenti, ma capiamo che anche nella nostra esperienza, se vogliamo che funzioni, serve un buon autore e un buon regista. A chi dunque affidare questo ruolo? Se non vogliamo sprecare questa occasione scegliamo il Padre come autore e lo Spirito Santo come regista lasciandoci guidare da loro e sotto il loro sguardo, anziché quello delle telecamere, seguendo il copione dell’amore anziché quello dell’apparire e scopriremo la gioia del condividere, attraverso le qualità nostre e degli altri e condividendo i nostri e altrui limiti...

 

Il momento della partenza arriva; siamo tutti entusiasti e ansiosi di metterci in marcia, non prima di aver salutato parenti e amici, a malincuore salutiamo e lasciamo a casa Don Luigi e la nostra Super (che un pò ci ha fregato). Il viaggio trascorre piacevole, (tolto una brusca frenata) ed ecco la meta dei nostri desideri è davanti a noi; velocemente disfiamo i nostri bagagli e scarichiamo le nostre attrezzature. Don Paolo, dopo la cena, ci presenta il programma di come si svolgerà la giornata tipo. In forma del tutto volontaria ci sarà un incontro mattutino dove leggeremo la Parola del giorno e ci verrà consegnato un impegno da cercare di vivere durante la giornata:

*     L’importante non è fare grandi cose, ma fare le cose con amore

*     Non trascurare l’attimo che passa, perché non torna

*     Guardare le cose con l’ottica dell’altro

*     Anche il peggiore degli altri ha qualcosa di importante e di positivo

*     I tuoi propositi, senza impegno e fedeltà, sono fragili e vuoti

*     Se fai una cosa sbagliata perdi l’occasione di farne una buona, perché ti occorre lo stesso tempo.

 

La sera, prima di cena, la Santa Messa, dove al posto dell’omelia condivideremo le sensazioni vissute durante la giornata o le difficoltà incontrate. Ogni attività della giornata veniva concordata insieme, cercando di ascoltare le esigenze di tutti e... quante cose ci sarebbero ancora da raccontare, ma mi accorgo che scrivendo stò rivivendo la grande gioia di quei momenti e sarei tentato di scriverveli tutti, raccontando ogni particolare anche il più piccolo, ma anche altre famiglie hanno voluto dare il loro contributo ed è giusto lasciare anche a loro spazio, ma non posso terminare prima di aver ringraziato Dio per la sua presenza, i nostri sacerdoti per aver creduto in questa esperienza e Don Paolo per averci guidato in maniera discreta ma costante, le famiglie che hanno voluto mettersi in gioco e tutti i bambini che hanno saputo insegnare a noi adulti come con pur tante differenze, non ultima l’età, hanno saputo coesistere in modo maturo e gioioso.

 

L’esperienza delle “Vacanze famiglie” vissuta per una settimana a Ponte di Saviore, mi ha fatto rivivere i campiscuola frequentati nell’adolescenza, dove l’impegno era quello di star bene insieme agli altri, nella preghiera, nel gioco, nelle camminate e nel riordinare la casa dividendoci i compiti. I nostri bambini si sono trovati così bene che raramente venivano da noi per lamentarsi... mamma, papà, tizio non mi fa giocare!... Eppure le età erano varie; anche loro erano entrati nel clima giusto. Le grandi risate serali e notturne trascorse in compagnia giocando a carte, la voglia di stare insieme giocando a pallavolo fra papà e mamme, le “lezioni” sulle stelle e il parlare con queste persone mi ha fatto scoprire tante qualità che mi hanno arricchito. Voglio dire un Grazie di cuore alle 8x1=1 famiglie per il sorriso che mi hanno regalato e che è impresso nel mio cuore.

La via è lunga: camminiamo insieme; la via è difficile: aiutiamoci a vicenda; la via è piena di gioia: condividiamola.

 

Quest’anno, per la prima volta, è stato proposto dalla Parrocchia un camposcuola per la famiglie della comunità. L’iniziativa è stata accolta e vissuta con gioia dai partecipanti. L’entusiasmo e le perplessità iniziali hanno contribuito ad instaurare ed approfondire rapporti di amicizia oppure il conoscersi per alcuni di noi, sia grandi che piccoli. La voglia di vivere insieme ha accantonato le proprie abitudini ed usi, impegnandosi ad essere una grande famiglia, imparando ad accettare, apprezzare e rispettare quelli diversi da noi. Anche i bambini di diverse età, hanno subito legato tra loro per giocare, come comportarsi a tavola e nelle varie passeggiate alcune volte rilassanti, ma altre assai impegnative. Le camminate sono sempre state affrontate con impegno e fervore per raggiungere le mete predefinite, l’entusiasmo dei bambini era di stimolo anche ai propri genitori. L’esperienza è stata possibile grazie all’impegno di Don Giampaolo al quale và il nostro più vivo ringraziamento. Auspichiamo la possibilità di ripetere questa bellissima esperienza anche il prossimo anno.

 

Quell’annuncio sul bollettino: “Settimana per le famiglie a Ponte di Saviore...”

Guarda che bella iniziativa! No, non fa per noi. Dove vogliamo andare con un bimbo così piccolo? Meglio evitare..! Poi quel continuo: Dai venite anche voi, perché non provate?! Ma, cosa ne dici? Ma sì proviamo..! E che felicità aver detto di sì! Cosa c’è di più bello del vivere insieme, del mettersi alla prova, il riuscire ad abbandonare per un breve periodo di tempo le proprie esigenze personali e mettersi al servizio degli altri. Il convivere con persone diverse, alcune delle quali si conoscevano appena, il sapersi apprezzare ed a volte sopportare. Sì, una bella esperienza. nella quale ogni giorno chiedevamo l’aiuto di Dio pregando, leggendo, meditando e cercando di vivere il Vangelo aiutati dalla nostra guida spirituale: il caro Don Paolo. Impegnarsi a stare insieme e cercare di formare un’unica famiglia. I giochi, le passeggiate lunghe e brevi accolte con gioia e serenità (ed un briciolo di fatica), anche da quei bambini che mai avremmo creduto sapersi integrare e formare comunità così bene. Siamo proprio contenti d’aver accettato quest’invito; speriamo ce ne possano essere tanti altri e ci auguriamo che la bella e positiva esperienza vissuta durante questa settimana possa continuare anche nella grande comunità di Verola.

 

P.S. Un ringraziamento a tutti quanti ed in particolare ai promotori, organizzatori dell’iniziativa e ai cuochi. Grazie di cuore.

 

Chi l’avrebbe mai detto che la prima edizione della “vacanza per giovani famiglie” a Ponte di Saviore sarebbe andata così bene? Le famiglie “pioniere” di questa Avventura erano otto raggiunte alcuni giorni più tardi da altre due, tutti accompagnati e guidati spiritualmente dal bravissimo Don Paolo. Una certa titubanza trapelava dai nostri visi alle riunioni precedenti la partenza: ma lo spirito di ognuno credo che fosse quello di lasciare a casa tutti i pensieri e le tensioni quotidiane per vivere una vacanza nel segno dell’allegria, dell’amicizia e della spiritualità. Il bel tempo ci ha indubbiamente aiutati, tranne una mattinata uggiosa, per il resto ci ha permesso di gustare il panorama stupendo della Valcamonica e di approfittare dei tanti sentieri alla portata di tutti, specialmente dei bambini, che ci hanno meravigliato per la loro voglia di stare insieme senza mai nessuno screzio, per la voglia di giocare e di fare anche l’ultima sera uno spettacolo apposta per i genitori. Addirittura c’è stato il tempo per alcuni “volontari” di fare un’escursione in alta quota durata quasi otto ore. Le giornate sono trascorse felicemente per tutti, approfondendo amicizie già esistenti e legandone di nuove, aiutandosi a vicenda nelle varie attività quotidiane. E poi cosa dire dei nostri fortissimi cuochi (esclusivamente uomini) ai quali va il merito di aver completato il tutto con dei pasti prelibati. Insomma, chi se l’aspettava in montagna di vivere su “un’isola felice”?

Trovate la fotocronaca nell’inserto a colori.

 

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Le Diaconie e l’Oratorio di Verolanuova organizzano:

Straverola 2004

Gara podistica non competitiva alla quale tutti possono partecipare, grandi e piccini, camminando, correndo, pattinando, biciclettando, monopattinando, rotolando ecc. ecc.

Iscrizioni davanti alla chiesa tutti i sabato e domenica e... fino a poco prima della partenza che sarà

alle ore 10.30 di domenica 10 ottobre 2004 in piazza Malvestiti.

Costo dell’iscrizione: 5 euro, compresa la maglietta.

Buon Divertimento 

Nota: per problemi di spazio le offerte si settembre saranno pubblicate sul prossimo numero dell’Angelo.

 

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dagli oratori

Appunti dal Grest 2004

Cavalieri del Re dei Re - Una storia di virtù

Scrivendo pochi mesi fa alla comunità diocesana, nella sua Lettera Pastorale, il Vescovo Giulio si poneva un interrogativo cruciale: “perché non riusciamo a comunicare la fede alle nuove generazioni?”. Una domanda tanto complessa ha trovato risposta in due sollecitazioni capaci di coagulare tanti aspetti della vita cristiana:

“...una comunicazione efficace della fede, soprattutto alle nuove generazioni, esige una comunità cristiana che affascini e sia attraente non tanto per le iniziative che fa, ma per la presenza viva di cristiani adulti nella fede, che vivono con gioia e coerenza la loro appartenenza a Cristo. Il primo compito della nostra pastorale rimane, perciò, quello di preparare una comunità in grado di comunicare la fede in modo affascinante, quasi per contagio, e degli adulti capaci di rendere ragione della speranza che li abita”.

Inoltre, concludeva il Vescovo Giulio, nella sua lettera alla Diocesi, “intendo incoraggiare da subito il protagonismo pastorale delle giovani generazioni: infatti i giovani saranno il frutto del cammino della iniziazione cristiana dei fanciulli e dei ragazzi”.

Forte di questa convinzione, l’Ufficio Oratori e Pastorale Giovanile in collaborazione con il Centro Oratori Bresciani, ha proposto per l’estate 2004 un Grest dal tema “Volere Volare Cavalieri del Re dei re” recuperando le finalità e le speranze racchiuse nella lettera del Vescovo.

Dunque un Grest centrato e disegnato attorno alle virtù che rendono possibile il divenire cavalieri di Dio... Virtù che, come armature, trasformano quello che appare abitudinale in provvidente. Quando una persona, un ragazzo è virtuoso? Le virtù non sono delle scelte che riguardano qualche aspetto particolare, magari secondario della nostra vita... ma sono quell’insieme di scelte che, messe una accanto all’altra, dimostrano l’intenzione della persona di camminare nella prospettiva del bene, di quel particolare bene insegnato nel Vangelo.

Virtù non è qualcosa che si ottiene solo attraverso uno sforzo di volontà, ma è prima ancora qualcosa che si sceglie quando ci si decide per la persona di Gesù. Essere virtuosi è allora cercare di tradurre questa scelta in ogni gesto.

Come comunità educativa noi animatori abbiamo cercato di essere per primi “virtuosi”... Come dice Kohlberg, “il bene si può insegnare, anche se insegnarlo è molto di più un farlo emergere, che non una qualche forma di indottrinamento”.

Credo che da un tema così un Grest non possa avere la pretesa di esaurire l’educazione morale dei giovani; sicuramente ne avrà gettato le basi, non perché ha detto loro “cosa occorre fare” ma “perché farlo”: la centratura di fede, nel presentare le virtù cristiane, rende possibile un continuo rimando alla catechesi e alla vita liturgica.

Parole difficili? Spero di no. Sento molto importante dire un sincero “bravi” ai “miei” giovani animatori per il tempo, la passione, l’allegria e la sincera disponibilità delle esperienze estive. Con loro abbraccio le persone che hanno reso possibile la buona riuscita delle feste di Oratorio: non voglio dimenticare nessuno, perciò grazie a tutti!

Insieme a qualche fotografia, vi lascio anche la proposta di alcune virtù così come al Grest le abbiamo presentate.

don Valentino

 

Trovate la fotocronaca nell’inserto a colori.

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Colorandia: La città dei bambini

Voci dal coro...

Grazie!!!

Erano più di sessanta... Che gioia vedere impegnati tanti appassionati di pittura. Così Colorandia si è presentata ai Verolesi. Guardare, vedere quei gesti con la matita, pennello o coi gessetti con impeto, forza e sicurezza; sembrava che dicessero con gli occhi “guarda come sono bravo”. Certamente io, Mayra e Beppe qualcosa dobbiamo imparare. Non abbiamo certo la loro libertà e sincerità e forse nemmeno la loro creatività fatta di un mondo semplice, dove il cielo può anche essere azzurro…

Grazie.

Dionigi Canini

 

...La vostra arte contribuisca all’affermarsi di una bellezza autentica che, quasi riverbero dello Spirito di Dio, trasfiguri la materia, aprendo gli animi al senso dell’eterno. (Giovanni Paolo II agli artisti, Pasqua 1999)

 

La giornata di domenica pomeriggio 5 settembre si è “colorata” della presenza di tanti ragazzi e bimbi che, accompagnati dai loro genitori e amici, ha reso la via dell’Oratorio gioiosa e limpida. Pennelli, gessetti, pastelli a cera e pennarelli…tutti intenti a dipingere la fantasiosa e reale città dei bambini: com’è - chiedevamo - la città dei bambini? Cosa racchiude? Di quali colori è fatta? Chi ci abita? Quali segreti nasconde? Quali magie? Quali giochi?

Abbiamo premiato tutti i novelli artisti - perché tali sono - con un piccolo attestato, per il disegno più colorato o magico, grande o fantasioso, unico o simpatico...

Due però i vincitori del concorso che, per aver meglio espresso il tema richiesto, si sono aggiudicati la simpatia di tutta la giuria e si sono portati a casa una valigetta di colori: secondo classificato il dipinto a tempera e tecnica mista di Fabio Pelosi di 10 anni. Fabio ha rappresentato il cammino di alcuni ragazzi che, insieme, si dirigono verso una bella casa colorata, ingresso della città. Il disegno lascia trasparire tutto il mistero e la voglia di amicizia che in quella città si vivono.

 

Al primo posto il disegno di Vittoria Cossetti, anche lei di 10 anni, che ha rappresentato il momento stesso della giornata: con pennarelli traccia sicura le figure degli amici e dei bambini convenuti nella via dell’Oratorio, riprendendoli dall’alto. Sento di esprimere un grande grazie a Vittoria per l’idea espressa: la città dei ragazzi non è chissà dove... È dove ci sono i bambini, perché sono loro a rendere ogni luogo denso di magia, di mistero, di fiaba, di avventura, di colore, di musica e di festa! Grazie Vittoria per avercelo ricordato. Grazie bambini per avercelo disegnato. In voi c’è il sole della vita e la voce di Dio che, mescolandosi, danno il sorriso a chi vi incontra e a chi vi parla. Regalatene un po’ anche a noi grandi, che tanto spesso soffriamo di nostalgia di quel Sole che, unico, fa gioire nel profondo.

Posso abbracciarvi? Ciao.

don Valentino

 

Trovate la fotocronaca nell’inserto a colori.

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Impressioni da...

 

Cronaca:                               

Domande al Don da parte di un organizzatore.

2 settembre 2004

X: “Ciao Don, dove li facciamo colorare i bambini domenica?”

D: “In piazzetta della Chiesa”

X: “Ma c’è troppo sole, cuociono!”

D: “Sotto il porticato dell’Oratorio non si può perché ci sono i tavoli per la cena...”

X: “E se noi chiedessimo al Comune la chiusura al traffico della Via Zanardelli...?”

D: “Prova!!! Ma... verranno i ragazzi domenica? Ho pensato di invitare anche i pittori locali”.

 

5 settembre - ore 15.00

Erano 61 fra bambini/e - ragazzi/e quel pomeriggio “colorato” in via Zanardelli... è stato un vero concorso per... “pittori in erba”

 

Ciascun bambino/a, ragazzo/a, ha realizzato il proprio disegno utilizzando la tecnica che preferiva; c’era un tema a cui ispirarsi: “La città dei ragazzi”.

Tutti hanno potuto e saputo “dare voce” ai propri sogni, emozioni, vissuti.

È stato piacevole osservare con quanto impegno hanno realizzato “opere d’arte”, sostenuti anche dalla vicinanza fisica di papà e nonne seduti o sdraiati sulla strada, vicino a loro.

È stata sorprendente la ricchezza di contenuti che i bambini/e-ragazzi/e possiedono; mi ha colpito la voglia visibile che hanno di stare insieme “nel fare”, ed anche le espressioni di qualcuno: “Che bella idea avete avuto, fatelo ancora!”

le espressioni di qualcuno: “Mi sto divertendo tanto, fatelo ancora!”

le espressioni di qualcuno: “Che bello colorare! Mi piace tanto!”

I bambini “parlano” attraverso il disegno, a volte, non li stiamo ad “ascoltare”, ci limitiamo a guardare con l’occhio estetico ma, non esistono disegni belli o brutti, esistono disegni e basta, disegni che “comunicano” tante cose.

Alle ore 18 tutti hanno ricevuto il “diploma di merito per il disegno più... colorato, dolce, magico, fantasioso...” e un bambino ed una bambina il riconoscimento di vincitori del concorso. È stato difficile scegliere fra tanti “prodotti artistici”, “l’occhio” della giuria si è fermato su due disegni particolarmente carichi di significato.

Pensando a quei disegni mi viene in mente una canzone dello Zecchino d’oro: “Com’è bello avere un mondo di amici, solo amici, tutti in pace dentro al coro della vita cantare, mille voci una voce!”

Insieme per...

 

Grazie ragazzi.

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Curia Diocesana - Brescia

Ufficio Oratori e Pastorale Giovanile

 

Prot. 115/04    Brescia, 6 settembre 2004

 

Una scelta decisa e coraggiosa degli Oratori Bresciani

Nessuna festa di Halloween in Oratorio!

 

Carissimi confratelli,

qualcuno dovrà, prima o poi, dire ai propri figli più giovani che la Festa di Halloween non c’azzecca proprio nulla con la cultura Europea, ed ancor meno con la formazione cristiana.

Forse, per motivare questa decisione, dovremmo partire da una approfondita riflessione teologica (suggeriamo il capitolo 8 del recente documento CEI “Il volto missionario delle Parrocchie in un mondo che cambia”)... Forse sarebbe ancor meglio rileggere ed approfondire il Progetto Educativo dell’Oratorio: formare alla fede ed alla vita, valori primari, non ha nulla in comune con le zucche vuote, con i dolcetti e gli scherzetti.

 

Alla luce di tutto ciò, invito tutti gli Oratori bresciani a promuovere e sostenere le “feste” ed il “tempo libero” come pure il “tempo aggregativo”, nello spirito e nella tradizione educativa cristiana.

La “festa di Halloween” non ci appartiene proprio!

Non sta agli Oratori sostenerla o promuoverla!

Anzi, non è assolutamente opportuno promuovere o sostenere tale ricorrenza con cessioni di locali, promozione di feste e stampa di volantini. La festa di Tutti i Santi ha sufficienti motivazioni teologiche, pastorali, educative per vederci impegnati tra i giovani con entusiasmo e passione educativa.

 

Paganini don Claudio

Direttore dell’Ufficio Oratori

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La Raccolta di San Martino

Una scuola per cambiare

Aiutiamo la Scuola Agricola di Krajen in Albania

 

Dove, quando e perché

 

Il Centro Professionale “Padre Giovanni Fausti” sorge a Krajen (Lezhe) in un terreno di proprietà della chiesa di Krajen che costeggia la strada che collega Laç Vau-Dejes con Kallmet e Lezhë.

 

Si estende per circa 60.000 mq nello stesso luogo in cui nell’anno 1999 sono stati accolti circa 1000 profughi Kosovari. Al loro rientro la Caritas di Brescia, gestendo fondi della “Missione Arcobaleno” e propri e operando attraverso l’associazione “29 maggio” e i volontari della Caritas di Marcheno, ha dato inizio, nell’ottobre del 1999, alla costruzione del complesso scolastico che è giunto al termine nel giugno 2000. Dal luglio del 2000, in seguito al riordinamento delle diocesi in Albania, la scuola fa parte della Diocesi di Sapa ed è amministrata dalla Caritas della stessa diocesi. Nell’ottobre 2001 sono iniziati i corsi, avendo già acquisito in precedenza l’approvazione dal Ministero della Pubblica Istruzione.

Fin dall’inizio la presenza di alunni è stata numerosa. Si è aperto un corso professionale per Elettricisti, due corsi di Agraria, e uno di meccanica con gli alunni giunti dai villaggi circostanti.

 

La Caritas di Brescia in collaborazione con alcuni insegnanti dell’Università Cattolica di Piacenza, ha permesso di offrire agli insegnanti un importante contributo sia nel campo educativo sia in quello didattico.

La scuola si propone di educare, attraverso il lavoro e lo studio, i giovani della Zadrima e della Diocesi di Sapa, che vivendo lontani da centri importanti, non hanno molte proposte di lavoro e di formazione.

 

Anche in questa zona infatti, come in tutta l’Albania, è stato molto accentuato il fenomeno dell’emigrazione, e tuttora la mancanza di lavoro e di prospettive per il futuro, fanno si che pochissimi giovani pensino ad investire il proprio futuro in Albania. Per questo un Centro Professionale in questa zona è sembrata una risposta adeguata ai bisogni della gente e in particolare dei giovani, per poter creare “in loco” possibilità di formazione, e di acquisizione di professionalità.

Il Centro sorge alle pendici del monte che delimita ad est la pianura della Zadrima e si trova a poca distanza dai comuni di Hajmel, Dajç, Blinisht, Kallmet (e dai loro relativi villaggi), che con i loro complessi scolastici forniscono alla scuola di Krajen un adeguato bacino di utenza.

 

Padre Giovanni Fausti

Nacque il 19.10.1899 a Brozzo (BS). Entrò nel Seminario diocesano di Brescia e fu consacrato sacerdote il 09.07.1922. Prosegue gli studi in teologia e filosofia presso l’università Gregoriana e in seguito insegna filosofia nel Seminario di Brescia.

Nel 1924, anche per realizzare il sogno della missione che aveva coltivato fin dagli anni della formazione, entra nella Compagnia di Gesù. Nel 1929 viene inviato a Scutari in Albania dove insegnerà teologia dogmatica, Sacra Scrittura e filosofia.

Nel 1933 ritorna in Italia, nel Seminario di Mantova per svolgere i compiti di ministro e di insegnante di filosofia.

Nel 1937 emette i voti perpetui.

Questi anni sono molto fecondi per la sua vivacità intellettuale, per la sua capacità di sintesi filosofica e teologica, ma anche perché inizia una profonda conoscenza e amicizia con l’islam.

Nel 1942 è nominato rettore del Seminario di Scutari. Lo scoppio della seconda guerra mondiale, l’occupazione dei tedeschi e in seguito la presa di potere di Enver Hoxha, segnarono notevolmente e misero a dura prova la vita del Seminario e dei Gesuiti. Intorno al Seminario fiorivano tutta una serie di attività culturali e di promozione umana: scuole tecniche e commerciali, ginnasio e liceo, Congregazione Mariana, attività di catechesi e di istruzione religiosa per i ragazzi e i giovani, tipografia ecc. Non era difficile immaginare che l’opera dei comunisti e del loro leader Enver Hoxha si sarebbe diretta con ogni mezzo contro una realtà tanto efficiente e organizzata. Nel 1945 P. Giovanni Fausti è nominato vice provinciale dei Gesuiti in Albania e al suo posto viene nominato P. Daniel Dajani.

Nel frattempo iniziano le perquisizioni, viene sequestrata la tipografia, vietate le riviste. Seguono calunnie, accuse di spionaggio, di collaborazionismo con fascisti, fino a giungere agli arresti, alle torture, ai lavori forzati.

Il 31 dicembre 1945 i padri Giovanni Fausti e Daniel Dajani vengono arrestati. Dal 31 gennaio 1946 inizierà un processo farsa che porterà alla fucilazione eseguita al mattino del 4 marzo 1946.

A lui viene dedicato il Centro di Formazione Agricolo e Professionale di Krajen.

 

Come aiutare il centro?

 

Raccogliendo l’invito di Mons. Dode Gjergji Amministratore Apostolico di Sapa (Albania) si è deciso di destinare i fondi della “Raccolta di S. Martino 2004” per finanziare l’attività del Centro Professionale “P. Giovanni Fausti” di Krajen con borse di studio e acquisto di attrezzature e materiali vari.

 

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L’Oratorio G. Gaggia di Verolanuova

propone:

Bando di Concorso Letterario e Poetico

 

Figure del Sacro oggi

i giovani e il bisogno di Assoluto

“la bellezza salverà il mondo”

 

Gli ambiti di questa ricerca possono essere molteplici:

la tradizione, il mistero, l’occulto, la religione, l’arte, la musica;

così le risposte:

superstizioni, leggende, miti, movimenti religiosi, spiritualità e spiritismo.

 

Il concorso si divide in due sezioni, prosa e poesia, a loro volta suddivise in due categorie:

1. studenti che frequentano la IIIa media e quelli delle prime due classi di quella superiore;

2. studenti delle restanti tre classi superiori e quelli universitari.

 

I migliori di ogni sezione e categoria verranno premiati con un riconoscimento di 520 e

Il modulo di iscrizione dovrà essere consegnato o inviato presso l’Istituto Scuola Materna Capitanio in via Dante n. 37, 25028 Verolanuova - BS

Entro e non oltre domenica 10 ottobre 2004

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Oratorio Sport

calcio

Dopo la pausa estiva, riparte l’avventura del calcio verolese nel campionato C.S.I.; anche quest’anno il nostro oratorio presenta alla batteria di partenza due squadre competitive, in grado di ben figurare e di far divertire gli sportivi verolesi. Entrambe le compagini hanno confermato i rispettivi allenatori, dando così continuità a progetti molto interessanti.

Come sempre l’“Acli” punta sull’affiatamento del nucleo storico, che ha portato la squadra a ottenere sempre ottimi risultati, incentrato sull’intesa e la grinta dei fratelli Diego e Luca Cataneo, e sulla determinazione degli altri giocatori che nelle scorse stagioni hanno messo in mostra tutte le loro doti. Fondamentale sarà ancora una volta l’esperienza di Gottardo Federici al servizio della difesa, coadiuvato dai grintosi terzini Mirco Bozzoni e Cesare Ballarin. In attacco come sempre ci sarà Andrea Andrini, attaccante dal rendimento costante, mentre la porta sarà blindata anche quest’anno dall’ottimo Bruno Bodini. Certamente utili, nel corso della stagione, saranno altri elementi della “rosa” come Sergio Pietropoli, Diego Sementilli e Andrea Reboani. I ragazzi daranno come sempre tutto in partita e in allenamento per raggiungere grandi risultati.

Dal canto suo il “Gaggia” ha deciso di puntare ancora una volta sull’entusiasmo e la determinazione dei giovani, uniti all’esperienza di alcuni elementi con più campionati C.S.I. alle spalle. Anche quest’anno il mister Raimondo Oliva potrà disporre di due portieri molto validi come Simone Dalai e l’intramontabile Oscar Sala, che ha deciso di rimandare l’addio al calcio giocato, per la soddisfazione dei tifosi, che lo vedranno volare tra i pali anche quest’anno. In difesa ci saranno il grintoso Sebastiano Rossini e Dario Monteverdi. A centrocampo il duttile Michele Bartolini e gli esterni Enrico Barezzani, Stefano Grazioli, Roberto Moscarella e Davide Tosca garantiscono al tecnico molte soluzioni di gioco, avendo tutti caratteristiche diverse e che permettono molte “variazioni sul tema”.

A dar ordine alla manovra anche questa stagione Matteo Maggioni. Il reparto avanzato quest’anno potrà contare su un Sergio Geroldi finalmente a tempo pieno, su Francesco Amighetti, attaccante che ha nelle ultime due stagioni garantito un buon numero di gol e sulla voglia di far bene dell’ultimo arrivato Angelo Camisani. Quest’anno la squadra parte a fari spenti, senza fare proclami particolari, solo con la promessa di garantire impegno e entusiasmo, nell’attesa dei riscontri sul campo.

Roberto Moscarella

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le nostre rubriche

Verola Missionaria     

A cura del Gruppo Volontari delle Missioni “Conoscerci”

Fame di Dio

Domenica 24 ottobre si celebrerà la 78a Giornata Missionaria Mondiale. L’uomo, oggi in gran parte del mondo, ha fame di pane, ma sente più urgente che mai la fame di Dio, perché Dio solo può portare la pace, rendere gli uomini fratelli, porre nel cuore di tutti il vero amore; l’attività missionaria aiuta, prima di tutto, a testimoniare ed annunziare la “Salvezza in Cristo”.

Sono parecchi gli anni in cui il gruppo “Conoscerci” si presta a collaborare con il gruppo delle zelatrici cristiane, per la buona riuscita di tale giornata, sensibilizzando la comunità per il sostegno al clero indigeno. Fra i gesti più belli e preziosi che possiamo compiere a favore della ‘Missione’ e delle missioni, oltre all’offerta delle nostre preghiere e dei nostri sacrifici al Signore, vi è senza dubbio quello di sostenere e accompagnare al sacerdozio un seminarista locale, affinché nessuna vocazione sacerdotale e alla vita consacrata, trovi impedimento, per carenza di mezzi economici.

Alla Pontificia Opera di San Pietro Apostolo è affidato il mantenimento, grazie al nostro contributo e a quello di tutti i cattolici del mondo, di 83.000 seminaristi di tutti i continenti. Chi si impegna con una adozione missionaria dei seminaristi assicura loro un contributo economico destinato alle spese di vitto, alloggio, cure sanitarie e libri durante il periodo di studi filosofici e teologici. Si può partecipare anche con offerte libere, di qualunque entità e si contribuisce, insieme ad altri, durante un periodo di cinque anni ad un’adozione collettiva. C’è poi l’adozione individuale che si può versare in una sola volta oppure in cinque rate annuali. A coloro che sottoscrivono un’adozione Missionaria viene affidato un seminarista del quale si invia la foto, i dati anagrafici e le notizie riguardanti i suoi studi e il suo cammino vocazionale.

Tutti i sostenitori dell’Opera di San Pietro Apostolo sono ogni giorno ricordati, con i loro cari defunti, nella Santa Messa celebrata a Lisieux sulla tomba di Santa Teresa del Bambino Gesù, Patrona dell’Opera.

L’adesione alle adozioni è sempre valida in qualunque periodo dell’anno, basta rivolgersi al Gruppo Missionario “Conoscerci” o direttamente a:

Pontificia Opera di San Pietro Apostolo

Via di Propaganda 1/c

00187 ROMA

C.C.Postale N° 589002

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Con Los Otros

 

Riflessioni di un viaggio missionario

 

“La speranza poi non delude Perché l’amore di Dio è stato riversato nei nostri cuori per mezzo dello Spirito Santo che ci è stato dato”

 

È stata questa frase di S. Paolo (Rom 5, 5) a guidarci nel cammino che per 20 giorni abbiamo percorso accanto ad alcuni fratelli di Victor Raul, in provincia di Trujillo, nel nord del Perù.

La speranza non delude.

È vero. Perché se Dio è fedele, noi non possiamo temere nulla. Però la vita schiude davanti ai nostri occhi, quasi fossero fiori affascinanti e pericolosi, delle domande, dei dubbi. E vi assicuro che stare con i poveri non lascia indifferenti. Non è necessario costruire in primo luogo ospedali o case. I poveri ti guardano e ti chiedono prima di tutto di stare con loro, camminare con loro.

 

Mi sono chiesto più volte: “Perché sono qui in Perù? Cosa sono venuto a fare?”

La prima risposta che mi davo era da vero uomo occidentale e superbo: “Sono venuto ad aiutare i poveri”. Ma subito sorge la domanda: “Aiutarli a far cosa? A diventare ricchi come noi europei? Sì, potrebbe essere una risposta. Ma noi europei siamo felici? Lo siamo davvero così tanto da poter esportare la gioia che trabocca dalle nostre vite?”

No, non mi sembra che la ricchezza della nostra società ci faccia diventare persone gioiose e soddisfatte della vita!

 

Si ripresenta perciò la domanda: “Cosa sono venuto a fare qui in Perù?”

E la risposta vera è un po’ più profonda: “Sono venuto a testimoniare la Speranza. Quella speranza cristiana che anche noi abbiamo ricevuto gratuitamente e che gratuitamente vogliamo donare”. Perché non è vero che una missione religiosa “viola la libertà di coscienza e obbliga ad essere cristiani”. Queste stupidate le dice solo chi in missione non c’è mai stato.

I poveri, prima ancora che di una casa (che è ovviamente necessaria!), hanno bisogno di Speranza, di una risposta ai perché della vita, di qualcuno che stia loro accanto. Ed è per questo che il Papa ci dice con forza: “I poveri hanno fame di Dio”.

 

Per aiutare i poveri la prima cosa che ci viene in mente è l’offerta economica e il volontariato.

Ma un mondo giusto non si può nutrire né di offerte, né di volontariato. Si deve sfamare di scelte politiche, economiche, esistenziali. E cosa vuol dire tutto questo in concreto?

Vuol dire che per me, persona che vive la sua vita quotidiana a Verolanuova, non può bastare l’offertina data una volta tanto al missionario per zittire la coscienza! I poveri ci interrogano ogni volta che siamo in cabina elettorale, che apriamo il portafoglio, che spingiamo il carrello del supermercato, che pensiamo, parliamo e agiamo dimenticandoci di loro.

C’è una bella frase di un missionario che dice: “Non credo sia necessario regalare sementi ai contadini: basterebbe semplicemente pagare il giusto prezzo dopo il raccolto. Garantire un prezzo equo è giustizia, regalare le sementi facendo leva sui sentimenti degli abitanti dei paesi ricchi, no”.

 

Di fronte a proposte così concrete che possono anche sconvolgere la nostra vita, è probabile che si possano innalzare nel nostro cuore delle barriere: “Eh, ma io, però, comunque, farò qualcosina...” senza la disponibilità vera a convertirsi. Ma tutte queste barriere crollano nel momento in cui ci poniamo questa semplice e terribile domanda: “Perché Jorge, Julia, Maria Luz e Soledad sono nati in Perù e fanno la fame, mentre io sono nato in Italia? Che merito primordiale mi ha dato questi privilegi?”

Se riusciremo a rispondere a questa domanda potremo sentirci con la coscienza a posto e continuare a guardare la TV comodamente seduti in poltrona. Ma in caso contrario, io, tu, noi tutti saremo debitori nei confronti di Jorge, Julia, Maria Luz e Soledad di tutto ciò che senza merito ci è stato offerto (in primo luogo dell’istruzione e della cultura che tutt’oggi è strumento di sopraffazione!) e che abbiamo il dovere di condividere.

In che modo?

Ognuno cerchi la sua via, ma non dimentichiamoci che “se gratuitamente abbiamo ricevuto dobbiamo anche donare gratuitamente” (Mt. 10, 8)

 

Ettore De Angeli

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Misericordia io voglio...

di Mario Sberna

 

Tempo fa mi trovavo nella capitale di un grande Paese impoverito: bellissimo, ricco di risorse e di umanità, da cinque secoli depredato di entrambe. Mi avevano insegnato che con l’assistenzialismo non si risolvevano i problemi dei poveri, per cui mi ero guardato bene dal favorire qualunque forma di assistenza fine a se stessa; l’imperativo era “insegnare a pescare”! Un giorno, al semaforo, mi si avvicina una donna con in braccio un bimbo e altri tre per mano. Non aveva probabilmente più di trent’anni, anche se l’aspetto miserabile in cui versava la faceva apparire molto più anziana. Situazione comune a tante, troppe donne in quel luogo. Il bimbo piccolo piangeva disperato e cercava il seno della madre, gli altri tre erano letteralmente abulici [cioè una forma patologica di mancanza di volontà] a causa dell’evidente denutrizione. “Ho fame”, mi dice dal finestrino. Rispondo, da buon epulone, che, data la giovane età, doveva cercarsi un lavoro. “Non ho terra da lavorare e non ho più forza per lavorare”, mi risponde.

 

Lì per lì, scocciato, mi viene la frase: “Dai almeno il seno al bimbo che hai in braccio, non senti che è disperato?”. Mi risponde che non ha più latte. Io insisto, sapevo che le mamme in questo Paese allattavano per almeno un paio di anni i loro piccoli. Ma la sua risposta è la stessa. La guardo con fare indispettito e impaziente, mentre attendo come una liberazione che il semaforo diventi verde. Allora lei abbassa gli occhi, apre la sua povera, sgualcita camicia, e mostra il seno al bimbo, che non aspettava altro: famelico si attacca e comincia a succhiare avidamente. La donna fa una smorfia terribile, gli occhi cominciano a gonfiarsi e a lasciar cadere grandi lacrime di dolore e disperazione. Solo allora guardo il seno e guardo il bimbo. E il mondo mi crolla addosso: il bimbo stava succhiando sangue. Sangue. Quella donna stava dando la sua stessa vita a suo figlio! Ho pianto anch’io, sono sceso dalla macchina, ho abbracciato quella Sacra Famiglia incarnata davanti a me e ho capito, finalmente, il senso della mia missione.

 

La nostra salvezza non consiste nel morire per Dio: Dio è già morto per noi e muore ogni giorno di fame, di sete, di freddo, di botte, di miseria, di malattia, di sacrificio, di disperazione. La nostra salvezza è correre incontro ai crocifissi della storia, qui, adesso: “lo vide e ne ebbe compassione” (Luca 10,33). La compassione non è assistenzialismo, mille lire e via. La compassione non è nemmeno insegnare a pescare. La compassione è “patire-con”, è misericordia, è partecipazione alle sofferenze altrui, unita al desiderio di alleviarle e di porre loro fine.

 

Auguro a tutti di vivere per qualche anno nel Sud del mondo: bisogna vivere in società povere per capire i poveri, le cause della povertà e il senso della propria vita. Come Tommaso, abbiamo bisogno di mettere il dito nelle piaghe dei crocifissi di oggi per conoscere attraverso di essi il Risuscitato: quando siamo capaci di rompere quella crosta di egoismo che tenta di imprigionarci nel nostro “io”, quando smettiamo “di girare intorno a noi stessi come fossimo il centro del mondo, ci rendiamo conto che qualunque problema del piccolo mondo a cui apparteniamo, qualunque sia l’importanza di questo mondo, è infinitamente più piccolo e infinitamente meno importante dell’umanità.

 

Umanità da sentire, da scoprire, aprendoci agli altri, scoprendoli, facendosi loro incontro. Prendendoli dove li troviamo, aiutandoli a rialzarsi con intelligenza e delicatezza, senza la presunzione del ‘dottore della legge’ ma con la semplicità, il puro dono e la passione” (Mons. Helder Camara, “O Dom do amor”, il Vescovo brasiliano dell’amore” come veniva chiamato dalla gente della favela di Recife dove ha vissuto fino al ritorno a Casa).

 

(dal libro: “La civiltà del villaggio” di Mario Sberna, EMI 2002)

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Una banda particolare

 

Giovedì 9 Settembre, nell’ambito delle feste dell’Oratorio, si è esibita a Verolanuova una Banda Musicale veramente insolita. La Banda “Luisa Tàvora” composta da ragazzi brasiliani fra i 14 e i 18 anni, tutti allievi dei Collegi che i Piamartini bresciani hanno fondato e gestiscono in Brasile a Fortaleza nello stato del Seàra.

 

Il fondatore di queste attività Missionarie è stato Padre Luigi Rebuffini, il quale iniziò più di 25 anni fa anche “Operazione Lieta”, il programma di adozione a distanza per ospitare, istruire e mantenere bambini e bambine in difficoltà.

Parecchi dei componenti della banda sono stati, da giovanissimi, allievi di Lieta. A Fortaleza questi giovani, oltre a frequentare le varie scuole dei Piamartini, si impegnano anche a studiare ed a esercitare la musica, con un evidente ottimo risultato. Arrivati a Verolanuova a metà pomeriggio, si sono subito impegnati per deliziare gli anziani della nostra Casa Albergo. In serata all’Oratorio, dopo una saporita cena, grande esibizione fino a tardi, applauditissimi dal numeroso pubblico presente.

 

Queste poche righe per ringraziare l’ottima Banda di aver incluso Verolanuova fra i paesi e le città della loro tournée in Italia; grazie, speriamo di rivederci in un prossimo futuro per risentirvi ancora.

Dell’ottima riuscita della serata ringrazio vivamente gli organizzatori dell’Oratorio, i volontari dell’Avis impegnati a cucinare l’abbondante cena, i ragazzi e le ragazze che servirono ai tavoli e le signore che hanno preparato le numerose torte golosamente sparite.

 

Con piacere informo che la cena è stata offerta dall’Oratorio e che al Sig. Ricci, responsabile dei Piamartini e accompagnatore di tutta la compagnia, è stata consegnata la somma di Euro 2.400,00, comprendente le offerte pervenute dall’Oratorio, dalla Parrocchia e dalle generose famiglie interessate ad “Operazione Lieta”, famiglie che in modo particolare ringrazio e saluto.

 

Guido Ghidelli

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Per te casalinga...

a cura di L.D.B.

 

Nel numero di settembre, ho accennato ai prodotti tipici del nostro Paese, che sono alla base della dieta mediterranea, fra questi la pasta della quale noi Italiani siamo molto golosi. La pasta, come la pizza, nasce ai primordi della civiltà; già gli uomini della preistoria avevano capito che certi semi, frantumati e macerati nell’acqua, erano in grado di soddisfare il loro appetito. Più avanti, con il grano, il miglio, il farro, macerati e mescolati all’acqua, l’uomo ottenne un impasto che mise a cuocere fra due pietre roventi. È da tale impasto che, più tardi, nacquero il pane, le focacce e per ultima la pasta la cui origine, si ritiene, sia italiana. Già nel XIV sec., a Firenze, una notevole quantità di farina veniva usata per la pasta generalmente fatta in casa e l’uso di questa pasta rimase preponderante sino all’Ottocento.

 

La fabbricazione della pasta secca, invece, con farina ottenuta dalla macinazione del “grano duro” è più recente; iniziata in modo artigianale dagli “spaghettari napoletani” ai primi dell’Ottocento, mentre verso la fine del secolo, fu organizzata su scala industriale. Dall’Italia, la pastasciutta si è diffusa in tutto il mondo nella sua grande varietà di forme e di sapori. Noi italiani, pur disponendo con abbondanza, di altri cibi nutrienti e meno ricchi di calorie, siamo sempre tenacemente attaccati alla pasta. Un piatto di pasta presenta un equilibrio di principi nutritivi non presenti in altri alimenti, inoltre costa pochissimo. Anche chi è a dieta può mangiare la pasta purché si moderi nelle porzioni ed eviti condimenti troppo ricchi ed elaborati.

 

Ecco alcune regole per preparare un buon piatto di pastasciutta:

•     La pasta va cotta in abbondante acqua (un litro per 100 g di pasta) a fuoco vivace e a pentola scoperta.

•     L’acqua si sala quando giunge ad ebollizione.

•     La pasta, appena buttata, va mescolata con forchettone o mestolo di legno o plastica (non di metallo).

•     La pasta deve essere cotta “al dente” perché è più digeribile.

•     Un cucchiaio d’olio d’oliva, versato nell’acqua prima di gettarvi la pasta, impedirà che questa si attacchi.

•     Prima di scolare la pasta, fermarne la cottura con un bicchiere di acqua fredda.

•     Quando si condisce la pasta, prima mettere il formaggio poi il sugo così il calore del sugo scioglierà meglio il      formaggio.

•     È bene raccogliere l’acqua di cottura in un recipiente: può servire per diluire una salsa o per inumidire la pasta se      risulta troppo asciutta.

•     Il formaggio non si deve mettere con i condimenti a base di pesce, verdure ed olio crudo perché il suo sapore non      lega.

 

Luigi Veronelli consiglia i vini per la pasta, che devono essere scelti secondo il condimento: se a base di verdure vini bianchi o rosati;  se a base di pesce vini bianchi secchi; se a base di carni vini rossi e leggeri; se a base di cacciagione vini rossi e robusti.

Ed ora, buon appetito!

 

“Anche una goccia d’acqua ha la capacità di amare, quando cade su un filo d’erba ingiallito e lo disseta” (R. Battaglia)

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verola sport

 

a cura di Roberto Moscarella

 

 

 

Anche quest’anno ci occupiamo di una realtà importantissima per il nostro paese, il Gruppo Sportivo Verolese, con particolare attenzione al Calcio e al Basket, pubblicando risultati e classifiche delle varie squadre impegnate nei rispettivi campionati. 

 

 

CALCIO

 

Eccellenza –girone C

1a gior. 05.09.04: Verolese - Castelleonese   5 - 0

2a gior. 12.09.04: Caravaggio - Verolese     1 - 1

3a gior. 19.09.04: Verolese - Castellana     1 - 0

4a gior. 26.09.04: Grumellese - Verolese    0 - 0

 

Ottima partenza per la “nuova” Nuova Verolese, allenata quest’anno da Maurizio Gilardi (un tecnico giovane che dichiara di voler raggiungere i risultati attraverso il bel gioco, cosa che non può che far molto piacere agli sportivi verolesi). Dopo aver brillantemente superato il primo turno di coppa Italia all’esordio nel campionato 2004-2005, i bianco-blù hanno seppellito di reti la malcapitata Castelleonese, neopromossa e accolta nella nuova categoria a suon di reti, e la settimana successiva hanno ottenuto un buon pareggio in trasferta a Caravaggio, con rete del redivivo bomber Gatti. La rosa allestita quest’anno è di tutto rispetto, con alcuni nuovi arrivi che potranno fare sicuramente la differenza come l’attaccante Piovanelli, un’autentica garanzia che con Gatti e capitan Panina formerà un reparto avanzato di quelli da far tremare i polsi ai portieri avversari. A centrocampo è giunto a Verolanuova Sacchini, che nelle idee tattiche di Gilardi sarà il nuovo metronomo della manovra.

 

In difesa il giovane ex-Cremonese Appiani ha gia dimostrato tutte le sue doti e con Dagani, Chiodi e il “verolese d.o.c.” Pinsi, garantisce un’ottima copertura ai portieri Gandini e Sareni, entrambi molto forti. La squadra, mentre vi scriviamo, lavora in attesa dell’interessante confronto con la Castellana, squadra indicata dagli addetti ai lavori come la più forte del girone e nella quale militano due verolesi purosangue come Geroldi e Bettoncelli, che sarà un piacere ritrovare e riapplaudire dagli spalti del Bragadina; spalti che si presentano ogni settimana più ricchi di tifosi entusiasti e determinati a seguire con affetto e partecipazione la squadra, segno evidente che il primo obiettivo del presidente Antonini, quello di riavvicinare il pubblico verolese al calcio che conta è già stato raggiunto. Ora l’augurio è che sul campo vengano raggiunti anche gli obiettivi agonistici prefissati. La Verolese non vuole più soffrire per ottenere la salvezza e consolidare la sua presenza nel campionato di Eccellenza.

 

Dal prossimo numero vi aggiorneremo, come lo scorso anno, anche su risultati e classifiche delle varie compagini giovanili, che hanno iniziato il loro cammino nei rispettivi campionati nell’ultimo week-end di settembre.

 

 

 

BASKET

 

Categoria Promozione

Anche quest’anno avremo la possibilità di ammirare una squadra di basket del nostro paese nel campionato di promozione. Tuttavia la compagine verolese è stata totalmente rivoluzionata, a partire dalla guida tecnica, affidata in questa stagione a Guzzoni, che sostituisce Linetti, che allenerà la Sas Pellico, la squadra che utilizzerà il campo di Verolanuova e che giocherà in serie D. Per quanto riguarda i giocatori, rispetto alla rosa dell’anno passato sono stati confermati soltanto Canini, Bertoni, Gerelli, Geroldi e Rossi. Sarà proprio su di loro che il nuovo coach punterà principalmente, cercando di inserire accanto a loro alcuni elementi protagonisti l’anno scorso in prima divisione come Minini, Assali, Bellomi, Amighetti e Cremaschini. Altri giocatori che potranno esser utili sono senza dubbio Baronio e il nuovo arrivato Celli. Per il momento, in attesa dell’assimilazione perfetta dei dettami tattici del nuovo mister, la squadra rappresenta un’incognita. Sarà il campo a dirci a cosa potrà puntare questo nuovo gruppo.

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Rugby

 

 

Si dice che il rugby...

 

Si dice che il rugby sia scuola di vita ed è vero. Chi gioca a rugby impara a rispettare i compagni, gli avversari e di conseguenza se stesso, impara insomma a diventare uomo e questa non è una cosa da poco.

Si dice che il rugby sia uno sport democratico ed è vero. Provate ad entrare in uno spogliatoio e ve ne rendete conto immediatamente: grandi, piccoli, magri, enormi, tutti che si cambiano insieme; questo vuol dire dare un’opportunità, vuol dire che c’è un ruolo adatto a chiunque e questo non è da poco.

Si dice che a rugby non possono giocare tutti e anche questo è vero. Chi gioca a rugby deve essere coraggioso, deve saper prendere una decisione, deve essere sempre leale, deve aiutare un compagno in difficoltà a costo di un grande sacrificio e questo non è da tutti.

È per questo che io ho portato mio figlio a giocare a rugby e quando lo vedo scendere in campo fiero e sicuro di sé, quando lo vedo placcare un avversario più grande di lui, quando lo vedo gioire insieme ai suoi compagni o quando lo vedo sporco di fango e distrutto dalla fatica, beh io sono contento e vorrei anch’io avere un po’ del suo coraggio.

 

18 anni fa avveniva il disastro nucleare di Chernobyl, le radiazioni raggiunsero e colpirono una vasta zona della Bielorussia, provocando morte, malattie congenite e contaminando permanentemente il suolo con conseguenze nefaste.

In Italia, negli ultimi 10 anni, sono stati ospitati in progetti di risanamento, 300.000 bambini provenienti dalle zone contaminate da Chernobyl.

Le famiglie di questo comitato quest’anno hanno accolto 31 bambini.

I bambini sono attesi per il prossimo mese di maggio 2005, quelli che risiederanno a Verolanuova frequenteranno la scuola elementare del paese e saranno seguiti da un interprete e da un’insegnante russa.

 

Se sei interessato all’esperienza di accoglienza per il prossimo anno, contatta, entro la fine di novembre 2004 i seguenti nominativi:

 

Beppe e Wally Zanoli - tel. 030931991

Francesca Pietrobelli - tel. 0309948204.

 

 


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Arte & cultura

Le poesie di Rosetta

Sono ancora nei nostri occhi le immagini di quei bimbi impauriti, tenuti in ostaggio a Beslan nella palestra di una scuola, minacciati in continuazione insieme a genitori e insegnanti, poi uccisi senza pietà. Esprimiamo il nostro sdegno per l’atto detestabile compiuto dai terroristi nei confronti di tutte le vittime e soprattutto nei confronti dell’innocenza, sempre sacra per noi.

Caino a Beslan

(alle vittime del terrorismo russo)

 

Contro inermi fanciulli,

prigionieri in un luogo di cultura,

i criminali armati fino ai denti

di mitra, di Kalashnikov, di ordigni

da posare persino nei canestri,

come palle da basket!

 

È senz’appello, senza spiegazione,

senza scusante alcuna

la crudeltà del folle terrorismo

che ci riporta alla memoria eventi

di esecrabili eccidi d’innocenti

in campi di sterminio.

 

Non hanno forse madri quei tiranni?

Non hanno forse figli a casa loro?

E perché non li guardano negli occhi

con dignità di uomini? Perché

non recano carezze tra le mani,

da consumare in luogo dei fucili?

 

Siamo al dissolvimento

delle coscienze umane, dell’amore

che non trova canali e scava l’alveo

in fiumi di spregevoli rivalse.

 

E la cultura dell’intolleranza,

della guerra dell’uomo contro l’uomo,

spogliata del rispetto dei valori,

ci riconduce ai tempi di Caino.

Rosetta Mor Abbiati

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Storie Verolesi

Le fiere ed i mercati

In lato di mezzogiorno della piazza il giovedì, giorno di mercato, prima della guerra e forse anche ora con caratteristiche diverse, si installava il largo banchetto dei formaggi, sul quale spiccavano, oltre il grana ed altri latticini, anche un largo spicchio di tara, una sorta di gorgonzola nerastro che, per il suo acuto odore, sembrava andato a male. Guardando bene sulla sua superficie, ma anche non troppo, si notava un brulicare di insetti, non diciamo vermicelli, che tuttavia costituivano l’attrazione di coloro che la apprezzavano particolarmente. Se all’atto del pranzo alcuno degli abitanti cercava di sottrarsi, fuggendo per la tavola, nessuna paura. Bastava un colpo assestato con un pezzo di polenta calda e subito si poteva trangugiare una dieta mediterranea, composta di formaggio e di carne. Allora non vi erano i N.A.S. e ciascuno era libero di ingoiare ciò che voleva. Mi pare che ora la tara, con grande rimpianto dei suoi estimatori, sia ormai del tutto scomparsa o almeno abbia mutato la sua composizione.

Non era questa la sola attrattiva. Sull’altro lato, verso nord, compariva, ogni giovedì, un omaccione, a petto nudo ed irsuto in tutto il corpo, il quale, con l’aiuto di un apprendista, si faceva legare con robuste catene, chiuse da chiavistelli, ma nel giro di pochi minuti e quando attorno a lui una piccola folla si era riunita, riusciva in quattro e quattr’otto a liberarsi. Non contento si riempiva la bocca di benzina e, acceso un fiammifero a poca distanza, vi soffiava sopra il liquido, provocando una lunga fiammata, in tutto somigliante alle vampe di un lanciafiamme. L’apprendista passava poi con un piattino in mano, scostando le donne che correvano per i banchetti, ripieni di oggetti a buon prezzo, davanti ai quali ogni tanto sostavano per trarne le cose migliori, così del resto come attualmente si usa. Diverso dagli altri era il banchetto del callista. Costui, in piedi, mostrava orgoglioso, tenendo la mano in alto, un callo largo come una grossa patacca, che diceva di avere estirpato all’erbivendola di via Dante ed invitava tutti ad andare da lui, nel suo gabinetto privato, durante il pomeriggio.

Il mercato dei pulcini ed in genere quello del pollame, particolarmente pregiate le galline padovane, si teneva davanti all’edificio che ospita ora l’Ufficio delle Entrate, dopo che, con provvida sanzione, era stato rimosso da lì il mercatino dei maiali, cacciato a dimorare nella decentrata piazzetta del Castello. Il mercato attirava molta gente dai paesi vicini, dove non si era ancora provveduto ad istituirlo e costituiva un ottimo luogo di incontro e di affari specialmente per i mediatori. Sotto i portici il viavai era notevole e vi si notavano i grossi agricoltori del contado e quella clientela che li accompagnava permanentemente in cerca di affarucci convenienti. Li allietava un signore di una certa età che, giunto in piazza alle ore 8, stendeva per terra un largo tappeto e, indossati una tunica ed un cappello di carta troncoconico, imboccava un corto megafono ed iniziava a cantare. Aveva una voce roca, ma l’attrattiva maggiore era costituita da una figlia ventenne che, sul tappeto, accennava alcuni passi di danza e vendeva poi, per pochi soldi, dei foglietti colorati contenenti le arie sussurrate dal padre.

Dopo la guerra d’Abissinia, si vendevano anche delle strane composizioni floreali, recanti dei frutti, spacciati come esotici, ma in realtà di produzione nazionale, che però non ebbero mai grande fortuna.

Non che ora il mercato, nel suo complesso, risulti mutato, ma certamente mancano quelle attrattive di contorno che a noi ragazzi piacevano particolarmente.

In primavera e, talvolta, anche in autunno, si teneva in piazza la fiera del bestiame e degli altri prodotti agricoli. Nel pavimento sterrato venivano infissi dei paletti congiunti da lunghe corde, in file parallele e ad esse gli agricoltori legavano le migliori vaccine del loro allevamento, tutte di razza bruno-alpina e figlie del toro Baròn. Passava, poi, una giuria, composta da alcuni veterinari della zona, affluiti per l’occasione a Verolanuova, ad esaminare le mucche e decideva quale fosse la vacca migliore, appendendole al collo un medaglione con l’indicazione dei suoi pregi.

Contemporaneamente, sotto i portici, dove si era ricavata una serie di stand, tramezzati fra un pilastro e l’altro, facevano bella mostra i prodotti dei campi e gli utensili di ultima produzione esposti dal Consorzio agrario, mentre in cielo volteggiavano lunghe file di piccioni viaggiatori, allevati da un agricoltore della zona. Erano giornate di festa per tutti, nelle quali spiccava l’orgoglio di chi aveva potuto esibire con gioia i risultati ottenuti dal proprio duro e faticoso lavoro, in una zona ritenuta allora all’avanguardia fra le terre della bassa bresciana. Tempi andati. Ora gli agricoltori portano soltanto una volta all’anno, davanti alla chiesa, i loro mastodontici trattori per la giornata del Ringraziamento, non vi sono più giornate di fiera che possano allietare tutta la comunità.

V.B.

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Voi che ne pensate?

La televisione è una cattiva maestra?

di Luigi Andrea Pinelli

“Una democrazia non può esistere se non si mette sotto controllo la televisione, o più precisamente non può esistere a lungo fino a quando il potere della televisione non sarà pienamente scoperto. Dico così perché anche i nemici della democrazia non sono ancora del tutto consapevoli del potere della televisione. Ma quando si saranno resi conto fino in fondo di quello che possono fare la useranno in tutti i modi, anche nelle situazioni più pericolose. Ma allora sarà troppo tardi”. (Karl R. Popper)

 

Considerando quest’affermazione del filosofo e pedagogista Popper, possono nascere molte discussioni a vari livelli, ma le dotte conversazioni fine a sé stesse, meglio lasciarle nei salotti o altri ambienti a loro più adatte.

Il mondo del piccolo schermo fornisce diversi spunti di interesse e discussione: la qualità dei contenuti, la pubblicità, il modo di fare informazione, la violenza e la gratuità di certe immagini e la superficialità di certe trasmissioni e chi più ne ha più ne metta.

Mi ha fatto pensare la coerenza di Karl Popper nella sua “guerra” al mezzo televisivo rilevabile dal fatto che non ha mai posseduto un televisore, mentre in alcune delle nostre abitazioni si va da due a quattro apparecchi, installati in stanze diverse (tanto per “favorire la comunicazione e l’unità della famiglia”...).

Ovviamente non intendo condurre alcuna crociata contro la televisione, solo suggerire attenzione all’uso dell’apparecchio e non al suo abuso. Se ci pensiamo, spesso sembriamo regolare il nostro orologio in funzione delle trasmissioni anche senza rendercene conto. Considerando anche il fatto che spesso per necessità e senza rifletterci troppo, lasciamo per molte ore i bambini di fronte allo schermo a volte senza curarci di ciò che vedono e non considerando che, il cervello dei giovani (ma anche degli adulti) viene bombardato da migliaia di informazioni sulle quali essi non riescono più a riflettere o a fare una rielaborazione personale o critica, soprattutto per mancanza di tempo.

Le trasmissioni valide ed interessanti esistono ancora, ma la varietà del palinsesto e la frenesia di cambiare continuamente canale (cioè fare “zapping” e farsi usare dall’oggetto invece di usarlo) garantiscono una buona dose di disorientamento e di lenta, ma inesorabile “educazione alla superficialità”, che con l’andare del tempo rischia, secondo me, di farci abituare e quindi comportare in modo sempre meno socializzante e sempre più tollerante nei confronti della violenza e di altre situazioni “simpatiche” che il piccolo schermo ci propina.

Ormai non è più una questione di TV di stato o TV commerciale, a fascia protetta o meno. Sono sempre di più le trasmissioni che modificano il costume e le abitudini di un gran numero di persone; principalmente mi riferisco a reality show come Il Grande Fratello, l’Isola Dei Famosi, tanto per citare gli esempi più eclatanti (secondo me, queste trasmissioni trasformano i più in “guardoni” morbosamente curiosi, proprio mentre si continua a parlare e a promuovere la privacy, oltre a sfiorare il limite del cattivo gusto).

I telegiornali di alcune reti sono sempre puntualmente farciti di particolari e filmati volutamente scabrosi e martellanti, che non mirano a dare una notizia, ma a creare un “caso”. Il delitto di Cogne, il caso di Erika e Omar oppure il caso Desirée Piovanelli, tanto per citare esempi famosi, sono stati strumentalizzati da una grande quantità di trasmissioni a tema con aggiunta di particolari che oltre ad aumentare l’amarezza legata ai fatti, aumentano lo sdegno e il senso di insicurezza e disagio. Senza contare che i bambini sono permeati dalle notizie e poi le vivono con una tale naturalezza che ci coglie impreparati. (Posso citare l’esempio di alcuni bambini di quarta e quinta elementare che all’epoca del delitto, sicuramente iperstimolati dal continuo martellamento televisivo, hanno giocato volentieri a “Erika e Omar” come un tempo avrebbero giocato con le costruzioni o a nascondino).

Discutibili anche alcuni cartoni animati di ultima generazione: invito i genitori ad aprire un dialogo educativo di confronto con i propri figli dopo averne opportunamente valutato il contenuto, ma il massimo della “soddisfazione” ci viene dato dalla pubblicità. Infatti, mentre ce la stiamo “godendo”, siamo spesso “infastiditi” da qualche minuto del film o della trasmissione che in teoria dovremmo seguire in quel momento (perdonatemi l’ironia).

Nella pubblicità si usano immagini a parole mirate a sostenere uno stile di vita consumistico e superficiale e spesso ci abituano a forzature che noi tendiamo a cogliere come elementi divertenti o umoristici, ma, se attentamente considerati, sono decisamente preoccupanti per la leggerezza con la quale suggeriscono atteggiamenti e situazioni scorrette dal punto di vista etico e morale.

Prendere posizione è difficile ma, secondo me, necessario impegnandoci in un uso ragionato, critico e responsabile del mezzo televisivo.

Inoltre, mi pare difficile considerare concluso un argomento così vasto e così ricco di sfumature, sociali, economiche, culturali e di costume, ma nulla impedisce che se ne possa riparlare, magari prendendo spunto da garbate considerazioni (pro o contro) che i lettori che lo desiderano, possono far pervenire presso la redazione dell’Angelo.

Decalogo per il Buon uso della televisione

 

La televisione ha assunto un ruolo sempre più importante nella nostra società e nella famiglia, ed è diventata uno degli ingredienti più presenti nella vita quotidiana della grandissima maggioranza dei bambini.

Tuttavia, il rapporto fra un bambino nel pieno sviluppo evolutivo ed uno strumento così invasivo e naturalmente potente, come è la televisione, è inevitabilmente un rapporto a rischio su cui bisogna vigilare molto attentamente e costantemente.

Questa premessa non deve essere intesa come un’accusa senza attenuanti alla televisione, che è uno strumento dotato anche di enormi potenzialità positive.

 

Infatti, il rischio che la televisione può rappresentare per un bambino è legato non solo alla qualità dei programmi trasmessi, ma anche, se non soprattutto, all’uso che ne fa la famiglia e che si concede di fare al bambino.

Infatti, le ultime indagini hanno rivelato che ben il 56% dei bambini ha dichiarato di guardare la televisione perché non ha altro da fare e che ben l’85% dei bambini è in grado di stabilire che la televisione propone dei programmi “violenti”.

Soltanto queste cifre sono molto preoccupanti perciò un nuovo compito spetta ai pediatri e agli educatori in questa epoca di estrema informatizzazione; cioè quello di orientare e informare i genitori affinché comprendano i rischi connessi ad un uso non controllato dello strumento televisivo. L’argomento è di tale importanza che la Società Italiana di Pediatria ha sentito la necessità di proporre ai genitori un “decalogo” sull’uso della televisione da parte dei bambini.

1. Consentire la visione dei programmi televisivi per un massimo di due ore al giorno.

2. Non consentire ai ragazzi di guardare la televisione subito prima di andare a dormire e la mattina appena svegli (specie se si deve affrontare una giornata scolastica).

3. Evitare di utilizzare la televisione come premio castigo, attribuendole un valore morale che non le compete.

4. Scegliere insieme ai propri figli i programmi adatti a loro e motivare sempre le esclusioni. I divieti immotivati suscitano sempre curiosità.

5. Essere presenti il più possibile durante i momenti in cui i figli guardano la televisione.

6. Essere sempre disponibili a parlare con i propri figli di quanto si vede in televisione e anzi cercare di stimolarli a esprimere pareri, perplessità, gusti e timori.

7. Prestare grande attenzione alla qualità e quantità di alimenti e bevande che i ragazzi sono portati a consumare mentre guardano la televisione.

8. Prestare attenzione alla postura che assumono i ragazzi mentre guardano la televisione e alla distanza dallo schermo. (almeno 2 metri)

9. Fornire ai propri figli, quanto più possibile, alternative alla televisione (sport, passeggiate, letture, incontri con gli      amici). Spesso l’attaccamento alla TV rappresenta l’unico passatempo disponibile.

10.  Essere sempre consapevoli che gli effetti positivi o negativi che possono dipendere dalla televisione, derivano non      solo dalla qualità dei programmi, ma anche dall’uso che si fa in famiglia del mezzo televisivo.

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 varie - cronaca

Quando la coppia scoppia

Come nella migliore tradizione pubblicitaria, per attirare l’attenzione ci vuole qualcosa che colpisce, speriamo di esserci riusciti.., siete con lo sguardo incollato su queste righe? Benissimo, allora possiamo proseguire.

A differenza di tutti gli “spot” il nostro titolo non si discosta minimamente dalla realtà, cioè da quella che si può ormai definire una epidemia nei confronti della quale nessuno può ritenersi al sicuro.

La Scuola di Vita Familiare di Verolanuova, nell’intento di contribuire ad arginare questo male, vuole segnalare alla comunità una nuova opportunità.

La dottoressa Elsa Belotti ed i suoi collaboratori, che hanno in animo il progetto “Family Hope”, costituiscono questa opportunità.

A proposito della Family Hope (telefono del consultorio familiare 0302400243) abbiamo già trattato nell’articolo dal titolo “La vostra coppia è in crisi?” pubblicato nel bollettino parrocchiale dei mesi raggruppati di giugno-luglio-agosto/2004.

Avevamo promesso che avremmo invitato la dottoressa Belotti a tenere una conferenza nella nostra parrocchia ed ora siamo lieti di comunicare che essa avverrà Sabato 16 Ottobre 2004 alle ore 20.30 presso il salone della biblioteca civica ed avrà come tema: “La coppia, un pianeta sconosciuto”. Nell’intento di avere la massima affluenza possibile, affiggeremo manifesti sulla porta della chiesa e nei luoghi preposti allo scopo.

Chi vi scrive è una coppia di vostri concittadini che ha avuto ed avrà la fortuna di partecipare agli incontri della dott.sa Belotti ed ai seminari di gruppo tenuti dal marito Enzo Bigi. Da queste esperienze abbiamo tratto enormi benefici e abbiamo acquisito nuove conoscenze. Abbiamo capito che non conosciamo noi stessi così bene come pensiamo e, considerato che in una separazione la responsabilità non è solo di una parte... non è il caso di saperne di più su ciò che di conscio ed inconscio ci portiamo dentro?

L’approccio con Elsa Belotti è notoriamente appagante; il suo modo di comunicare, vivace e alla portata di tutti, calamiterà la nostra attenzione e ci farà trascorrere una piacevole e proficua serata.

Vi aspettiamo numerosi

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La Galleria dei ricordi...

Porte aperte alla Casa di Riposo

Buongiorno a tutti.       

Questa volta non saremo noi a raccontarvi della nostra realtà, ma bensì una ragazza, Chiara di S. Paolo, che ha vissuto un’esperienza di volontariato all’interno della nostra struttura.

A lei la parola...

“Salve a tutti, mi chiamo Chiara e ho 17 anni. Questa estate come molti altri ragazzi della mia età, che ancora studiano, ho svolto un’attività di volontariato per ottenere l’assegnazione dei crediti scolastici.

Di mia spontanea volontà ho deciso di venire in questa Casa di Riposo a prestare servizio come volontaria per un mese.

Noi giovani pensiamo che questi luoghi siano noiosi, pieni di persone malate e, dunque abbiamo paura ad entrarvi.

Io posso dire che non è così, al contrario, è un posto colmo di persone simpaticissime con dentro una gran voglia di vivere, sempre pronte a ridere e a scherzare, desiderose di non essere dimenticate e tralasciate, e vogliose di stare a contatto con i giovani di oggi.

 

Anche il personale che vi lavora, dalla capo-sala alle animatrici, alle ausiliarie, agli infermieri, ai fisioterapisti, alle cuoche (se ho tralasciato qualcuno chiedo venia), è gente molto gentile e simpatica con la quale mi sono trovata molto bene.

Era la prima volta che prestavo volontariato e che entravo in una casa di riposo, mentirei se dicessi che non ero un po’ titubante, ma mi sono preoccupata inutilmente. Le ore volavano, non mi accorgevo dei minuti che passavano.

La mattina dovevo portare i nonni in terrazza, dove l’animatrice svolgeva varie attività: ginnastica di gruppo, lettura del giornale... in seguito si distribuiva un bicchiere di thè fresco per ristorarsi dalla fatica degli esercizi ginnici; veniva poi l’ora dei lavori individuali: c’era chi pitturava, chi giocava a carte, chi lavorava a maglia, chi ritagliava ecc.

Il pomeriggio invece variava a seconda dei giorni: cruciverba, tombola, si recitava il Rosario, si facevano ottimi biscotti che mangiavamo il giorno seguente a merenda. Un pomeriggio c’è stato il gelato party, un’altra volta l’anguriata e poi non poteva mancare il torneo di briscola con in palio i “caliciotti”.

Come potete vedere non è un posto noioso, tutt’altro, si è sempre in movimento.

Mi è dispiaciuto molto che la mia esperienza sia finita, ora è ricominciata la scuola. Comunque ho lasciato la mia disponibilità a ritornare in occasioni particolari che si svolgeranno durante il sabato e la domenica (compiti permettendo).

In definitiva è un’esperienza che consiglio a tutti perché è stata positiva e mi ha dato molto (non si ha mai finito di imparare, soprattutto dalle persone anziane).

Mi faccio portavoce e garante perché spero che i giovani e non solo, siano sensibilizzati e stimolati dalle mie parole e possano anche loro toccare con mano questa realtà e sfatare i tabù e il mistero che circonda in particolare il mondo degli anziani”.

Arrivederci

 

Chiara, Caterina ed Elisabetta

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Dal Club Alcolisti in Trattamento

di Verolavecchia e Quinzano d’Oglio

È passato settembre e siamo giunti a ottobre. Sono mesi perlopiù dedicati alla vendemmia. L’uva, frutto della vite, è presente nella storia dell’uomo sin dai tempi più remoti. La tradizione contadina prevedeva un uso massiccio di questo alimento: in questi mesi la “cura dell’uva” era seguita per depurare la pelle, drenare i reni, disintossicare il fegato. L’uva infatti, è ricca di zuccheri, sali minerali, oligoelementi e contiene un’alta concentrazione di vitamine. Da essa si ottiene quel “nettare divino” che da sempre è gradito all’uomo, servito con ogni specialità culinaria, dolce o salata essa sia.

Purtroppo c’è chi fa del vino un uso del tutto sbagliato e, in questo caso il vino, anziché far bene, può portare addirittura alla morte. Per questo motivo stiamo bene attenti a come usarlo, con moderazione come tutte le cose e non abusarne. Non dimentichiamo che “chi troppo vuole nulla stringe”.

Mariuccia

 

La tua famiglia stà soffrendo per un problema legato all’alcool?

Vuoi parlarne con altre famiglie che stanno vivendo la stessa situazione e se ne stanno liberando insieme?

Rivolgiti ai nostri club!

 

Per informazioni rivolgiti ai seguenti numeri: 0309306813 – 0309361869

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Società pescatori dilettanti verolesi

Come di consueto, domenica 5 settembre, nel Vaso Roggia Gambaresca antistante il Palazzo Comunale si è svolta la gara di pesca alla Trota per ragazzi: 7° Trofeo A.V.I.S. di Verolanuova.

Il successo che ha riscontrato anche quest’ anno alimenta il nostro entusiasmo nell’organizzare questo momento di aggregazione per il nostro paese.

A tal proposito ringraziamo la Sezione A.V.I.S. di Verolanuova e l’ Amministrazione Comunale, in particolare il Sindaco Dott. Stefano Dotti e l’Assessore Paolo Colosini, per l’aiuto e la collaborazione nella realizzazione di questa manifestazione sportiva.

Vi attendiamo numerosi anche il prossimo anno!

S.P.D. Verolesi

Via Francesco Lenzi 65 - 25028 Verolanuova (BS) Tel. 3203078751

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Turni domenicali di guardia farmaceutica dell’Azienda S.L. 19

ottobre

Seniga 

Manerbio (dr. Parati)

10 

Bassano B.no 

Pavone Mella 

17 

San Paolo 

Leno (dr. Sartirana)

24 

Verolanuova (Comunale) 

Bagnolo Mella (dr. Ingardi)

31 

Quinzano 

Manerbio (dr. Bresadola) 

novembre

Verolavecchia 

Ghedi 

14 

Verolanuova (dr. Colosini) 

Cigole 

N.B.: L’elenco è provvisorio. 

N.B.: Il turno domenicale ha inizio dal pomeriggio del venerdì precedente e nell’elenco sono indicate soltanto le farmacie più vicine a Verolanuova. Qui, però, ogni sabato è aperta la farmacia comunale dalle ore 15.00 alle 19.00.

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NUMERI UTILI DI TELEFONO:

Servizio Sanitario  (soltanto nei casi di emergenza)    118

Ambulatori medici via Grimani    0309362609

Gruppo Verolese Volontari Soccorso  via Grimani 0309361662

Problemi con le droghe?     0309937210

Alcolisti in trattamento  0309306813  -  0309361869

Vigili del Fuoco       030931027

Carbinieri - Pronto intervento    112

 

N.B.: Il servizio sanitario prefestivo, festivo e notturno si svolge dal sabato mattina alle ore 10.00 fino al lunedì alle ore 8.00 e tutte le notti dalle ore 20.00 alle ore 8.00.

Per le prenotazioni di trasporto con autoambulanza del Gruppo Volontari del Soccorso telefonare: dal lunedì al venerdì dalle 8.00 alle 12.30 e dalle 14.30 alle 18.00; inoltre dalle ore 8.00 del sabato alle 7.00 del lunedì.

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Per i collaboratori de “L’Angelo di Verola”

 

Invitiamo i collaboratori a far pervenire i loro articoli entro e non oltre le ore 12.00 di venerdì 22 ottobre. Quelli pervenuti oltre tale data non saranno pubblicati.

 

Importante:

Per facilitare la pubblicazione degli articoli:

gli scritti siano preferibilmente dattiloscritti, meglio se al computer, in carattere Times New Roman corpo 12. Se scritti a mano: in stampatello per ragioni tecniche

Chi usa il computer è buona cosa che faccia pervenire lo scritto anche salvato su un dischetto oppure via e-mail.

Gli articoli vanno fatti pervenire direttamente ai sacerdoti oppure via e-mail al seguente indirizzo: angelo@verolanuova.com

La redazione non è tenuta a dare giustificazioni per la non avvenuta pubblicazione degli articoli pervenuti né risponde delle fotografie non ritirate dagli interessati entro quindici giorni dalla pubblicazione sul bollettino.

 

La Redazione

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Per i più piccoli

(a cura di B. Cocchetti)

 

In negozio:

Una signora, prova un vestito : “Oh - esclama piacevolmente sorpresa - a vedermi nel vostro specchio con questo vestito, sembro molto più magra”.

“Bene - dice la commessa - allora prende questo vestito?”

“No - replica la signora - compro il suo specchio!”

 

Tra amici:

Due anziani si incontrano dopo un po’ di tempo;

“Come va? Domanda il primo.

“Non molto bene, risponde l’altro, è da una settimana che questa gamba mi fa male”.

“Eh caro è l’età!!!”.

“Ma quale età, l’altra gamba ha la stessa età e sta benissimo!”.

 

Colmi:

Qual è il colmo per un riccio? ...avere una spina nel fianco,

e per una banana? ...scivolare e sbucciarsi!

 

Cielo a pecorelle:

i segni del tempo nella meteorologia popolare

 

Settembre

Settembre è il mese del mutamento: siamo ancora nel periodo estivo, ma il clima dell’estate svanisce e lascia il posto all’aria temperata e fresca del mattino e della sera.

Per chi non ha panni da indossare, comincia a sentire i suoi tormenti. Tempo d’acquazzoni o di grandi siccità.

 

*     Aria settembrina, fresca la sera e la mattina;

*     Settembre, per il povero è già inverno;

*     Settembre, o porta via i ponti, o secca le fonti;

*     Quando partono le mosche, le giornate sono già più corte

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Radio Basilica 91.2 Mhz

 

Dal 3 ottobre Radio Basilica di Verolanuova riprende le sue consuete trasmissioni quotidiane in diretta dallo studio di via Dante. Non mancano le novità e alcune nuove voci che vi accompagneranno nelle vostre giornate ma, anche nelle vostre serate. Perciò, il martedì, mercoledì e giovedì sera mettete da parte la Tv e ascoltateci; ne varrà sicuramente la pena.

 

Un bentornato allo staff ormai consolidato:

Tiziano Cervati, Daria Cremaschini, Mirella Raneri, Sergio Ferrari, Piero Lò, Roberto Bocchio, Roberto Moscarella, Dario Bettoncelli, Gianni Scaglia, Angelo “Doson” Barbieri.

Un benvenuto particolare va alle new entry che debuttano quest’anno:

Mattia Vettorato, Mauro Cervati, Alessandro Saleri e Andrea Fontana. Sono davvero bravi e meritano di essere ascoltati.

Si preparano inoltre alcuni graditi ritorni e altri nuovi ingressi, ma ne riparleremo più avanti.

Anche il sito della radio è completamente rinnovato. Nelle sue pagine potrete anche vedere “i volti delle voci” e, nelle pagine di Mauro e Mattia, potrete trovare giochi, manifesti, fotomontaggi e anche un simpatico forum per comunicare le vostre opinioni.

Al sito potete accedere dalla Home Page di www.verolanuova.com o direttamente all’indirizzo: www.verolanuova.com/rbv/Rbv

Sul prossimo numero dell’Angelo verranno pubblicati tutti i programmi delle 24 ore InBlu.

 

Ed ora diamo un’occhiata ai programmi di ottobre:

 

RBV trasmette tutte  le celebrazioni liturgiche dalla Basilica di San Lorenzo in Verolanuova e aderisce al circuito InBlu - La Radio con tante radio dentro

 

Sante Messe:

Feriali:   7.00 - 9.00 - 18.30

Festive:  7.30 - 9.30 - 11.00 - 18.30

Notiziari:

Gr2000: 13.00 - 18.00

Gr Flash: 10.00 - 11.00 - 12.00 - 14.00 - 15.00 - 16.00 - 17.00 - 20.00

Locali: 8.30 - 10.30 - 12.30 - 15.30

Notiziari Radio Vaticana: 8 - 21

Tra gli altri programmi vi segnaliamo:

Ogni giorno:

ore   9.30   “Caleidoscopio” a cura di Mirella Raneri

ore 10.00    “Ballo è Bello” con Alessandro Benericetti

Lunedì

ore 16.00    “Il Panchinaro” con Alessandro Saleri

ore 21.00    “Lupo solitario - Notte” con Roberto Bocchio

Martedì

ore 21.00    “Ultimo domicilio conosciuto” con Roberto Moscarella e Dario Bettoncelli

Mercoledì

ore 21.00    “Cuori solitari” con Mattia Vettorato e Mauro Cervati

Ogni sabato

ore   9.30   “Non è facile” con Daria Cremaschini

ore 11.00    “3x2” con Gianni, Doson e Andrea

ore 13.30    “Lupo solitario” con Roberto Bocchio

ore 14.30    “Ultimo domicilio conosciuto” con Roberto Moscarella e Dario Bettoncelli

Ogni domenica

ore 10.20    “Accorrete numerosi” a cura di Sergio Ferrari

ore 12.00    “Radiogiornale Verolese” a cura di Tiziano Cervati

ore 12.30    “Sempre più difficile” con Daria Cremaschini

Buon Ascolto sui 91.2 MhZ di

Radio Basilica di Verolanuova

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Anagrafe parrocchiale

Battesimi

      28    Savoldi Lucrezia Lucia di Massimo e Cavagnini Silvia

      29    Pini Samuele di Walter e Gennari Barbara

      30    Sossi Edoardo di Emanuele e Del Re Livia

      31    Loda Jacopo di Osvaldo e Raggi Rosella

      32    Castelluccia Alessia di Michele e Farina Isabella

Matrimoni

      12    Brescianini Diego Giovanni con Girelli Giada

      13    Tinti Giuseppe con Abrami Monica Paola

      14    Minelli Massimo con Vesco Michela

      15    Porcelluzzi Davide con Dos Santos Lima Francisca Madalena

        Beltini Sergio con Brunelli Samantha

      16    Dorofatti Daniele con Rossetti Jenni

Defunti

      39    Zingaro Sebastiano di anni 75

      40      Vezzoli Teresa ved. Spinoni di anni 85

 

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SERVIZIO INFORMATICO PARROCCHIALE

530 archivi; 5.900 documenti 2.100 immagini. In marzo  abbiamo superato 1.000.000 di pagine viste da 360.000 visitatori da 110 nazioni di tutto il mondo. (fonte statistiche: Webalizer)

Questo è www.verolanuova.com il sito della Parrocchia di Verolanuova.

Grazie a tutti coloro che hanno contribuito a questo risultato.

Siti Internet:

Sito principale della Parrocchia:www.verolanuova.com

Oratorio: www.verolanuova.com/oratorio

L’Angelo di Verola www.verolanuova.com/angelo

Archivio de L’ Angelo di Verola: http://digilander.libero.it/angeloverola

Coro San Lorenzohttp://digilander.libero.it/corosanlorenzo

Siti Ospiti  

Indirizzi di Posta Elettronica:

Parrocchia di san Lorenzo parrocchia@verolanuova.com

Oratorio “Giacinto Gaggia”  

Radio Basilica rbv@verolanuova.com

L’Angelo di Verola angelo@verolanuova.com

Calendario Manifestazioni eventi@verolanuova.com

Coro San Lorenzo corosanlorenzo@iol.it

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 Riepilogo appuntamenti di Ottobre

(solo di quelli che ci sono stati ufficializzati)

a cura di Radio Basilica di Verolanuova  

Il calendario completo del 2004 è pubblicato nel sito internet della parrocchia alla pagina appuntamenti

 

Per comunicare iniziative: e-mail eventi@verolanuova.com

 

Date e Luoghi Tema Promotori
Dal 4 al 10 Ottobre
Basilica di san Lorenzo
SETTIMANA MARIANA
(Programma in definizione)
Parrocchia
di Verolanuova
Mercoledì 6 Ottobre ore 21.00
Auditorium Biblioteca Civica
INGRESSO LIBERO
"Lo schermo scomodo"
Cinema e handicap
OASIS
regia di Lee Chang-Dong
Associazione INSIEME
Domenica 10 Ottobre
Intera Giornata
Cascina San Giorgio
via San Rocco
Concorso Ippico Nazionale
Salto ad Ostacoli Formula "C"
Centro Ippico
Scuderia
San Giorgio

Domenica 10 Ottobre
Intera Giornata
Pista Motocross Località Vallatelle

GARA MINI CROSS REGIONALE Sezione
Motocross
Verolese
Domenica 10 Ottobre ore 10.30
Partenza da piazza Malvestiti
STRAVEROLA 2004
Iscrizioni fino al momento della partenza
Oratorio di Verolanuova
e Diaconie
Domenica 10 Ottobre - ore 16.00
Basilica di San Lorenzo
e Centro Storico
Solennità della Beata Vergine del Rosario
SANTA MESSA E
PROCESSIONE MARIANA
Parrocchia
di Verolanuova
Lunedì 11 Ottobre - ore 20.30
Basilica di San Lorenzo
La Missione prosegue
APERTURA CENTRI DI ASCOLTO
Parrocchia
di Verolanuova
Sabato 16 Ottobre ore 20.30
Auditorium Biblioteca Civica
LA COPPIA,
UN PIANETA SCONOSCIUTO
Incontro-dibattito con la
dottoressa Belotti
Scuola di
Vita Familiare
Da Lunedì 18.00 Ottobre
Auditorium Biblioteca Civica
Corso di Teatro sulla Comicità
a cura di Pietro Arrigoni
Assessorato
Servizi Sociali
Sabato 23 Ottobre
Intera giornata
Gita - Pellegrinaggio
nei luoghi della vita di
DON PRIMO MAZZOLARI
Parrocchia
di Verolanuova
Domenica 24 Ottobre
Intera Giornata
Oratorio "Giacinto Gaggia"
via Zanardelli, 15
FESTA DEL POP CORN
(Programma in definizione)
Oratorio di Verolanuova
Domenica 31 Ottobre
Intera Giornata
Cascina San Giorgio
via San Rocco
Concorso Ippico Nazionale
Salto ad Ostacoli Formula "C"
Centro Ippico
Scuderia
San Giorgio

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