Parrocchia angelodiverolaSan Lorenzo Martire in Verolanuova

Arcangelo Tadini


Canonizzato il 26 Aprile 2009 da Benedetto XVI
Proclamato Beato il 3 ottobre 1999 da Giovanni Paolo II



urna21 Maggio
Sant'Arcangelo Tadini
memoria

 

 

Testi per la celebrazione:

Ufficio delle Letture e Lodi Mattutine

Liturgia Eucaristica [Scarica in formato rtf]

 

21 maggio
 Beato Arcangelo Tadini - Sacerdote

Nacque il 12 ottobre 1846 a Verolanuova (Diocesi e provincia di Brescia) ultimo di undici figli. Durante il periodo del Seminario una caduta lo rese claudicante per tutta la vita. Ordinato Sacerdote nel 1870, dopo un anno trascorso a casa per la salute malferma, esercitò il suo ministero a Lodrino, a La Noce e, come Parroco per 25 anni, a Botticino Sera.

Vero pastore, si dedicò ai bisogni spirituali della sua parrocchia attraverso la predicazione e la catechesi. Attento ai segni dei tempi, diede vita a iniziative sociali quali la "Società Operaia di mutuo soccorso la Banda musicale, il progetto per una ferrovia. Si dedicò in particolare alle giovani operaie. Per loro, dietro l’impulso della prima Enciclica sociale, la "Rerum Novarum" di Leone XIII, progettò e costruì nel 1895 una filanda, nel 1898 aprì un pensionato, nel 1900 fondò le "Suore Operaie della Santa Casa di Nazareth" con il compito di educare le giovani lavorando con loro.

Austero e riservato, fu uomo di fede incrollabile davanti alle numerose difficoltà incontrate per realizzare la sua Opera. Devoto dell’Eucaristia e di Maria, uomo di profonda preghiera, fu apostolo instancabile del mondo del lavoro, al quale additò come modello Gesù lavoratore a Nazareth.

Morì a Botticino il 20 Maggio 1912. Fu  proclamato beato da Giovanni Paolo II il 3 Ottobre 1999.




Dal Comune dei Pastori con salmodia del giorno.

Ufficio delle letture

PRIMA LETTURA

Dalla prima lettera a Timoteo di san Paolo, apostolo 5, 17-22; 6, 10-14

La buona battaglia del presbitero e dell’uomo di Dio

Carissimo: i presbiteri che esercitano bene la presidenza siano trattati con doppio onore, soprattutto quelli che si affaticano nella predicazione e nell’insegnamento. Dice infatti la Scrittura: Non metterai la museruola al bue che trebbia (Dt 25, 4) e: Il lavoratore ha diritto al suo salario (Dt 24, 15). Non accettare accuse contro un presbitero senza la deposizione di due o tre testimoni (Dt 19, 15). Quelli poi che risultino colpevoli riprendili alla presenza di tutti, perché anche gli altri ne abbiano timore. Ti scongiuro davanti a Dio, a Cristo Gesù e agli angeli eletti, di osservare queste norme con imparzialità e di non far mai nulla per favoritismo. Non aver fretta di imporre le mani ad alcuno, per non farti complice dei peccati altrui. Conservati puro!

L’attaccamento al denaro è la radice di tutti i mali; per il suo sfrenato desiderio alcuni hanno deviato dalla fede e si sono da se stessi tormentati con molti dolori.

Ma tu, uomo di Dio, fuggi queste cose; tendi alla giustizia, alla pietà, alla fede, alla carità, alla pazienza, alla mitezza. Combatti la buona battaglia della fede, cerca di raggiungere la vita eterna alla quale sei stato chiamato e per la quale hai fatto la tua bella professione di fede davanti a molti testimoni.

Al cospetto di Dio che dà vita a tutte le cose e di Gesù Cristo che ha dato la sua bella testimonianza davanti a Ponzio Pilato, ti scongiuro di conservare senza macchia e irreprensibile il comandamento, fino alla manifestazione del Signore nostro Gesù Cristo.

+ Parola Di Dio

R. Rendiamo Grazie a Dio

RESPONSORIO 1 Cor 4, 1-2; Pro 20, 6

R
. Ognuno ci consideri come servi di Cristo, responsabili dei ministeri di Dio. * A chi amministra, si chiede di essere fedele (T. P. alleluia).

V.
Molti si proclamano gente per bene, ma una persona fidata chi la trova?

R.
A chi amministra, si chiede di essere fedele  (T.P. alleluia).


SECONDA LETTURA


Da un’omelia di Don Arcangelo Tadini, Sacerdote
ASO — Botticino, Sermones, IV. pp. 947-958

Croce Santa: mistero di morte e di gloria


La Croce! Quanto è grande Iddio! La Croce, oggetto d’ignominia e di vergogna... Croce! ... Ecco il vessillo più glorioso. Oh uomini, abbassate le vostre aquile, le vostre lance, i vostri emblema, le vostre insegne. Abbassate la fronte, chinatevi fino a terra. Ecco la Croce, il vessillo di Dio. Fate luogo, venerate, adorate è il vessillo di Dio. E’ forse idolatria venerare la croce? No, la nostra adorazione non si ferma al legno, ma sale agli arcani Divini, il nostro pensiero s immerge in Dio. Gesù Cristo vive, Gesù Cristo vince, Gesù Cristo regna; ma questo regno Gesù Cristo lo conquistò con la croce, con la Croce lo propagò, con la Croce lo conserva. E la Croce che eccita in noi una tenera memoria di quel Dio che ci ha amati fino a darsi per noi alla morte, e alla morte di Croce. Non adoriamo il legno come legno, ma l’altare sul quale è stata immolata la vittima d’amore, l’uomo Dio, Gesù Cristo. Adoriamo quel sangue preziosissimo che tutta l’ha intinta, quelle mani, quei piedi che traforati da chiodi quasi innestarono in essa le Divine virtù...; adoriamo quel corpo, opera dello Spirito Santo, frutto del seno della Vergine.

La Croce ci ricorda che quel corpo già fatto una piaga per la flagellazione, sfinito di sangue e di forze per il grave peso che più volte lo fece cadere, fu gettato sopra di essa da inumani carnefici, stirato, dislogato, per stenderlo su quel letto di dolore; alle piaghe si aggiungono novelle piaghe, i chiodi trapassano le mani ed i piedi, e sollevato in alto si rinnovano gli spasimi, si dilatano le ferite, si moltiplicano gli strazi.

O Croce, tu vedesti quell’anima Santa in quel mare di tristezza e di affanno, numerasti i colpi del martello, contemplasti quel volto, tutto tinto di sangue, impallidire, chinare la fronte, chiudere gli occhi, morire. Tu che sostenesti quel corpo esanime, innalzato tra il Cielo e la terra, mentre si oscurava il sole, si aprivano i sepolcri, si squarciava la volta del tempio, tu, insegna a noi quello che dobbiamo imparare.

Sì, la Croce, dopo averci mostrato lo spogliamento totale, il disprezzo profondo, l’amaro strazio del corpo di Gesù, ci è di grande insegnamento.

A dir vero, le azioni di Gesù furono tutte dimostrazioni, insegnamenti; ma donde ci ammaestrò in maniera più efficace e perfetta che dalla Croce? Da questa apprendiamo le verità più rilevanti, i misteri più sublimi, le virtù più eroiche. E prima non c’insegna la sua misericordia? San Giovanni esclama: "Mirate fino a qual segno Iddio ha amato il mondo, da farci dono del suo Figliolo condannandolo alla morte e alla morte di Croce per la salute degli uomini".

Fratelli, tutta la storia non è che una vittoria continua di Gesù con la Croce.

C’è la Croce? E voi trovate ogni bene, ogni virtù; non si vuole la Croce? E voi aspettatevi il disordine, malessere, vizi.

Domina la Croce? E nelle famiglie, sono rispettati i genitori, si amano i fratelli, si va di ben in meglio. Nelle Nazioni si rispettano le autorità, si alienano le miserie, c’è la pace, la tranquillità, i paesi sono felici, non vi sono divisioni, partiti, contrasti, tutto è ordine, armonia; nei matrimoni la santità; nei contratti la giustizia; nei divertimenti la moderazione; nell’amicizia la sincerità; nelle ricchezze la generosità; nella povertà la rassegnazione; nelle afflizioni il sollievo; nei dolori il balsamo, sulla terra il cielo.

Non volete la Croce? Ed ecco nelle famiglie c’è lo sfacelo, il padre in contrasto con la moglie, la sposa che contraria il marito i figli che fanno a loro modo; nei popoli l’anarchia, la rivoluzione pur senza nemici, si è in continua guerra; nell’abbondanza si manca di tutto; nella prosperità tutti si lamentano; vi sono mille comodità e nessuno è contento; le feste finiscono in liti; i divertimenti in ferite.

Non basta dunque aver la Croce appesa al letto, attaccata al collo, circondarla di pompe, di solennità, di onori; se queste cose ci eccitano a ricordare i suoi insegnamenti e a renderci simili alla Croce, vanno bene; se ci eccitano invece a pensieri ben diversi di quelli che ci inspira la Croce, è un edificare con la sinistra per distruggere con la destra.

Piaccia a Dio che voi mai arrossiate della Croce. Essa deve essere, anzi, è tutta la nostra gloria, tutta la nostra felicità; essa dev’essere in perpetuo il grande oggetto della nostra fede, dello studio e dell’amor nostro. Venite dunque fratelli, ai piedi di questa Croce come a un altare sacro.

+ Parola della Chiesa

R. Rendiamo Grazie a Dio

RESPONSORIO

R. Nostro unico vanto è la Croce del Signore Gesù Cristo, vita e salvezza e risurrezione per noi;
* Egli ci ha salvato e liberato.

V.
Lo vediamo coronato di gloria e di onore a causa della morte che ha sofferto:
* Egli ci ha salvato e liberato


COLLETTA


O Dio che hai donato al sacerdote, beato Arcangelo Tadini, l’ardore apostolico per la cura pastorale della famiglia e dei giovani lavoratori, fa che siano sostenuti con la tua grazia tutti coloro che sono impegnati nelle diverse fatiche, per obbedire al disegno della tua provvidenza. Per Gesù Cristo, nostro Signore che vive e regna, con te, nell’unità dello Spirito Santo, per tutti i secoli dei secoli.

Amen




PER LA CELEBRAZIONE EUCARISTICA

21 maggio
BEATO ARCANGELO TADINI
sacerdote

Nacque il 12 ottobre 1846 a Verolanuova (Brescia) ultimo di undici figli. Ordinato Sacerdote nel 1870, dopo un anno trascorso a casa per la salute malferma, esercitò il suo ministero a Lodrino, a La Noce e, come Parroco per 25 anni, a Botticino. Vero pastore, si dedicò ai bisogni spirituali della sua parrocchia attraverso la predicazione e la catechesi. Attento ai segni dei tempi, diede vita a iniziative sociali. Si dedicò in particolare alle giovani operaie. Per loro progettò e costruì nel 1895 una filanda, nel 1898 aprì un pensionato, nel 1900 fondò le "Suore Operaie della Santa Casa di Nazareth", con il compito di educare le giovani lavorando insieme a loro. Austero e riservato, fu uomo di fede incrollabile davanti alle numerose difficoltà incontrate per realizzare la sua opera. Devoto dell’Eucaristia e di Maria, uomo di profonda preghiera, fu apostolo instancabile del mondo del lavoro, al quale additò come modello Gesù lavoratore a Nazareth.
Morì a Botticino il 20 Maggio 1912. Fu proclamato beato da Giovanni Paolo II il 3 Ottobre 1999.


ANTIFONA D'INGRESSO


Beato l'uomo che teme il  Signore e cammina nelle sue vie.
Vivrai del lavoro delle tue maniSarai felice e goderai ogni bene.
Sal. 1, 1-2;128, 1-2

COLLETTA

O Dio, che hai donato al sacerdote beato Arcangelo Tadini, l’ardore apostolico per la cura pastorale della famiglia e dei giovani lavoratori, fa che siano sostenuti con la tua grazia, tutti coloro che sono impegnati nelle diverse fatiche, per obbedire al disegno della tua provvidenza. Per il nostro Signore Gesù Cristo, tuo figlio, che è Dio e vive e regna con te, nell’unità dello Spirito Santo, per tutti i secoli dei secoli.

SULLE OFFERTE

Accetta, Padre, in questi doni il frutto del lavoro umano, sorreggi la nostra fatica con il tuo aiuto
e fa che i beni conseguiti dalla operosità dell’uomo siano usati a comune vantaggio, sull’esempio
dell’universale amore di Cristo che vive e regna nei secoli dei secoli.

PREFAZIO


È veramente cosa buona e giusta celebrarti in ogni tempo, Padre Santo.
Cristo Signore nostro ci ha redento anche per la fatica delle sue mani nella casa di Nazareth, attribuendo così una più alta dignità al lavoro dell’uomo.
Alla sua Opera di salvezza vuole partecipe la nostra collaborazione che, per decreto mirabile della tua provvidenza, è chiamata a portare al suo compimento l’universo creato.
A chi lavora con fede e con amore è data la certezza di preparare nuovi cieli e nuova terra, sotto la guida e l’impulso della tua grazia.

Per questo dono d’amore, con tutti gli angeli che in cielo contemplano il tuo volto, cantiamo,
o Padre, l’inno della gloria perenne: Santo...


ANTIFONA ALLA COMUNIONE


A te, o Dio, gli occhi di tutti sono rivolti in attesa
e tu provvedi loro il cibo a suo tempo.
Sal. 144,15


DOPO LA COMUNIONE


O Dio,
nostro Padre, che ci hai convocato a questa mensa,
segno di unità e di amore, donaci di compiere
sull’esempio del beato Arcangelo Tadini,
l’Opera che ci hai affidato, così da provvedere alle necessità della vita
e di cooperare all’edificazione del tuo regno.
Per Cristo nostro Signore.



PRIMA LETTURA


La vita cristiana è ricerca di Dio e servizio ai fratelli anche attraverso il lavoro
da cui Paolo non ha voluto dispensare se stesso, nonostante l’attività apostolica intensa.
Attraverso il lavoro, l’uomo compie la propria missione nel mondo e cresce nella santità.


Dagli Atti degli Apostoli

At. 20,25-27;32-35

Ecco, ora so che non vedrete più il mio volto, voi tutti tra i quali sono passato annunziando il Regno di Dio. Per questo dichiaro solennemente oggi davanti a voi che io sono senza colpa riguardo a coloro che si perdessero, perché non mi sono sottratto al compito di annunziarvi tutta la volontà di Dio. Ed ora vi affido al Signore e alla parola della sua grazia che ha il potere di edificare e di concedere l’eredità con tutti i santificati. Non ho desiderato né argento, né oro, né la veste di nessuno. Voi sapete che alle necessità mie e di quelli che erano con me hanno provveduto queste mie mani. In tutte le maniere vi ho dimostrato che lavorando così si devono soccorrere i deboli, ricordandoci delle parole del Signore Gesù, che disse: Vi è più gioia nel dare che nel ricevere.

Parola di Dio.


SALMO RESPONSORIALE

Mt. 5,6; Sal. 111

R.
Beato chi ha fame e sete di giustizia.
Beato l’uomo che teme il Signore *
e trova grande gioia nei suoi comandamenti.
Potente sulla terra sarà la sua stirpe *
la discendenza dei giusti sarà benedetta. R.

Onore e ricchezza nella sua casa *
la sua giustizia rimane per sempre.
Spunta nelle tenebre come luce per i giusti, *
buono, misericordioso e giusto. R.

Felice l’uomo pietoso che dà in prestito, *
amministra i suoi beni con giustizia.
Egli non vacillerà in eterno: *
il giusto sarà sempre ricordato. R.

Non temerà annunzio di sventura, *
saldo è il suo cuore, confida nel Signore.
Sicuro è il suo cuore, non teme,*
finché trionferà dei suoi nemici. R.

Egli dona largamente ai poveri, +
la sua giustizia rimane per sempre,
la sua potenza s’innalza nella gloria. R.

CANTO AL VANGELO
Ge. 1,21.23

R. Alleluia, alleluia.

Accogliete docilmente la parola che è stata seminata in voi:
parola che può salvare le vostre anime

R. Alleluia.

 

VANGELO

Per esprimere in modo semplice la realtà del Regno di Dio,
Gesù usa due immagini tratte dal lavoro del contadino e dal lavoro della massaia:
il granello di senapa seminato nel campo e il lievito impastato con la farina.
Il regno di Dio è presente, anche se spesso nascosto nelle nostre attività umane.

Dal vangelo secondo Matteo
13,1-3,11-33

Quel giorno Gesù uscì di casa e si sedette in riva al mare. Si cominciò a raccogliere attorno a lui tanta folla ed egli parlò loro di molte cose in parabole. E disse: "Il regno dei cieli si può paragonare a un granellino di senapa, che un uomo prende e semina nel suo campo: esso è il più piccolo di tutti i semi ma, una volta cresciuto, è più grande degli altri legumi e diventa un albero, tanto che vengono gli uccelli del cielo e si annidano fra i suoi rami".

Un’altra parabola disse loro: "Il regno dei cieli si può paragonare al lievito, che una donna ha preso e impastato con tre misure di farina perché tutta si fermenti

Parola del Signore.


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