
Nullo Biaggi
Senatore della Repubblica
Verolanuova, 11 Gennaio 1917
Verolanuova, 9 Ottobre 1977
Profilo
Biografico
Rino Bonera
Profilo
Spirituale
Don Benedetto Galignani
Profilo Biografico
di Rino Bonera da "L'Angelo di Verola" n°
10 - Ottobre 1987
Nacque a Verolanuova (Bs) l11 Gennaio 1917; frequentò lasilo e le scuole elementari presso le Suore
di Maria Bambina a Verolanuova e quindi listituto Tecnico Commerciale
Beltrami di Cremona dove, nel 1935, conseguì il diploma di Ragioniere.
Iscrittosi all Università Bocconi di Milano, nel 1940 si laureò in
Economia e Commercio.
Dopo il matrimonio con
la Signora
Piera Galasi di Manerbio (1944) si trasferì, per motivi logistici legati al suo lavoro,
a Dalmine (Bg) presso
la Società Dalmine S.p.A., prima come impiegato amministrativo
quindi come capo ufficio e funzionario.
Fu eletto nella prima
Commissione interna della Dalmine. Socio attivo delle ACLI fin dai primi anni di vita
dellAssociazione, fu membro del Direttivo provinciale. Fu inoltre tra i
Fondatori del Sindacato Libero in Bergamo, al quale dedicò un appassionato servizio sia
in sede provinciale (quale membro del Comitato Esecutivo), sia in sede nazionale quale
membro del Consiglio Generale Confederale della CISL dal 1962 al 1968, anno in cui si
dimise, anticipando i tempi della incompatibilità tra mandato parlamentare e incarichi
sindacali.
La sua sensibilità per i
problemi dei lavoratori e per le loro istanze di giustizia lo spronarono e lo sorressero
nel suo impegno, profuso con generosità, con forza di convinzione derivante dalla sua
formazione e dalla fiducia negli ideali democratici, nei quali credeva con fermezza
assoluta, sempre mirabilmente presenti nella sua vita alimentata dalla fede, che era prima
di tutto cristianesimo, concepito e sofferto come impegno nel tempo, nella società, al
servizio degli altri.
Dopo aver partecipato attivamente
allazione clandestina della Resistenza, su designazione del CLN fu nominato
Vice-sindaco di Verolanuova nel periodo della Liberazione.
Nel 1953 fu
eletto per la prima volta alla Camera dei Deputati. In quella legislatura fece parte
della Commissione Industria e Commercio e della Giunta per i trattati di commercio e la
legislazione doganale.
La Direzione Centrale
della D.C. gli affidò il settore
Problemi dei lavoratori dellindustria, dove svolse una intensa
attività di studio e di ricerca corredata da relazioni a convegni nazionali del partito
su problemi sociali ed economici.
Rieletto deputato nel 1958, fu
membro della Commissione industria e Commercio, della Commissione Bilancio e
Partecipazioni Statali, della Commissione Speciale per Napoli, della Commissione per
la costituzione dellENEL e della Commissione di inchiesta sui limiti della
concorrenza.
Il 2 aprile 1960 fu
nominato Sottosegretario allindustria e Commercio nel governo Tambroni. Si dimise
immediatamente unitamente ai ministri Bo, Sullo e Pastore quando i voti dellMSI
furono determinanti per la vita del governo stesso; le sue dimissioni non furono mai
accettate, ma egli non mise più piede nel suo ufficio.
Il 28 luglio dello stesso anno fu
nominato Sottosegretario allindustria e Commercio nel terzo governo Fanfani.
Nel 1963 fu nominato Vice
Presidente nazionale dellINPS.
Rieletto nuovamente alla Camera
nel 1963, riprese la sua attività nella Commissione industria e Commercio,
dedicandosi particolarmente ai problemi della programmazione economica e della ricerca
scientifica e applicata. Fu eletto anche membro della Commissione dinchiesta sulla
mafia in Sicilia.
Nel 1968 venne rieletto deputato
per la quarta legislatura e in quel periodo fu nominato Presidente della Commissione
Lavoro e Previdenza. in quellincarico ebbe modo di profondere le sue capacità, la
sua sensibilità e la sua competenza per i problemi del lavoro.
Nel 1972 fu eletto Senatore per il
collegio di Treviglio e, in quella legislatura, fece parte della Commissione industria,
Commercio e Turismo del Senato.
Nel 1976 rinunciò alla
candidatura, non solo per motivi di salute, ma soprattutto per spirito di servizio, pago
di aver assolto il compito affidatogli, convinto del naturale ricambio, perché altri
amici potessero avere la possibilità di contribuire al processo di rinnovamento, di
progresso e di consolidamento della comunità.
I molteplici impegni sul piano
nazionale non gli impedirono mai di dedicarsi con sollecitudine, con passione profonda
ai problemi locali sia di Verolanuova sia di Dalmine dove, in periodi successivi, fu
consigliere comunale.
Fu lideatore convinto,
lartefice principale della trasformazione economico-sociale della sua
Verolanuova. I risultati del suo costante e instancabile prodigarsi in favore del suo
paese natio sono a tutti noti e visibili per essere
ricordati. In particolare preme sottolineare unopera, da lui perseguita e
intensamente voluta ed attuata e che costituisce il fiore allocchiello
per Verolanuava:
la Casa di Riposo Gambara-Tavelli, struttura per anziani
articolata in Casa-Albergo (intitolata al suo nome), reparto infermeria per non
autosufficienti e 24 miniappartamenti, il tutto inserito in un parco verde che
allepoca era di quarantamila metri quadrati. Basta ricordare lanno di
entrata in funzione di tale Ente (1967) per avere lidea di come il Senatore Nullo
Biaggi precorresse i tempi e sapesse intravedere i nuovi bisogni della comunità.
Dotato di spiccato senso di
onestà e di generosità, doti accompagnate da una proverbiale modestia ed umiltà, egli
ebbe alto il senso del servizio, del distacco dal potere, il senso dei valori morali e
spirituali.
La sua vita di uomo, di
sindacalista, di parlamentare rifulse di esemplari doti di nobiltà: giustizia nella
rettitudine ed umiltà nel potere.
Il nome del Sen.
Biaggi rimarrà scolpito nella storia di Verolanuova a ricordo di una delle figure più
illustri che hanno lasciato un segno profondo nelle vicende e nella crescita del paese.
Rino Bonera
(Da: "L'Angelo di Verola" n° 10 - Ottobre 1987)
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Profilo
Spirituale
Senza una forte ispirazione
cristiana evangelica
la democrazia deperisce
(Nullo Biaggi)
(Da: "L'Angelo di Verola" - n° 11 - Novembre 1977)
Don Benedetto Galignani, che prestò il suo servizio
sacerdotale a Verolanuova per 33 anni, sullAngelo di Verola del Novembre 1977,
tracciò un significativo ritratto spirituale di Nullo Biaggi che riproponiamo per la sua
freschezza.
A Verola, dopo i funerali, alcuni amici mi hanno chiesto di stendere qualche nota
biografica del nostro carissimo Nullo Biaggi: un breve profilo della sua personalità
per conservarne il ricordo e un
ammaestramento.
Quello che più mi preme
dire di lui è illustrare la sua fisionomia spirituale, che sta alla base di tutta la sua
attività politica e sociale.
Lho avuto vicino
fin dalla fanciullezza; ho trovato in lui doti e capacità eccezionali e una
intelligenza non comune. Stavo proprio allora - erano i miei primi anni di sacerdozio a
Verola - iniziando lAzione Cattolica, non ancora conosciuta in Parrocchia. Scelgo
i migliori dellOratorio, tra i quali lui. Vi partecipa come Aspirante: poi come
socio effettivo. Un certo momento lo vedo allontanarsi: era la crisi affettiva
adolescenziale; ma lo seguo: gli sto vicino; volevo che lui stesso, intelligente,
capisse lerrore che stava compiendo. Lesperienza ha maturato il ritorno.
Rientra nellassociazione; chiede scusa agli amici del suo cattivo comportamento:
in risposta, lo vogliono presidente. Accetta limpegno e farà ogni sforzo per
essere giovane modello, di vita esemplare. NellOratorio si fa lanimatore dei
giochi: si fa catechista; crea il gruppo studenti di A.C. che poi cercherà di curare in
modo tutto particolare perché da qui sarebbero usciti i futuri dirigenti della vita
verolese.
Vennero poi per lui gli
anni dellUniversità, i più fecondi per la sua cultura, ma anche per
lapprofondimento della sua Fede. Sentiva profondamente il problema di Dio, il
mistero dell«Assoluto metafisico», dellEterno, dellInfinito. E
lho avviato alla conoscenza dei grandi pensatori dellantichità classica:
Socrate, Platone, Aristotele; alla filosofia cristiana, che ignorava del tutto: S.
Agostino, S. Tomaso, Gratry, Maritaine. Quante sere passate sulle Questioni
della Summa teologica di S. Tomaso! Lo appassionavano le
Sorgenti di Gratry; soprattutto il Vangelo, che leggeva e meditava e
ammirava. Così maturava la sua fede e cresceva la passione per lApostolato. Ci fu
un momento in cui pensò al Sacerdozio per dedicarsi totalmente allApostolato. Era
già fidanzato e gli feci osservare che il suo apostolato lavrebbe potuto e dovuto
svolgere nel campo politico e sociale. La dittatura fascista stava accelerando la sua
fine. Occorrevano uomini nuovi, capaci, coraggiosi per la ricostruzione della Patria
libera e cristiana.
Scoppia la guerra; la
seconda guerra mondiale. Anche lItalia è trascinata nella catastrofe universale.
Noi qui ci prepariamo al dopoguerra. Anche Nullo entra nel movimento clandestino di
Liberazione nazionale che servirà ad accelerare la fine. Deposte le armi, entra nelle
organizzazioni politiche della ricostruzione. Ma il lavoro lo porta a Dalmine. A
Bergamo, con tutto il suo entusiasmo, entra nel campo politico della D.C. allo scopo
preciso di cooperare alla ricostruzione cristiana della Patria.
Mons. Bernareggi, Vescovo
di Bergamo, che ben lo conosceva, lo propone come candidato della D.C. alla Camera dei
Deputati del Collegio di Bergamo... Inizia così la sua carriera politica. In un
discorso al Congresso nazionale della D.C. a Roma, chiarisce però il suo pensiero: Il primato spirituale deve essere posto
a fondamento della politica. Luomo e la società non si rendono cristiani con la
sola politica, ma con la politica animata dallo spirito cristiano e dal Vangelo.
Limpegno sociale e politico dei cattolici italiani deve essere inteso come un
vero e alto apostolato cristiano. Senza una forte ispirazione cristiana evangelica la
democrazia deperisce, perde il suo contenuto di valori perché si stacca e perde il
contatto con la sorgente ideale da cui è nata.
Questo il pensiero
politico di Nullo; lidea di fondo che animò tutta la sua attività politica. E per
questo ideale che metteva se stesso a servizio del bene comune. E come dire: sono
qui in mezzo a voi come uno che serve. E il pensiero di Cristo.
Ma purtroppo ha provato
tante delusioni, anche tra gli stessi colleghi dello stesso partito. Soffriva molto per
questa mancanza di unità ideale.
Nonostante tutto il suo
lavoro, ci trovavamo di frequente per le sue necessità spirituali: sentiva il bisogno
di un po di respiro e di incoraggiamento.
Quanto bene abbia fatto,
lo sa solo lui, assetato come era di verità e di giustizia. Quanto bene al prossimo
bisognoso: quanti favori, aiuti, specialmente a lavoratori, disoccupati. Ricordava il
Vangelo: « Quello che avrete fatto a uno di questi miei poveri, lavete fatto
a me!»
Logorato da tante
attività, viene colpito da un infarto; il cuore minaccia di fermarsi. L«estote
parati» si affaccia alla mente. Deve staccarsi da molte attività; poi segue lo
scoraggiamento di non essere riuscito a realizzare i suoi ideali. Si avvicina di più al
Signore; prepara la sua coscienza per lincontro col Signore, perché teme di non
aver fatto il suo dovere, anzi di essere riuscito a nulla...! E per questo,
linsoddisfazione è stato il tormento che lha accompagnato per tutta la
vita.
Unico conforto: la grande
fede che portava nel cuore e una immensa fiducia nella misericordia di Cristo Salvatore...
Alcuni giorni prima di
morire ci trovammo lultima volta qui a Palazzolo, dove avvenivano i nostri
incontri. Ho avuto limpressione che presentisse la fine, perché mi chiese
lassoluzione sacramentale che abbracciasse tutta la sua vita. Diceva di essere
pronto a tutto, aperto come sempre, alla volontà di Dio. Tornò a Bergamo. Non lo vidi
più. Domenica 9 ottobre, alcuni giorni dopo, lo trovai nella camera ardente
dellobitorio dellOspedale maggiore di Bergamo. Era cominciata la sua Pasqua.
Ho raccolto così
frettolosamente queste note illustrative della personalità cristiana del nostro
Nullo. Penso di aver fatto cosa utile per tutti i verolesi: conoscere anche intimamente
questo illustre loro concittadino; e gli siano riconoscenti per tutto il bene che ha
fatto alla sua Verola, che tanto amava. E la sua vita sia di richiamo e di monito
soprattutto ai giovani, perché sappiano valorizzare la propria vita, cioè spenderla
bene a servizio di quegli ideali per i quali solo vai la pena di essere vissuta. E
linsegnamento del Vangelo: « Chi ama la propria vita la perderà: ma chi la
perderà per causa mia la troverà nella vita eterna».
Don Benedetto
Galignani
Palazzolo, 15.10.1977
(Da: "L'Angelo di Verola" n° 11 - Novembre 1977)
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