Roberto Galperti"BERT PITÙR"(Verolanuova 1862 - 1905)
Chiamato benevolmente "Bert pitùr" era figlio di Luigi (1823-1895), dapprima imbianchino, e poi anchegli, portato alla pittura, apprezzato ornatista, allievo (per interessamento del conterraneo architetto Tadini) dello Zuccari, con cui fu anche in fraterna amicizia. Lo mandò a scuola da Luigi Campini, che nel secolo scorso avviò alla pittura un notevole numero di bresciani; e successivamente, avendone visto i risultati promettenti, allAccademia di Brera. Roberto Galperti però è un timido; lo avremmo voluto vedere "osare" di più; e poiché luso della "copia" nelle grandi tele chiesastiche sembra una prassi quasi esclusiva, viene il dubbio che uneccessiva venerazione per i capolavori del passato si accompagnasse in lui (oltre ai condizionamenti, come detto, della committenza) ad una personale incertezza compositiva. Il problema delle derivazioni anche nobili, anche interessanti deve tuttavia restare aperto per introdurci allesame delle 14 stazioni della monumentale Via Crucis di Verolanuova, che costituiscono per lappunto il nocciolo di questa piccola esposizione, nata attorno alla realizzazione del loro accurato restauro. Prima di tutto, una precisazione preziosa sul versante cronologico, uscita proprio dal
fervore attorno a questa ricerca: finora non si sapeva in che anno Roberto avesse
realizzato le 14 tele. Le famose 14 Stazioni della Via Crucis della Basilica, è stato detto, ridetto, scritto e ripetuto, che sono derivate (o copia) dal Tiepolo: niente di più sorprendentemente falso, dal momento che i notevoli quadri (anche proprio sul versante delle misure e delle ingombrantissime cornici, in relazione alla loro destinazione duso) dipendono da molti elementi e da una non superficiale conoscenza del Settecento lombardo-veneto; ma hanno ben poco da spartire con il Tiepolo celeberrimo di San Polo. (In rapporto allargomento cfr. L. Anelli, Echi tiepoleschi nelle Viae Crucis bresciane, in "Brixia Sacra", 1976, n. 3-4, pp. 61-66, con unanalisi della Via Crucis del Galperti, in cui mettevo in evidenza la sensibilità moderna e la derivazione anche da altri pittori. La pennellata vi è sintetica e costruttiva, il plasticismo è magnifico, e le figure costruiscono delle composizioni che, se non derivano da un prototipo preciso (che finora non ho individuato), mostrano delle capacità da non sottovalutare. Le Sue Opere nella Basilica di Verolanuova Anelli Luciano "Roberto Galperti tra verismo e devozione
al settecento" Si ringrazia il Sig Luigi Paracchini per la consulenza |