Parrocchia angelodiverolaSan Lorenzo Martire in Verolanuova

Arcangelo Tadini

Canonizzato il 26 Aprile 2009 da Benedetto XVI | proclamato Beato il 3 ottobre 1999 da Giovanni Paolo II

 


Ricerche di don Mario Trebeschi

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Tadini e la Vocazione

Il secondo quadro è intitolato alla vocazione del Tadini.

Immagino il giovane Arcangelo sui banchi di scuola del collegio di Lovere, nel 1857, dove anche i fratelli erano passati, con nel cuore il desiderio di farsi sacerdote, imitando il fratello Giulio, avviato su questa strada.

Alle sue spalle, sta l’episodio che ha determinato il sorgere della sua vocazione di sacerdote: quello di un gruppo di persone che confabula per escogitare il mezzo per togliere la gente d’attorno ai preti; una scena che aveva suscitato in lui, ragazzo, una fiera opposizione interiore, direttamente proporzionale alla cocente mortificazione provata per non essere stato in grado di rispondere a quella provocazione, perché poco più che fanciullo; fiera al punto di diventare la molla che fece scattare la decisione di farsi prete. È lui stesso che racconta:

"A me lo capitò, o miei cari, prima che vestissi queste gloriose insegne di sacerdote che, trovandomi in mezzo a persone che si lamentavano di non potere avere la gente pronta alle loro voglie, gridavano in coro: questo non lo otterremo mai, finché non li avremo noi distaccati dal confessionale, finché li lasceremo in mano ai preti, finché questi potranno sussurrare alle loro orecchie quelle parole, là non si sa quello che dicono. Fu allora che decisi di farmi prete...

Sì questa la è capitata a me. Io allora inesperto ero e non seppi rispondere, ma giusta ne tirai la conseguenza ed è questa: dunque anche costoro che sono cattivi, riconoscono che la confessione è fatta per ritirare dalle vie cattive, chi per disgrazia vi fosse messo. Fu allora che mi decisi di farmi chierico.

Essi andavano dicendo, mi ricordo: che cosa dicono poi là in questo confessionale, che cosa dicono poi questi preti... vel dirò adesso che allora mi mancarono le parole, insegnano a perdonar le offese, insegnano a sopportar le disgrazie con rassegnazione, insegnano anche a rispettare te, che pur sebben meglio vestito, meno degli altri meriteresti rispetto".

Anche gli esempi cattivi possono fungere da stimolo al bene, quando si imbattono in animi forti e determinati a far della propria vita qualcosa di grande, non supini a seguire i comportamenti di massa.

Metterei sullo sfondo del quadro anche l’episodio inquietante dell’inaugurazione del monumento ad Arnaldo. E vero che è di qualche anno più tardi: il monumento fu, infatti, inaugurato il 14 agosto 1882, quando il Tadini era già sacerdote; ma l’inserimento di questo avvenimento nel quadro del nostro giovane studente a Lovere, con l’ideale del sacerdozio nella mente, ha valore simbolico: esprime, infatti, il clima di tensione in cui la Chiesa bresciana e il clero si muovevano in quegli anni.

Come è noto l'inaugurazione del monumento (fatti simili erano avvenuti anche in altre parti d’Italia, in quegli anni) era stato volutamente un dispetto del mondo laico nostrano, espresso nella forma più solenne: erano presenti 4 ministri, 110 deputati, 40 logge massoniche, circoli anticlericali, sette protestanti, labari, uno dei quali portava l’effigie di Satana.

Un fatto non certo invitante al dialogo.

(continua)



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