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Verolanuova Tour

Verolanuova
Piazza Libertà

Piazza Libertà

Piazza Libertà dista dalla piazzetta della Basilica solo poche centinaia di metri.

Prima di accedervi vale la pena osservare i bei fregi in marmo all'angolo tra via Cavour e via Garibaldi (civico 1). I loro disegni leggermente in rilievo ci dicono che nel passato doveva esservi la farmacia.

farmacia

Via Cavour, già Contrada del Ghetto perché qui nel sec XV si erano stanziati alcuni ebrei con un banco di prestito, è caratterizzata da porticati ora presenti in stili di periodi diversi. Dalle vie a contorno della piazza, da diversi passaggi, si entra nel cuore civico di Verola.

L'antica piazza d'arme è senz’altro una delle più grandi ed interessanti della Bassa. Da pochi anni ha una nuova pavimentazione ed è delimitata da tre cortine edilizie di varie epoche, ingentilite da porticati sui lati sud e nord. Interessanti anche i numerosi comignoli di svariate fogge e dimensioni che completano gli edifici.

Nell'angolo nord-ovest sorge l’edificio degli uffici finanziari che nel seicento era descritto come ‘tre corpi di stalla con fienile sopra, con una casetta di un corpo solo terraneo per uno de’ carrozzieri…’. Venne poi convertito in teatro, quindi in ‘Albergo del Cannon d’Oro’, e Scuola superiore (Istituto Magistrale, poi per Ragionieri). E' ricordato per una bellissima facciata interamente decorata, oggi purtroppo perduta.

Sul lato ovest, più aperto scorre la Gambaresca non più il corso d'acqua di concezione medioevale che divide la piazza e il rimanente tessuto urbano da Palazzo Gambara, ora sede municipale.

La Gambaresca, nel portare la preziosa acqua, funge da ornamento d'arredo urbano elegantemente impreziosito da balaustre e paracarri con un elegante e suggestivo ponte "delle quattro palle" in marmo di Botticino.

 

Palazzo Gambara

MarteAtenaSui pilastri d'ingresso a palazzo Gambara sono collocate le Statue di Marte e Pallade, ovvero forza e saggezza. Le statue sono attribuite a Santo Callegari, capostipite di quella straordinaria dinastia di scultori che opererà a Brescia fino all'inizio dell'800.

I Callegari ebbero in Antonio il più fantasioso e geniale interprete del barocco bresciano. Le due statue hanno una presenza assai rilevante anche per i significati simbolici.

Marte, sinonimo di guerra significava capacità di portare offesa, Pallade, uno dei vari nomignoli attribuiti ad Atena (la Minerva romana), era la protettrice delle scienze e dell'arte, ispiratrice di nobili imprese ma armata per saper difendere gli ideali che perseguiva.

 

Palazzo GambaraProspetto di palazzo Gambara, imponente palazzo della pianura bresciana soprattutto per la sua implicazione di carattere urbanistico - territoriale.

La costruzione del palazzo risale agli inizi del Cinquecento per iniziativa di Gianfrancesco e Brunoro Gambara.

La costruzione proseguì con Nicolò Gambara (1538-1592) mentre non è stato possibile, sino ad oggi, conoscere quando e ad opera di chi sia avvenuto il completamento. Dai 1835 divenne di proprietà di Annamaria Ghisi, detta "La Rovettina" perché madre dello scrittore e commediografo Gerolamo Rovetta.

Dal 1922 è sede del Municipio e della Biblioteca Civica. L'intemo è ricco di fastosi affreschi attribuiti in gran parte alla scuola del cremonese G. Battista Trotti detto il Malosso (1556-1611). Visitabile anche un'elegante galleria al primo piano ed il cui decorato soffitto ligneo è venuto alla luce e restaurato nel 1983. Con la Basilica è il monumento sempre maggiormente visitato da turisti italiani e stranieri.

Torre civicaTorrione superstite nell'ala sud di palazzo Gambara
(XVI sec.)

Vale la pena confrontarlo con lo scenario proposto dalla tela nell'altare di San Carlo nella Basilica di San Lorenzo a Verolanuova.

I suoi beccatelli smessa la loro funzione difensiva, si fanno ammirare quale elemento decorativo dei cornicioni che caratterizzano ancora tante architetture originali del '500 e del '600.

 

Tipologia generale: architettura fortificata

Tipologia specifica: torre

Configurazione strutturale: Il sito del palazzo Gambara era in origine un sito fortificato, di cui rimangono tracce sul fianco sinistro, la torre e il fossato.

Epoca di costruzione: sec. XV - sec. XVI