Parrocchia di San Lorenzo M.re Angelino in Verolanuova

Grazie don Luigi Corrini

melchisedec

La Parrocchia celebra il 50° di sacerdozio di
MONS. LUIGI CORRINI
e lo ringrazia per i 28 anni al servizio della Comunità Parrocchiale


Grazie don Luigi

Ispirato all'inserto allegato a "L'Angelo di Verola"
Anno XXVIII - n° 6-7-8  2003

Sommario

- Memoria e Congedo
- Dal Vescovo di Brescia  Mons. G. Sanguineti
- Dal Vescovo Ausiliare di Brescia Mons. F. Beschi
- Dal Vescovo Emerito Mons. Bruno Foresti 
- Dal Vescovo Emerito Mons. Vigilio Mario Olmi
- Dal Vicario Zonale
- Sommario (D. G. Gritti)
- Don Luigi, sempre lo stesso (don F. Corbelli)

- Grazie don Luigi (Don G.P. Goffi)
- Il saluto del Consiglio Pastorale (F. M.)
- Il Consiglio degli Affari Economici
- Un saluto al Parroco (Suore di Carità)
- Pastore buono, grazie (Rosetta Mor)
- Non rimarrà solo (Rino Bonera)
- Ventotto anni fa
- Programma delle celebrazioni

Servizio Fotografico
Il mio prevosto...è un prete!
28 anni raccontati dalle immagini di Tiziano Cervati


Memoria e Congedo

Don Luigi Corrini

- Nato a Seniga (Brescia) il 26 settembre 1927

- Ordinato sacerdote a Brescia il 14 giugno 1953 dal Vescovo Mons. Giacinto Tredici

- Vicario Cooperatore a Bassano Bresciano dal 1953 al 1961

- Vicario Cooperatore a Leno dal 1961 al 1975

- Parroco di Verolanuova dal 12 ottobre 1975 al 30 giugno 2003

La mattina del 14 giugno 1953, nella Cattedrale di Brescia, per l’imposizione delle mani del vescovo Mons. Giacinto Tredici, di venerata memoria, venivo consacrato sacerdote.
Sono trascorsi cinquant’anni.
La memoria di quell’evento continua ad essere motivo di sentimenti contrastanti: gioia e turbamento.
Gioia perché il Signore si è fidato di me nonostante la mia povertà di spirito e i miei limiti umani.
Turbamento perché non ho sempre risposto alle attese del Signore e dei fratelli che ho incontrato nel servizio pastorale.
La celebrazione del mio giubileo sacerdotale vuole essere un inno di ringraziamento a Dio che ha voluto offrire il suo amore agli uomini servendosi anche della mia povera persona.
Vorrei che il mio cinquantesimo di Messa fosse ancora un canto alla misericordia che il Signore ha usato verso di me e attraverso la mia indegnità ha offerto a tanti fratelli e sorelle.

"La Memoria"

Rivedo, come in un filmato, le tappe della mia esistenza sacerdotale.
Ho vivi ricordi della mia prima esperienza di servizio nella parrocchia di Bassano Bresciano. Sognavo… Sognavo di vedere tutti i ragazzi, gli adolescenti e i giovani dell’oratorio impegnati a crescere spiritualmente con il catechismo, nelle associazioni parrocchiali, attraverso l’esperienza dei sacramenti…

Quante proposte! Avevo la beata ingenuità (o la grazia) di pensare che tutta la Chiesa fosse nel piccolo spazio della mia parrocchia.
Ho presente ancora tanti volti di ragazzi e di giovani, insieme alla loro fisionomia spirituale, con i quali ho condiviso il cammino della mia primavera sacerdotale.

Gli otto anni di impegno vissuti come direttore dell’oratorio mi avevano aiutato a maturare nella gioia e nelle non poche difficoltà.
Nel 1961 il Vescovo mi trasferiva a Leno. Qui, in un contesto parrocchiale più vasto, i miei impegni pastorali spaziavano dal servizio liturgico all’animazione delle associazioni, dalla scuola alla cura degli ammalati, dall’impegno socio-religioso all’aiuto offerto alle coppie in preparazione al matrimonio cristiano.

I quattordici anni vissuti in questa comunità furono accompagnati da un particolare dono di grazia: la comunione fraterna con i sacerdoti aveva creato quasi un "clima idilliaco" che contribuì anche a farmi vivere con serenità la prova per la perdita dei miei genitori.

Non pensavo ad impegni pastorale diversi. Mi sentivo spiritualmente realizzato.
Qualche segnale però mi avvertiva che il Signore stava decidendo diversamente…

Parroco a Verolanuova

Il 24 luglio 1975, il vescovo di Brescia Mons. Luigi Morstabilini mi inviava la seguente lettera:

Carissimo don Corrini,
ho appena licenziata la commissione venuta da Verolanuova, composta da autentici galantuomini, per dire quali sarebbero, secondo loro, le doti che il nuovo prevosto di Verolanuova dovrebbe avere.
Sono però convinti che sarà un uomo il quale potrà avere anche qualche difetto, rinunciano perciò a fabbricarlo a Rezzato!
Da gente molto concreta, così mi hanno descritto le doti che amerebbero vedere nel loro nuovo prevosto: sia bravo come l’attuale arciprete di Manerbio; sia buono come l’ex di Manerbio, Mons. Casnici; sia gioviale e capace di stare con i giovani come quello di Bagnolo; sia umile come quello di Seniga; sia amante del decoro del culto come Mons. Faita.

Tu studiati di rispondere come meglio ti sarà possibile a questi modelli e di armonizzare insieme le virtù di tutti.
Questo è il mio augurio che accompagno con la nomina ufficiale di te a nuovo Prevosto di Verolanuova.
Ti accompagno anche con la preghiera e con una particolare benedizione. Con saluto cordiale
tuo
+ Luigi Morstabilini Vescovo

Il sentimento dominante era quello della immeritata fiducia che il vescovo aveva riposto in me affidandomi l’alto ufficio di prevosto a Verolanuova; avvertivo contemporaneamente, forte, il disagio per la coscienza dei miei limiti.

Ho vissuto momenti di sgomento per il senso di impotenza di fronte al compito che mi attendeva.

Ora dopo ventotto anni, sapete tutto di me…

Congedo

Carissimi, avverto in questo momento la sofferenza a stendere queste righe che dovrebbero essere il mio congedo da voi. Abbiamo condiviso il tempo che copre l’arco di un’intera generazione, un’esperienza che ha segnato profondamente le scelte dei valori della nuova cultura. In questi anni, infatti, siamo stati coinvolti da profonde trasformazioni socio-culturali che hanno avuto notevoli ripercussioni sulla fisionomia religiosa e sociale della nostra comunità. Non intendo qui elencare gli aspetti negativi. Sono noti a tutti. E poi potrebbero avere, per qualcuno, il sapore di denuncia. Si soffre già tanto!

Vi confesso che alla luce di un serio esame di coscienza avverto il limite della mia esistenza sacerdotale tra voi. Mi sento colpevole di non essere stato segno leggibile ed efficace del Vangelo.

Vorrei potervi dire, in modo credibile, quanto S. Paolo scriveva ai cristiani di Tessalonica: "Così affezionati a voi avremmo desiderato darvi non solo il vangelo di Cristo, ma la nostra stessa vita perché siete diventati l’oggetto del nostro amore" (1a Tess. 2, 8).

Queste parole mi procurano ulteriore difficoltà. Infatti, né ho esercitato come conveniva l’annuncio del Vangelo, né la mia vita ha reso credibile quanto vi ho annunciato. Mi auguro che la sincera confessione delle mie incoerenze trovi perdono presso il Signore e comprensione da parte vostra.

Ringrazio chi mi ha edificato con la testimonianza della fede.

Sono molti i verolesi che con la fedeltà al Vangelo rendono presente il Regno verso la cui pienezza siamo in cammino.

Grazie

La mia gratitudine è per coloro che hanno offerto collaborazione negli organismi di corresponsabilità della parrocchia, nei Consigli: Pastorale e degli Affari Economici, e al tecnico che disinteressatamente e con competenza ha steso progetti e ha prestato assistenza nella realizzazione degli stessi.

Il mio saluto riconoscente ai fratelli e alle sorelle delle associazioni, gruppi e movimenti che animano la comunità; nella testimonianza di preghiera, di servizio della carità, nell’interessamento verso i fratelli dei Paesi di Missione.

Il mio grazie ai collaboratori che operano nelle Diaconie e rendono così presente la Chiesa nei quartieri decentrati della comunità parrocchiale. Sono grato alle famiglie che hanno ospitato e ospitano, da anni, i "Centri di ascolto": aggregazioni fraterne che crescono nella fede, alla luce della Parola di Dio, della preghiera e nella condivisione.

Sono riconoscente ai catechisti che annunciano con impegno la Parola di Dio attraverso la catechesi sistematica e si accompagnano ai ragazzi, agli adolescenti e al progetto dei giovani nel difficile cammino di fede. Grazie ai collaboratori dell’oratorio, palestra di virtù umane e cristiane.

Il mio grazie a chi presta servizio per rendere la nostra Basilica degna della celebrazione dei santi misteri, attraverso la liturgia: dal carissimo e affezionato sacrista, alle persone che per l’amore al decoro della Casa di Dio la custodiscono con instancabile cura.

Non dimenticherò le armonie che hanno solennizzato la liturgia attraverso le splendide esecuzioni del Coro S. Lorenzo guidato dall’appassionato direttore e dall’esperto organista-compositore.

Sento di interpretare i sentimenti di tutti se esprimo gratitudine a chi per ventotto anni, quasi nell’anonimato, con competenza e passione, ha offerto all’ "Angelo di Verola" la possibilità di nascere, crescere, farsi adulto e di entrare puntualmente, ogni mese, nelle famiglie perché la nostra parrocchia fosse e si sentisse "Famiglia". Per questo ho il dovere e il piacere di ringraziare il Capo redattore del nostro mensile di vita parrocchiale.

E ancora un grazie particolare per il direttore di Radiobasilica e curatore del "Sito Internet" della parrocchia che offrono l’opportunità di portare la preghiera e l’arte della Basilica insieme agli avvenimenti della comunità non solo nelle famiglie di Verola, ma ovunque.

Il mio saluto ai responsabili della vita civile che hanno operato e operano nell’amministrazione cittadina e statale, nelle istituzioni di promozione dei diritti fondamentali: la vita, la famiglia, la salute, il lavoro, l’assistenza e soprattutto l’educazione, la scuola, che decide in gran parte l’orientamento della vita.

La mia simpatia per coloro che nel mondo del lavoro, a qualsiasi livello, vivono l’impegno per una autentica promozione umana.

Il mio affettuoso saluto ai sacerdoti

Ho presenti e porto nel cuore i confratelli sacerdoti che hanno prestato il loro servizio a Verolanuova nel corso del mio mandato parrocchiale.

Sento il bisogno di ricordarli per nome anche perché i verolesi così li ricordano.

Don Luigi Lussignoli, per quindici anni vicario parrocchiale: direttore dell’oratorio maschile prima e poi del femminile, insegnante apprezzato presso l’Istituto Tecnico Commerciale. Il cuore nuovo ricevuto recentemente in dono lo sostenga nel servizio ai fratelli per i quali ha consumato il cuore che gli aveva donato la mamma.

Don Dino Bressanelli già direttore del nostro oratorio per dodici anni, insegnante di religione presso la scuola Media ed ora parroco a Villa di Salò.

Don Dino Cominardi già vicario parrocchiale per cinque anni a Verola ed impegnato nel servizio dei fratelli e sorelle ospiti della Casa di Riposo, ed ora parroco a Colombaro.

Mons. Don Franco Corbelli per dieci anni vicario parrocchiale, insegnante all’Istituto Tecnico Commerciale, splendido "battitore libero", pronto a capire e a coprire i vari ruoli di servizio. Ora arciprete Abate di Pontevico.

Don Francesco Bertoli vicario parrocchiale per otto anni - insegnante non dimenticato di religione - che mi ha offerto il dono della serenità. Ora arciprete di Villachiara.

Don Giovanni Gritti. Nel corso della sua presenza quasi ventennale nel ruolo di direttore dell’oratorio ha conosciuto, servito, formato un’intera generazione di fanciulli, ragazzi, adolescenti e giovani. Il suo ricordo è ancora una presenza che parla… Ora è felice arciprete di Coccaglio.

Unisco a questa memoria la riconoscenza affettuosa per don Gianpaolo capace di ogni dedizione oltre il possibile e … l’impossibile. Di questo siamo tutti testimoni riconoscenti.

Il mio augurio a don Valentino che è già entrato nel cuore di molti perché l’entusiasmo del servizio con cui ha iniziato il suo ministero non conosca flessioni.

Il mio affettuoso ricordo per i sacerdoti verolesi che ho accompagnato all’altare nel corso del mio ministero a Verola: Padre Domenico Colossi, Padre Stefano Zanolini, Padre Gabriele Checchi, don Giovanni Amighetti, don Gaetano Fontana, Padre Felice Bonini. Non mancherò di pregare per loro.

Un saluto riconoscente alle religiose che hanno offerto e continuano a vivere il servizio preziosissimo nella promozione della fede e nella crescita umana nei settori della catechesi, della scuola, dell’assistenza, del lavoro.

Un fraterno affettuoso saluto a tutti i sacerdoti nativi della nostra parrocchia.

Porto nel cuore i sacerdoti che ho accompagnato a sepoltura: l’indimenticabile don Angelo Quaranta che ha servito Verola per più di mezzo secolo, il caro fraterno amico don Angelo Geroldi, padre Vincenzo Tedoldi di venerata memoria, il padre Antonio Martinelli che riposa in terra brasiliana e il mio non dimenticato predecessore Mons. Pietro Faita prevosto di Verola per più di vent’anni.

Commiato

Ora che il Signore, attraverso il vescovo, mi invita a lasciare "la vigna" che mi aveva affidato ventotto anni fa, servizio di cui mi sarà chiesto non facile rendiconto, il ricordo di tante vicende vissute fanno pressione al mio cuore.

Cari verolesi, porto con me la gioia di chi si apre alla vita, la speranza di chi vive la giovinezza, i progetti di coloro che hanno formato la famiglia, le sofferenze dei fratelli e sorelle che vivono la solitudine, le prove fisiche e morali di coloro che sentono vicina la sera della vita.

Porto con me ancora la memoria dei vostri cari morti.

Di questa amata comunità cristiana verolese che affonda le sue radici nei secoli, di tutti voi sento profonda nostalgia.

L’amore che non conosce limiti e confini parrocchiali e che è l’anima dell’Unica Chiesa continuerà a tenerci uniti.

La preghiera e la Parola di Dio da cui trae ispirazione e conforto la nostra vita saranno la forza che ci sosterrà vicendevolmente "nel pellegrinaggio attraverso le tentazioni del mondo e le consolazioni di Dio". (L. G.)

Di cuore, vi abbraccio

Don Luigi

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Dal Vicario della Zona Pastorale "Beata Paola Gambara"
don Pierino Boselli

È stato sottolineato da più parti che il Vangelo è pieno di paradossi; che l’uomo è, esso stesso, un paradosso vivente; che, al dire dei Padri della Chiesa, l’Incarnazione è il Paradosso supremo. Il nostro tempo è amante dei paradossi. L’aspetto paradossale del cristianesimo lo interessa in modo particolare. Il prete è l’eterno paradosso della storia. Tanti suoi contemporanei lo considerano arcaico, un relitto del passato, eppure egli avanza quotidianamente nel mondo con un Vangelo che, per essere eterno, travalica il tempo restando la più inedita novità della storia.

La Comunità di Verolanuova in questi giorni sta vivendo un’occasione privilegiata in questo senso. La memoria della Messa d’oro di Don Luigi e il suo commiato invitano tutti a coniugare i verbi del fare memoria, del rendere grazie, del serbare il ricordo nella consapevolezza che dentro i paradossi della storia, quello del prete aiuta a decifrare, a scegliere, a giudicare. Fra i tanti sentimenti presenti in questi giorni in don Luigi e nella comunità verolese, ne sottolineo alcuni.

La fiducia, innanzitutto. Perché don Luigi ha sempre dato il primato alla fede, alla comunicazione del Vangelo. È alla luce di questo servizio pastorale che la comunità deve saper andare controcorrente in un mondo che continuamente si popola di nuove divinità e obbliga a prostituirsi di fronte ad esse.

La fedeltà al Signore è stata la forza per don Luigi e deve diventare l’impegno per ciascuno di noi. La fedeltà al Signore chiede a tutti indistintamente, preti e laici, di puntare esclusivamente gli occhi nostri sul Risorto. Perché la comunione con lui e tra di noi non è il prodotto delle nostre strategie pastorali, ma il risultato nell’impegno a vivere la comunione del discepolo a qualsiasi ora del giorno.

Il servizio pastorale poi è il segno che farà percepire, oltre il distacco, la presenza di don Luigi in questa comunità. Una presenza pastorale, la sua, fatta di cose essenziali, scarna di retorica, amante della semplicità.

In cinquant’anni di vita presbiterale don Luigi non ha mai sognato il diritto di uscire dal gioco; non ha mai alzato le mani nel gesto della resa; semmai si sono percepiti nettamente in lui lo sforzo, l’ansia, l’anelito alla santità, il tormento dell’autenticità della sua fede e della fede di questa comunità.

Padre Giulio Bevilaqua riflettendo sul prete, annota: "spesso, in seno alle nostre comunità, come gli agnelli lasciamo la nostra lana a tutti i rovi".

L’augurio che consegno a te, don Luigi, anche a nome dei presbiteri e della intera Zona pastorale della Beata Paola Gambara, è che questa tua lana - a tua insaputa - sia sempre servita a riscaldare tanti anonimi parrocchiani che, non venendo allo scoperto, rendono prezioso, evangelico e testimoniante il tuo cinquantennale servizio presbiterale. Fraternamente,

don Pierino Boselli

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Grazie don Luigi
di don Gianpaolo Goffi

Da diversi anni, carissimo don Luigi, lavoriamo insieme, e non voglio sprecare questa occasione, dicendole un "grazie" scontato, retorico: potrei elencare tanti motivi improvvisandoli, ma questo grazie voglio che esprima la mia gratitudine per ciò che di più prezioso ho ricevuto da lei.

Sono diversi giorni che ci penso per non cadere nel banale e oggi riguardando tra i ricordi della mia prima Messa, l’aiuto dal cielo è arrivato: ho trovato ciò che mi aiuterà ad esprimerle i miei sentimenti più veri.

Fra i tanti biglietti di auguri inviatimi in quei giorni, uno mi colpisce: "Come questo cielo si riflette in questo laghetto alpino (a forma di cuore), noi ti auguriamo di far da Gesù sulla terra".

Carissimo don Luigi ho pensato a lei . Non voglio santificare nessuno, perché sappiamo benissimo che i preti sono uomini con tutti i loro limiti, ma in quel cielo riflesso ho pensato al suo desiderio profondo e costante di portare un po’ di cielo nella nostra Parrocchia e le dico grazie perché con il suo apostolato, un colpo oggi, un altro domani, la terra di Verolanuova in cui il Cielo voleva riflettersi, si sta modellando a forma di cuore.

Grazie don Luigi perché donandoci il suo cuore, cercando di far da Gesù fra di noi, ci ha reso cuore su questa terra.

Cuore con la delicatezza e la sensibilità con cui ha cercato di vivere i rapporti fra di noi sacerdoti e le persone da lei incontrate quotidianamente (sarà difficile dimenticare le colazioni della domenica mattina dopo Messa prima... i suoi dolci "Pronto?" come risposta ad ogni telefonata).

Cuore con la sensibilità avuta sempre nei confronti degli ammalati e degli anziani (nonostante la fatica, le sue "capillari" visite all’Ospedale, stanza per stanza... letto per letto).

Cuore con l’amore per la liturgia vissuta intensamente in ogni sua espressione, dalla predicazione, alla cura del "bel canto" (io sono arrivato a Verolanuova un po’ ruspante da questo punto di vista ed è per questo che le dico grazie, perché con lei ho scoperto l’amore e la cura per le Celebrazioni Liturgiche).

Cuore con l’attenzione dimostrata alla casa, alle strutture, della nostra Famiglia Parrocchiale (mi è impossibile citare tutte le ristrutturazioni operate in questi anni, ma non sarà facile dimenticare l’amore e la cura con cui ha seguito, anche nei minimi particolari, i restauri della nostra Basilica. Non so quanti negli ultimi anni di apostolato avrebbero accettato di iniziare questa sfida).

Cuore con il suo pensare e stimolare la nascita delle nostre otto Diaconie, l’esperienza delle "Missioni Popolari" che ci hanno aiutato a sentirci non struttura, ma Famiglia di Dio che con gioia continua a riunirsi mensilmente attraverso i "Centri di Ascolto" (di questa esperienza non smetterò mai di ringraziare il Signore).

Cuore nella Liturgia, Cuore nella Catechesi, Cuore nella Carità: è così che si aiuta la Chiesa, che vive di queste tre dimensioni, a diventare Cuore... quel Cuore di cui ha tanto bisogno il mondo.

Per "fare da Gesù su questa terra" non si può essere freddi o calcolati: occorre quel Cuore che lei abbondantemente ha donato, anche quando questa offerta le poteva costare.

Allora ho capito veramente, dopo 17 anni, il biglietto di auguri inviatomi per la mia prima Messa: per essere preti non basta la testa, la simpatia, la volontà, le sole attività.

Per "far da Gesù sulla terra "occorre soprattutto essere Cuore, quello che lei ha cercato di donarci con tutto il suo cuore.

Per questo suo insegnamento, per questo suo grande cuore, don Luigi le dico: "Grazie con tutto il cuore".

don Gian Paolo

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Il saluto del Consiglio Pastorale

Carissimo Don Luigi,
non ci sentiamo a nostro agio a chiamarLa Monsignore e pensiamo che anche Lei preferisca essere chiamato ancora da tutti noi "Don Luigi". "Monsignore" sembra ci allontani, ci distanzi; invece non è così. Per tutto il Consiglio Pastorale, Lei, caro Prevosto, è il nostro Don Luigi.

Particolarmente in queste ultime riunioni, abbiamo sentito sempre più il Suo spirito di Padre di questa Comunità.

Forse dentro di Lei si andavano moltiplicando i contrastanti sentimenti che naturalmente si affacciano all’avvicinarsi del momento del distacco: la preoccupazione di dover lasciare il lavoro, a Suo dire, incompiuto e nello stesso tempo la voglia che qualcuno prenda in mano il testimone della staffetta e lo porti al traguardo con nuova lena e rinnovata velocità.

Si percepiva più visibilmente la preoccupazione per le opere della Basilica da portare a termine, ma anche l’apprensione e la necessità di proseguire nello slancio che la comunità parrocchiale aveva ricevuto dalla missione.

Il Consiglio Pastorale Le è sempre stato vicino e, per quanto nelle nostre competenze, abbiamo cercato sempre di darLe sostegno ed incoraggiamento nelle decisioni sia di ordine materiale che spirituale.

L’abbiamo visto a volte arrivare alla riunione del Consiglio con un viso corrucciato e preoccupato ed andare via invece con un viso più aperto e tranquillo.

Siamo convinti che il compito che ha dovuto sostenere in questa Comunità è stato impegnativo e lo è stato per tutti i quasi ventotto anni di permanenza.

Lei ha visto e vissuto la trasformazione definitiva di Verolanuova da paese agricolo a centro industriale della bassa bresciana, con tutte le conseguenze positive e negative che questa trasformazione ha comportato per le persone, per le famiglie, per la comunità parrocchiale e civile.

Ha visto e vissuto, non ultima, la problematica della immigrazione.

Da padre della famiglia parrocchiale ha compartecipato anche in seno al Consiglio Pastorale tutte le preoccupazioni per raccogliere proposte e possibilmente trovare insieme soluzioni.

L’abbiamo sentito vicino al mondo giovanile e l’impegno della ristrutturazione dell’oratorio è stata la prova più visibile.

L’abbiamo sentito vicino agli anziani ed agli ammalati. Quante volte L’abbiamo sentito soffermarsi sull’impegno costante e sistematico della visita domiciliare ed ospedaliera agli anziani ed agli ammalati.

Ora è arrivato il momento di lasciare il timone della nave e abbiamo notato che questo Le pesa, forse perché accompagnato dalla responsabilità di dover lasciare ad altri l’assolvimento degli obblighi economici assunti.

Abbiamo cercato di rassicurarLa; la gente di Verola assolverà gli impegni da Lei assunti in nome e per la comunità verolese.

I sentimenti di affetto e di riconoscenza che ci assalgono per la Sua partenza si fanno ancora più forti pensando all’anniversario che proprio in questi giorni vogliamo insieme a Lei festeggiare: 50 anni di ordinazione sacerdotale, oltre la metà dei quali passati con noi, al servizio della nostra comunità.

Siamo testimoni di quanta sensibilità, intelligenza e generosità di cuore Lei ha donato a Verolanuova.

Caro Don Luigi, anche in questa occasione ci vogliamo fare interpreti di tutta la comunità parrocchiale ed esprimerLe la nostra profonda riconoscenza, assicurandoLe la nostra preghiera perché Gesù Cristo, pastore buono, Le conceda grazie e benedizioni per i molti anni che vorrà ancora concederLe nel proseguimento del Suo ministero sacerdotale nella comunità che Lo accoglierà.

Per il C.P.P. - un componente F.M.

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Il Consiglio per gli Affari Economici saluta e ringrazia

Rev.mo Don Luigi, quanto è difficile, in poche righe, ricordare 28 anni di intensissima azione pastorale, di costante e fattivo impegno teso al miglioramento delle strutture della Parrocchia e al restauro dell’ingente patrimonio artistico, soprattutto quando i ricordi sono lontani e sfumati. 28 anni sono volati... in un baleno; quanta acqua è passata nello Strone da quel lontano 12 ottobre 1975, giorno del suo festoso ingresso come nuovo Parroco, in Verolanuova. Sicuramente fin dai primi giorni del suo mandato pastorale, Lei si è trovata immersa in moltissimi problemi materiali; i Fabbricieri, sig. Paolo Micheletti, e gli scomparsi Luigi Zacchi, dott. Battista Dalè, dott. Giancarlo Spalenza e il sig. Angelo Rossini furono per Lei un validisimo aiuto in tempi non facili. La riforma dei Beni Beneficiali degli anni 80 ha sostituito la Fabbriceria con il Consiglio per gli Affari Economici. Le sue innumerevoli iniziative sono sempre state accolte dal Consiglio per gli Affari Economici con grande entusiasmo ed hanno sempre trovato un validissimo e stimolante supporto. E tra i membri ricordiamo lo scomparso Cav. Mario Bonvicini, il sig. Paolo Micheletti e l’arch. Silvio Carini, instancabili collaboratori che hanno lasciato il Consiglio.

Tutti i membri del Consiglio per gli Affari Economici sentono il dovere di ringraziarLa per la sua missione in questi 28 anni di intenso e instancabile lavoro speso al servizio della Comunita verolese; La ringraziano per la fattiva collaborazione e per il costante coinvolgimento in tutte le decisioni; senza questa simbiosi, probabilmente, molti lavori di restauro non sarebbero stati realizzati. Carissimo Don Luigi, arriva purtroppo il momento in cui tutti dobbiamo lasciare i1 nostro lavoro, anche se ci sentiamo ancora vigorosi; Lei lascia la famiglia verolese in cui più a lungo ha svolto la sua attività pastorale; anche se un velo di tristezza rende amaro questo distacco, nel profondo del cuore resta un raggio di gioia perchè sa che i verolesi Le vogliono bene e Le sono ancora più vicini perché sanno che il 14 giugno p.v. celebrerà con loro i cinquant’anni del suo sacerdozio. La ringraziamo ancora di cuore e la salutiamo con un bellissimo pensiero di Don Luigi Lussignoli: "Lei ha lavorato con tenacia, con dedizione, quasi con riservatezza e in Lei si è svelata la sapienza e la bontà di Dio".

Bruna Nocivelli, Pierangelo Bertolini, Giuseppe Fontana, Stefano Lò, Alberto Rossini, Angelo Venturini

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Congregazione Suore di Carità - Scuola Materna "S. B. Capitanio"

Saluto al Parroco don Luigi Corrini

"Io sono il buon pastore. Il buon pastore offre la vita per le pecore... ...Conosco le mie pecore e le mie pecore conoscono me, come il Padre conosce me e io conosco il Padre" (Gv 10, 11).

Il Parroco in una Parrocchia vive il suo sacerdozio e la pastoralità di Cristo.

Nei lunghi anni di permanenza di don Luigi nella Parrocchia di Verolanuova, questo si è realizzato per il bene di tutti.

Come Lui stesso ebbe a dire al termine di una delle ultime processioni: "Passando per le strade, rivedevo le famiglie che nelle varie case abitavano, ripensavo ai dolori, per ripresentarli a Maria; rivedevo volti noti e cari...".

Che rimarranno impressi in quel cuore di Pastore, concludiamo noi. Grazie Don Luigi per il cuore di Padre con il quale hai accolto ogni persona che veniva per condividere i dolori, per manifestare la gioia di una famiglia, o di una creatura nuova, per chiedere il tuo consiglio illuminato e illuminante, per riprendere la forza di camminare sulla strada della fede.

Anche per la comunità delle suore sei stato il Padre accogliente, attento e benevolo.

Un Parroco che ha sempre accolto con molta cordialità le suore che numerose sono passate nella comunità della Scuola S. Capitanio e che hanno collaborato nella Pastorale Parrocchiale. Una collaborazione improntata a fiducia in un dialogo aperto per il bene di tutti, anche quando qualche limite umano, presente in ogni relazione, poteva alterare il rapporto; comunque la benevolenza e la carità cristiane hanno avuto il sopravvento.

Per tutto questo diciamo un grande grazie a don Luigi per essere stato il Parroco che in questi anni del dopo Concilio la Chiesa richiedeva per una Parrocchia ricca di fede e di tradizioni come Verolanuova.

La Comunità delle Suore

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